Quel pasticciaccio dell’U2
Quando la spia è spiata

Il 1° maggio del 1960, un aereo statunitense, Lockheed U2, perse i contatti con la sua sede negli USA, per cui fu dato ufficialmente per disperso. Probabilmente era caduto mentre sorvolava erroneamente, per perdita di orientamento o altro, il territorio russo. Il comunicato del Governo degli USA mise – se così si può dire – le mani avanti, dichiarando che un aereo meteorologico, usato dalla NASA (l’agenzia aerospaziale statunitense) per ricerche necessarie per una missione in gestazione, era finito fuori rotta, non si sa come, e con ogni probabilità si era schiantato sul suolo russo. Non era possibile, al momento, saperne di più. I dubbi erano tanti: avaria ai motori, collasso strutturale oppure, più plausibile, difetti di erogazione dell’ossigeno al pilota, per cui questi, disorientato, ha perso la rotta? Dubbi al momento senza risposta.

Come prima mossa infelice, ci fu il comunicato che il Presidente degli Stati Uniti, Dwight D. Eisenhower, non era stato avvertito della missione dell’U2; quando mai la CIA (Central Intelligence Agency) avrebbe potuto fare una cosa del genere? Poi, egli era stato rassicurato che senz’ombra di dubbio l’aereo non era stato abbattuto, giacché, secondo quanto era di sua conoscenza, i Russi non avevano i mezzi per abbattere un aereo alla quota alla quale si faceva volare l’U2. In ogni modo, qualora ci fosse stata l’eventualità che essi potessero impadronirsene, il velivolo era dotato di un dispositivo di autodistruzione e, per quanto riguardava il pilota, questi, secondo gli ordini tassativi della CIA, per non farsi catturare vivo doveva suicidarsi, utilizzando ciò di cui era stato fornito. Insomma, gli Americani si ritenevano in una botte di ferro.

L’aereo, pilotato da Francis Gary Powers, come detto, era indicato con U2 (sigla americana che sta per Utility Two, a significare che era il secondo della serie) e faceva parte del complesso di servizi tattici dell’US Air Force. Di questo tipo di aereo il primo era stato progettato a metà degli anni Cinquanta, per tenere sotto controllo Cuba, che pareva stesse per ricevere missili da parte della Russia; lo scopo era di studiarne la disposizione, per sistemare efficaci difese in caso di necessità. Non era proprio un segreto che a Cuba fosse in atto una frenetica successione di manovre di truppe di nazionalità sovietica. Peraltro, non si poteva dar torto agli USA quando temevano che l’Unione Sovietica potesse sistemare basi missilistiche nell’isola che dista non più di 90 miglia dalle coste della Florida: era praticamente come avere un nemico alla porta. Fu un momento molto pericoloso, per il timore che la «guerra fredda» diventasse veramente e tragicamente «calda».

Tornando all’U2, questo era un velivolo tecnologicamente molto avanzato, disarmato, se si fa eccezione per una mitragliatrice a dimostrare che si trattava di un aereo militare, fornito di apparecchiature fotografiche – si vantava la CIA – talmente ricercate da consentire la lettura dei titoli sui giornali da un’altezza di 21.000 metri, quota massima dallo stesso raggiungibile e da mantenere durante le operazioni di rilievo delle postazioni militari a terra. Non aveva velleità combattive: il suo unico scopo era di volare il più in alto possibile, di evitare di essere scoperto dal radar, girare alla larga dai caccia nemici e fotografare, fotografare e ancora fotografare gli obiettivi che sfilavano sotto la sua pancia.

Era stato inserito in un programma di spionaggio iniziato nel 1956, e il 1° maggio 1960 stava facendo la sua operazione di spia nel cielo russo. Quell’anno faceva ancora parte di quel pericoloso e drammatico periodo definito della «guerra fredda» esistente fra i due colossi militari, Russia e USA, i quali erano appoggiati dagli Stati amici di una parte o dell’altra. Krusciov ed Eisenhower stavano, in un certo senso, tentando di trovare la quadra per smetterla di comportarsi come cani e gatti e finalmente vivere in tranquillità e godere dei benefici di una pace totale, dopo che tutti erano usciti piuttosto malconci dalla Seconda Guerra Mondiale, da non molti anni finalmente conclusa.

Krusciov, come si dice, «obtorto collo», fu costretto a comunicare al pari grado americano che l’aereo era stato abbattuto mentre stava scattando immagini sul suo territorio nazionale, aggiungendo che non solo l’aereo era stato recuperato pressoché integro, ma che pure il pilota era vivo e vegeto e avrebbe potuto rivelare ciò che veramente stesse facendo a casa d’altri. Krusciov, non contento, il 5 del mese, aggiunse che già da quattro anni gli USA inviavano voli spia esplorativi sul suolo sovietico e, pur avendo sollecitato il Governo Americano di non far continuare a entrare suoi aerei nello spazio aereo russo senza autorizzazione, l’attività di spionaggio era proseguita imperterrita. Pertanto, era ora veramente di smetterla. Che i Russi fossero spazientiti era una reazione giustificata, mentre per gli Stati Uniti era una doccia fredda!

Naturalmente, fu un grosso punto a favore della Russia nella sua propaganda in merito alla «guerra fredda». Non ci fu modo di fare diversamente: bere o affogare! E il Presidente Statunitense dovette comunicare pubblicamente quale fosse la verità, ammettendo che l’U2, ora in possesso dei Russi, era un aereo spia in missione.

Il 16 maggio ci fu un grande e importante vertice a Parigi. Qui, Krusciov non perse l’occasione per biasimare «coram populo» il comportamento degli Stati Uniti sullo spionaggio aereo ed ebbe modo di vantarsi una volta di più del successo ottenuto nell’incontro con il Francese De Gaulle e il Britannico Macmillan; non volle incontrare Eisenhower, puntualizzando, con una punta di malizia, che era previsto a breve un incontro con il suo successore alla Casa Bianca, dato che lui era alla fine del mandato. Insomma, il vertice fu un mezzo fallimento, tanto che fu immediatamente chiuso ed Eisenhower si eclissò.

Il Presidente degli Stati Uniti, a proposito dell’increscioso incidente diplomatico dovuto alla faccenda dell’U2, commentò amaramente che il tutto fu uno «stupido pasticcio». Forse l’espressione più azzeccata sarebbe stata quella di un noto conduttore televisivo, sorpreso fuori onda, che, non ricordo a quale proposito, suonava così: «Che figura di m...»

Il pilota fu processato e riconosciuto colpevole di spionaggio a favore degli Americani (e come l’esito sarebbe potuto essere diverso?), per cui fu condannato a tre anni di reclusione e a sette di lavori forzati.

Prima che le acque si calmassero, passarono due anni; infine, il problema fu risolto con la restituzione del pilota dell’U2 in cambio della spia russa Rudolf Abel. Concludendo, un indolore, almeno sulla carta, «do ut des».

(luglio 2021)

Tag: Mario Zaniboni, 1° maggio 1960, Lockheed U2, Dwight D. Eisenhower, U2, Francis Gary Powers, Utility Two, guerra fredda, Krusciov, abbattimento dell’U2, Rudolf Abel, spionaggio USA-URSS.