Viaggio in Bielorussia
Un Paese neocomunista dai molti e gravi problemi ma abitato da un popolo gentile e disponibile

Dopo un viaggio, piuttosto turbolento causa temporali, atterro all’aeroporto internazionale Loshitsa che si trova a circa 40 chilometri da Minsk, capitale della Bielorussia. Vi sono solo due voli settimanali al lunedì e venerdì, con la Compagnia Belavia che collega Roma a Minsk.

La presenza umana in Bielorussia è testimoniata fin dall’Età della Pietra e Minsk, la città più antica del Centro Europa, fu fondata nel 1067 e conta due milioni di anime.

Arrivata all’Hotel Belarus, consegnato il passaporto con visto obbligatorio, chiedo subito di poter avere un interprete bielorusso con conoscenza dell’inglese. Ho avuto la fortuna di trovare uno studente universitario molto istruito che mi ha aiutato non poco, dal nome Igor.

La moneta corrente è il rublo bielorusso, ma i dollari sono i preferiti e ricercati.

Questo piccolo Stato ha una superficie di 207.600 chilometri quadrati e conta circa 10.300.000 abitanti.

L’agricoltura è sviluppata, quasi tutti hanno un pezzo di terra da dove ricavano gli alimenti per se stessi. Però vi è una parte contaminata dalle cadute radioattive di Chernobyl. Non vi è mancanza di cibo, ma il salario non basta per vivere bene. La durata media della vita è di 70 anni. La religione è ortodossa orientale per circa l’80%, musulmana per circa il 20%, cattolica, protestante ed ebraica in percentuale bassa.

Le principali città sono Gomel e Brest, molto antiche e meritevoli da visitare.

Minsk è molto bella; la città è attraversata dal Viale Skorina, méta preferita degli indigeni.

Interessante il Museo Nazionale di Storia ed Arte, il Teatro delle Marionette, il Teatro Stabile Bielorusso di Opera e Balletti, il Circo Stabile, vicino al parco Janka Kupala.

Il fattore sociale offre l’istruzione media obbligatoria e gratuita (comprende 12 anni di studio, quindi anche le superiori). Vi è scuola di avviamento professionale tecnica per parrucchiere, tornitore, sarto, o altro. L’Università dura 5-6 anni e può essere gratuita o a pagamento ed è prevista la laurea breve. La sanità è gratuita, a pagamento alcuni tipi di analisi che costano molto. Le cure dentistiche sono a pagamento o gratuite, ma sono prescelte le prime.

Il clima è moderato continentale, inverno freddo (-20, -25 gradi), estate calda.

Le dolenti note sono parecchie.

La stampa e la televisione non sono libere ed il Governo non deve essere criticato, mai!

Droga, criminalità, mafia, mendicanti fanciulli, sono di casa. La povertà esiste, l’etilismo è ad alto tasso, il 60% dei bambini sono ricoverati in istituti perché orfani o abbandonati. Questo mi ricorda i miei viaggi in Romania ed in Moldavia. Stessa terribile e triste situazione vedere decine e decine di ragazzini che chiedono l’elemosina, sporchi e laceri.

Le adozioni a distanza sono parecchie.

Una parte del popolo dà la preferenza al Governo Comunista (non è chiaro se quello attuale o quello dell’Unione Sovietica), invece la maggioranza contesta il Governo Comunista. Il Governo vorrebbe ritornare all’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche, ma Putin non è tanto del parere. Bisogna sottolineare che la Bielorussia era conosciuta come una delle Repubbliche Comuniste più rigide dell’Unione Sovietica.

Il 27 luglio 1990 la Repubblica fece una dichiarazione di sovranità all’interno dell’Unione Sovietica. Il 29 agosto 1991 il Partito Comunista fece una dichiarazione di totale indipendenza nazionale.

Stanislau Shushkevich, insigne fisico, fu il primo Capo di Stato, ma fu sconfitto nel 1994, in occasione delle prime elezioni presidenziali dirette della Bielorussia, quando venne eletto Alexandr Lukashenko, definito «l’ultimo dittatore europeo» (tuttora in carica), che decise di stringere legami sempre più forti con la Russia.

Vinzuk Vjeciorka, leader del Fronte Popolare Bielorusso (l’opposizione nazionalista che gode sostegno dagli Stati Uniti) ha dichiarato che la Bielorussia viene già considerata futuro membro dell’Unione Europea e della Nato. Dopo la rimozione della dittatura di Lukashenko dovrà divenire un Paese con lo stesso status geopolitico dei vicini Baltici, della Polonia e anche dell’Ucraina.

Anche se considerato un piccolo Paese Europeo, poco visitato dai turisti, per me è stato un piacevole contatto sia con la popolazione, molto gentile e disponibile, sia per la particolare ubicazione di antiche stradine, con piccoli negozietti che espongono in vetrina gli oggetti più disparati, ma molto graziosi.

Igor, il mio interprete a cui devo molto e lo ricordo sempre con affetto, mi ha fatto rivivere i tempi lontani di Minsk, quando venne rasa al suolo, nel 1944, ed un quarto della popolazione morì. Molte delle vittime vennero uccise nei campi di concentramento nazisti o deportate e uccise dall’Unione Sovietica.

Ma, nel dopoguerra, la capitale divenne un importante centro industriale per l’Unione Sovietica. Molte persone si trasferirono a Minsk, compresi numerosi immigrati russi che permisero di alimentare la forza lavoro locale. Nel corso del XIX secolo l’economia della Bielorussia cominciò a trasformarsi da agricola in industriale. Nel 1860, i servi della gleba vennero liberati, ma la povertà nelle campagne costrinse un milione e mezzo di persone ad emigrare verso la fine del secolo. I Russi costringevano gli Ebrei a vivere in zone prestabilite (specie in Bielorussia) ed in alcune città più della metà della popolazione era ebrea. La maggior parte delle aree urbane erano occupate da Ebrei e Russi, mentre i Bielorussi rimanevano confinati nelle campagne, avevano scarsissima influenza politica ed accesso quasi inesistente alle risorse del Paese.

La mia passione per i Paesi dell’Est Europa mi porta spesso a viaggi interessanti e la mia cultura e le mie curiosità ne escono rafforzate.

All’aeroporto saluto Igor e lo ringrazio per avermi fatto conoscere un piccolo Paese così diverso e lontano dalla mia Italia!

(aprile 2016)

Tag: Ercolina Milanesi, Europa, Bielorussia, Minsk, Chernobyl, Gomel, Brest, disastro di Chernobyl, Viale Skorina, Putin, Stanislau Shushkevich, Alexandr Lukashenko, Vinzuk Vjeciorka, storia della Bielorussia.