Sudafrica: il Paese dell’arcobaleno, ora tempesta senza fine
Nonostante le attese, la fine dell’Apartheid in Sud Africa non ha portato grandi benefici, ma il sorgere ed il diffondersi di un «razzismo al contrario»

Avvertenza: nell’articolo quando si parla di Boeri e Afrikaner non si intende rappresentare l’intera comunità dei Bianchi; questi erano i primi coloni prevalentemente olandesi emigrati in Sudafrica a partire dal Cinquecento. Quando si parla di Bianchi, ad essi si intendono aggiunti i successivi immigrati inglesi che non si fusero con i precedenti.

Ma sono, poi, così lontani i tempi dell’Apartheid in Sud Africa?All’apparenza sì. Nella sostanza, invece, si sta assistendo al fenomeno opposto dove i Neri si sono trasformati in carnefici ed i Bianchi in vittime. Forse parlare di questo può apparire politicamente scorretto, ma non ci sentiamo di metterci il bavaglio perché è una questione di giustizia verso i Boeri. Da anni, ormai, con il termine «Afrikaners» si sono iniziati ad intendere tutti i Bianchi di lingua Afrikaans, residenti in Africa del Sud, compresi Negri e meticci di madrelingua Afrikaans. Nella provincia del Capo, per esempio, molti meticci si definiscono «Afrikaner Marroni».

Dal 1994, in Sud Africa, è al potere una coalizione di movimenti formata da: ANC (African National Congress), COSATU (Congress of South African Trade Unions – Sindacati Neri) e il SAKP (Partito Comunista Sudafricano). Una coalizione formatasi dopo il crollo del regime di Botha e che ha ottenuto consensi dietro false promesse di libertà, giustizia sociale e benessere.

Che fine hanno fatto quelle promesse ad oltre 20 anni di distanza? Che cosa succede, ogni giorno, nel nuovo Sud Africa fedele al nuovo ordine mondiale? Succede il caos! Dalla fine dell’Apartheid nessuna promessa di Mandela è stata mantenuta. I media fecero «santo» Nelson Mandela, un terrorista dichiarato (sostenne sempre la persecuzione e l’assassinio dei Bianchi) che fu imprigionato dal governo dei Bianchi, ma che divenne Presidente non appena i Bianchi capitolarono. Il «Daily Telegraph» ha scritto che «il tasso della criminalità è aumentato, drammaticamente, dalla fine dell’Apartheid, facendo diventare questa terra il secondo Paese più violento al mondo dopo la Colombia».

Dopo l’annuncio dei media che la lunga campagna di sanzioni, boicottaggi ed intimidazioni aveva, finalmente, portato «uguaglianza» e «democrazia» in uno dei pochi santuari della civilizzazione bianca in Africa, la copertura mediatica su quel Paese cessò e, oggi, si sente raramente parlare del Sudafrica. La ragione è che il Sudafrica sta precipitando nel crimine, nelle malattie, nella corruzione e nella ferocia. Sin dalla presa del potere nel 1994, 1.368 agricoltori bianchi sono stati assassinati solo nei primi 10 anni (cioè circa 170 all’anno, praticamente uno ogni due giorni) durante veri e propri attacchi alle fattorie. Più della metà degli agricoltori si è arresa abbandonando le proprie proprietà, contribuendo alla sempre più crescente penuria alimentare della regione. In uno studio commissionato da una importante banca sudafricana, la Nedbank, è stato rivelato che i criminali neri prendono, deliberatamente, di mira le proprietà per uccidere le loro vittime Afrikaner.

Il furto non è il motivo principale, in effetti, nell’85% dei casi avvenuti recentemente, nulla fu rubato. In altre parole, uccidere l’uomo bianco, stuprare ed uccidere la donna bianca, stuprare ed uccidere il bambino bianco, sono le vere motivazioni. Però, silenzio totale dei media.

Di fatti cruenti ve ne sono a centinaia. Solo nel settembre del 2002 sono stati uccisi nove agricoltori, compresi quattro bimbi, una coppia di anziani e pure il loro cane. Il rapporto della polizia su tali assassinii fu «senza movente». Nei primi mesi del 2002 sono stati commessi più di 30 omicidi di agricoltori, compreso l’assassinio della musicista classica Felicity Gale, 58 anni, di Port Jackson; suo marito Rodney, 67 anni, si salvò. Arthur Smith, 63 anni, e sua moglie Isobel, furono trovati entrambi con la gola tagliata e con i corpi torturati nella loro fattoria di Tundra.

Questi sono solo alcuni degli avvenimenti degli ultimi anni. Gli orribili dettagli ed i numeri possono essere reperiti nei rapporti di Crimebusters South Africa.

Il Sudafrica non ha una politica appoggiata dal Governo che ammetta l’invasione ed i massacri nelle fattorie (come avviene nello Zimbabwe), ma usa la politica di guardare dall’altra parte, senza fare nulla, una politica che incoraggia le violenze dei Neri nei confronti dei Bianchi. Il suo atteggiamento è forse meglio rappresentato da Peter Mokaba, ex Vice Ministro dell’Ambiente e del Turismo, il quale si lamentava che «l’alto tasso di criminalità sta provocando serie ripercussioni sul turismo e bisogna promuovere una immagine alternativa del Sudafrica. Vogliamo incoraggiare la gente a venire qui da noi e dimostrare che il crimine non la fa da padrone». Ciò che però il signor Mokaba non dice è che lui stesso era famoso per gli slogan da lui inventati quando era leader dell’ANC Comunista contro il governo bianco del Sudafrica: «Uccidi il Boero! Uccidi il contadino!» ed anche: «Un colono, un proiettile». Ed i contadini bianchi dovrebbero chiedere protezione a «questo» tipo di governo? Anche il governo dei Neri ammette che il crimine è fuori controllo. Questi sono, probabilmente, i meravigliosi benefici della «democrazia multirazziale».

L’incidenza degli omicidi, nelle città, è assai maggiore. Solo a Johannesburg se ne contano 500 al mese. Il Sudafrica è, anche, la capitale dello stupro. Viene violentata una donna ogni 23 secondi e un minore ogni 30 minuti. E questi sono soltanto i fatti di violenza carnale ufficialmente dichiarati.

Questo record è stato raggiunto grazie all’innata ferocia di Neri liberati dal controllo delle «persone civili» ed in parte grazie alla credenza, fra i Neri, che violentare una vergine li guarirà dall’Aids, malattia predominante nel Paese (Jackie Loffell, Johannesburg Child Welfare Society, 13° Congresso Internazionale sull’Abuso e sull’Abbandono dei Minori a Durban).

In alcuni paesi la popolazione passa il tempo a seppellire infetti dall’Aids.

Il dottor Andrei Jamieson, direttore medico della British Airways Travel Clinic, ha detto: «La comunità medico-accademica ha discusso questo tema per alcuni anni e circa sei mesi fa è stato deciso che, astenersi dai viaggi in quel Paese, è la cosa più ragionevole da farsi. Esiste un rischio reale per i viaggiatori in Sudafrica e altri Paesi. Abbiamo un’altissima incidenza di sieropositività e di stupri e questo non lo si può smentire». Il Governo Sudafricano, lo stesso che rifiuta di proteggere le donne bianche dagli stupratori, è furioso con questi medici in quanto temono un’ulteriore perdita di turismo e di dollari.

Città del Capo è diventata la capitale mondiale del «commercio» e del «turismo» sessuale. Rapporti giornalistici l’hanno definita la capitale mondiale della trasgressione.

Pervertiti da tutto il mondo vi si recano (portando i tanto sospirati «dollari del turismo») per fare sesso con bambini, molti di loro veri e propri schiavi bianchi del sesso, mentre altri vengono importati da bordelli della Thailandia. «Sesso coi bambini» è, semplicemente, un eufemismo per giustificare lo stupro di un innocente. «Tours del sesso con bambini» vengono, addirittura, sponsorizzati da alcuni «imprenditori», mentre il Governo si gira dall’altra parte.

Nei «vergognosi» e «tristi» giorni dell’Apartheid, queste cose non venivano tollerate.

Un sindaco di Città del Capo, un Nero di nome William Bantom, è stato trovato in possesso di una enorme collezione personale di videocassette pornografiche infantili nel suo ufficio, che «visionava» mentre era al lavoro e ha continuato a fare il sindaco…

I Boeri si sentono abbandonati e si chiedono perché nessuno vada in loro soccorso. Forse, perché, oggi, l’uccisione di uomini bianchi, da parte dei Neri, risulta essere politicamente corretta ed i mezzi di informazione evitano di schierarsi troppo con chi, un tempo, era additato come razzista e colonialista. Fatto è che ci troviamo di fronte ad un Paese dove la criminalità è alle stelle, l’economia in caduta libera e il Rand (la moneta locale) in costante ribasso. In tutto questo bisogna tener presente che il nuovo Sudafrica è nato grazie a quell’insieme di forze economiche, finanziarie, politiche, militari che si possono riassumere con il termine di Nuovo Ordine Mondiale.

La sconcertante conclusione è che per l’ANC se un Bianco colpisce un Nero è una imperdonabile forma di razzismo (inteso come odio razziale), se un Nero ammazza un Bianco, ha compiuto una azione politicamente corretta. Una delle filosofie del Nuovo Ordine Mondiale.

Eppure, all’estero, chiamano questo Paese «il Paese dell’arcobaleno»… e dire che ai Boeri pare di vivere in una tempesta senza fine!

(dicembre 2016)

Tag: Ercolina Milanesi, apartheid, Sudafrica, Boeri, Afrikaner, Paese dell'arcobaleno, fine dell'apartheid, ANC, African National Congress, COSATU, Congress of South African Trade Unions, SAKP, Partito Comunista Sudafricano, Nelson Mandela, Peter Mokaba, problemi del Sudafrica, Città del Capo, William Bantom, Rand.