Gli Indoeuropei
Un popolo con caratteristiche molto particolari

Gli europei sono, lo diciamo non per spirito nazionalista, un popolo eccezionale. Il loro contributo alla storia del genere umano e alla formazione del mondo moderno è stato assolutamente determinante, due momenti caratterizzano soprattutto questo popolo, la civiltà greco romana e la grande rivoluzione liberale dell’Ottocento. Diversamente dagli altri popoli che ci hanno dato filosofie, religioni, manifestazioni artistiche di altissimo livello ma una notevole indifferenza verso i diritti dell’individuo, gli europei nei due momenti storici di cui parlavamo ci hanno dato l’idea di un essere umano che non è un suddito soggetto passivo di una qualche autorità ma un cittadino con diritti civili e politici inviolabili e il sovrano non è un rappresentante del divino come nelle civiltà asiatiche antiche e relativamente moderne o nella civiltà amerinda, ma un essere il cui potere deriva in qualche modo dal popolo e i cui poteri sono finalizzati al bene dello stato che costituisce qualcosa a sé, separato rispetto alla propria persona. Nel secondo dei due periodi storici di cui parlavamo, gli europei hanno introdotto un tipo di economia del tutto nuovo rispetto al passato che ha determinato un livello di benessere generalizzato incredibile, tale da far apparire secondo gli studiosi di storia sociale l’economia dei secoli passati come qualcosa di più vicino alla preistoria (o più esattamente al neolitico) che non al mondo in cui viviamo. Quando noi guardiamo alla storia dei popoli orientali restiamo colpiti dal loro immobilismo, lo stato cinese si reggeva fino alla caduta dell’impero nel 1911 sul medesimo insieme di valori formulato da Confucio 2.500 anni fa, la civiltà egizia per oltre due millenni si fondava sulle stesse istituzioni politiche, anche sotto il profilo artistico vediamo qualcosa di non diverso, le arti dei popoli di cui parlavamo sono di livello elevato, ma per parecchi secoli l’arte di questi popoli si fondava sugli stessi canoni molto rigidi e praticamente non è possibile distinguere lo stile di un singolo artista.

Detto questo, viene però da porre altre questioni, non tutti gli indoeuropei hanno fornito questo grande contributo alla storia, gli indoeuropei orientali, armeni, persiani e indiani erano sicuramente più vicini al mondo orientale, i loro sovrani godevano di poteri che non rispondevano in alcun modo alle società che dirigevano, né hanno concepito l’idea di una economia libera in grado di autosvilupparsi. Anche i popoli slavi non hanno brillato di luce propria, si sono limitati a replicare le istituzioni politiche ed economiche dei popoli europei occidentali così come la loro arte, ovviamente si possono forse fare alcune eccezioni alle considerazioni qui espresse, ma difficilmente si può ritenere di cambiarne la sostanza.

Greci, latini, italici e i misteriosi etruschi la cui parentela linguistica con gli altri popoli non è del tutto conosciuta, forse anche gli altrettanto misteriosi minoici di Creta sono stati gli attori della storia occidentale, questi hanno poi influenzato culturalmente nel nord Europa celti e successivamente germani per dare vita ad una civiltà del tutto differente da quella degli altri popoli. Guardando alla questione più in particolare possiamo dire che gli etruschi secondo la maggioranza degli storici non erano indoeuropei, tuttavia un certo numero di linguisti ritiene che fossero tali già dall’origine o almeno nel corso del tempo avessero acquisito tali caratteri. Anche sui minoici le opinioni sono discordanti, per alcuni la loro lingua non aveva alcuna parentela con altre lingue note, per altri aveva qualche legame col greco o con la lingua indoeuropea anatolica del luvio, altri ancora ritengono che avesse legami con il fenicio, ovvero con altre lingue iraniche e forse anche con l’etrusco. Dal punto di vista artistico si notano invece affinità significative con i successivi greci ed etruschi (ma alcune opere riportano dei costumi che ricordano quelli mesopotamici), in ogni caso risulta difficile stabilire se i minoici come anche i popoli indoeuropei anatolici più o meno dello stesso periodo (ittiti, frigi, eccetera) abbiano dato un contributo significativo alla successiva civiltà europea mediterranea.

Gli studiosi ritengono che gli indoeuropei siano originari di una zona compresa fra Ucraina e la regione a nord del Mar Caspio che gli archeologi identificano con il territorio della Cultura Kurgan nota per i suoi imponenti tumuli sepolcrali, ovvero si ritiene che gli indoeuropei siano originari dell’Anatolia. Gli studiosi di linguistica hanno studiato le parole comuni delle diverse lingue indoeuropee per comprendere il mondo in cui vivevano quando costituivano un popolo comune. Sulla base di questi studi e di quelli archeologici si ritiene che gli indoeuropei primitivi fossero un popolo nomade, guerriero, potente grazie all’uso del cavallo. Due elementi possono darci qualche indicazione, la civiltà sicuramente indoeuropea più antica è quella degli ittiti dell’Anatolia centrale, caratterizzata da una nobiltà guerriera e da un sovrano che era anche sacerdote ma che diversamente dalle vicine società semitiche non era un rappresentante di Dio distaccato dagli altri esseri umani. Di poco successive sono la civiltà micenea e quella degli arii in India caratterizzate da un’aristocrazia guerriera, entrambe diedero vita a formazioni politiche di dimensioni ridotte, in India nei primi secoli rimasero allo stato tribale e non furono in grado di dare vita a nuove città. La distribuzione dei popoli indoeuropei nord orientali e sud orientali ci mostra che pur essendo molto vicini ai monti del Caucaso non furono in grado di colonizzarlo, territorio che rimase come una fortezza isolata, ma una parte degli indoeuropei si spinsero comunque molto ad est, si tratta del popolo che conosciamo come i tocari del Turkestan oggi facente parte della Cina.

Per avere un’idea delle questioni linguistiche dobbiamo considerare i popoli presenti sul nostro continente non indoeuropei, baschi, ungheresi, finnici, estoni, che hanno assimilato la nostra cultura, mentre altri popoli appaiono più lontani, buona parte degli afghani parlano lingue iraniche e quindi indoeuropee ma ci viene difficile pensare ad affinità culturali fra loro e noi europei. La sola affinità linguistica non individua sempre una cultura comune.

Per quanto riguarda le questioni di genetica, negli ultimi anni abbiamo fatto straordinari progressi e possiamo dire che gli europei di oggi sono formati dall’unione della popolazione indigena primitiva di cacciatori-raccoglitori, le popolazioni agricole più avanzate del Vicino Oriente e gli indoeuropei provenienti dalla Russia o dall’Anatolia. Le popolazioni europee del nord hanno mantenuto maggiormente il patrimonio genetico degli antichi abitatori indigeni, mentre quelle meridionali hanno risentito maggiormente della migrazione di agricoltori. La distribuzione delle razze, con i popoli di pelle scura, negroidi, australoidi, dravidici, confinati nell’Africa subsahariana, nel Dekkan (India) meridionale, nell’Australia e parte dell’Oceania, ha fatto ritenere che in tempi passati abbiano occupato un territorio molto più vasto ma siano stati in tempi antichi sopraffatti da europoidi e mongoloidi. La moderna genetica ha in parte confermato la tripartizione tradizionale del genere umano in tre razze sulla base del colore della pelle, in parte ha dato risultati diversi configurando cinque razze, la negroide africana più isolata, quella caucasoide, quella mongoloide asiatica, quella amerindoide americana e quella australoide comprendente anche la razza dravidica.

In conclusione possiamo dire che la questione linguistica è importante e notevolmente interessante ma non costituisce l’unico elemento che dà vita ad un popolo e guardando alla storia antica e recente tale fenomeno si osserva in maniera abbastanza chiara.

(giugno 2018)

Tag: Luciano Atticciati, europei, indoeuropei, indoiranici, arii, indoarii, caucasoidi, negroidi, mongoloidi, lingua etrusca, lingua minoica, lineare a, linare b, kurgan.