Presa Canario: il cane delle isole
Grande, forte, fedele ma dalla cattiva fama. Ridotto quasi all’estinzione, oggi conosce una nuova vitalità

Il vecchio detto popolare secondo cui «il cane è il migliore amico dell’uomo» è senz’altro vero: il cane – e il suo parente stretto, lo sciacallo – è stato il primo animale a essere allevato, come aiuto durante la caccia e, in seguito, come difesa delle greggi dai predatori. Non sappiamo se sia stato il cane o l’uomo a fare il primo passo, ovvero se siano stati dei cani selvatici ad avvicinarsi a un accampamento umano, magari spinti dalla fame, o se un uomo abbia portato alla sua tribù un cucciolo e abbia scoperto le sue qualità di valido aiuto. Da sempre, il cane è simbolo di coraggio, determinazione, attaccamento al padrone e di una fedeltà totale che ha rarissimi eguali nel campo umano. Purtroppo, al già citato detto che «il cane è il migliore amico dell’uomo» non corrisponde che «l’uomo è il migliore amico del cane»: infatti, accanto alle numerose persone che utilizzano il cane come aiuto nel lavoro o anche come semplice compagno di vita, vi sono purtroppo individui per i quali il cane è strumento per soddisfare i loro istinti più bassi.

La storia che vi racconteremo in questo breve articolo mostra entrambi questi aspetti: una razza canina frutto di vari incroci che si è sempre prodigata per aiutare l’uomo, ma non sempre ricevendone la giusta ricompensa. È il Presa Canario!

presa canario

Un esemplare di Presa Canario

Secondo alcuni il nome stesso delle isole Canarie, possedimenti spagnoli al largo della costa marocchina, deriverebbe dalla parola «cani», presenti anche nel loro stemma araldico. Le isole furono colonizzate da genti provenienti sia dall’Europa (Scandinavia inclusa, pare) sia dall’Africa, che poi si fusero in un unico popolo; fin dall’epoca romana erano note proprio per ospitare dei cani.

Nel corso del Quattrocento gli Spagnoli cominciarono una violenta conquista delle isole, sterminandone la popolazione nativa o vendendola come schiava. È in questo periodo che paiono siano comparsi i primi grandi molossi, ovviamente spagnoli: sono citati da diverse fonti il Perro de Ganado Majorero (forse già presente sull’isola), l’Alano Spagnolo e altri cani da presa utilizzati sui tori nella Penisola Iberica. Questi molossi vennero utilizzati anche per sterminare i cani isolani (per lo più cani da pastore di taglia media) che dopo l’assassinio o la deportazione dei loro padroni si erano rinselvatichiti e avevano preso a popolare le zone selvagge, tentando di sopravvivere autonomamente con l’uccisione di un gran numero di animali domestici: un vero e proprio esempio di «pulizia etnica» in chiave canina.

Durante il Settecento alle Canarie sbarcarono gli Inglesi, portando con sé gli antichi cani da guerra e da combattimento. Lo stesso sembra che abbiano fatto anche gli Olandesi, con i loro molossi da caccia grossa e da battaglia. A essi si aggiunse il Bardino Majorero, un grande guardiano del bestiame dell’isola di Fuerteventura, rinomato per la forza, la resistenza fisica, il coraggio e la predisposizione alla guardia. Da tutto questo crogiolo di razze possenti e combattive scaturì il Presa Canario, un concentrato di muscoli, ardore e mascelle: il termine spagnolo «presa» significa «preda», ma è stato automatico tradurlo come «presa» nel senso di «afferrare e tenere».

Il Presa Canario è un cane imponente, robusto e prestante, dotato di una forza e un’agilità straordinarie: alto al garrese dai 56 ai 65 centimetri, dal peso minimo tra i 40 e i 50 chilogrammi, ha un mantello ruvido e tigrato, un colore che varia dal grigio scuro al grigio chiaro o biondo, una testa massiccia e ricoperta di pelle floscia. Il suo è un duro lavoro sul bestiame, deve cioè gestire con la forza i grossi bovini, un aiuto che per secoli si è rivelato indispensabile agli allevatori delle Canarie e che in alcune parti del mondo lo è tuttora. È anche un eccellente cane da guardia, che interviene contro chi minaccia il territorio o le proprietà, e da difesa, proteggendo anche a costo della vita il suo padrone umano.

Si tratta di qualità preziose soprattutto nel passato, quando la vita era più pericolosa e più dura di oggi, ma che purtroppo furono sfruttate anche dal «lato oscuro» della passione umana: i combattimenti tra cani e cani e tra cani e altri animali.

A differenza delle persone, i cani non amano la violenza fine a se stessa; ma, se opportunamente selezionati, allevati e condizionati, possono sviluppare una carica aggressiva notevole. Pensiamo se a questo si aggiungono anche dei morsi micidiali, come sono appunto quelli del Presa Canario!

Così, questo «nobile» cane ebbe come destino, per lungo tempo, quello di deliziare il gusto dei sadici, che pagavano fior di quattrini per vedere i cani dilaniarsi fra loro; tutto ciò fino a quando, nel 1940, la retrograda Spagna si decise a fare un «salto di civiltà» proibendo i combattimenti dei cani (noi aspettiamo che anche le corride diventino un ricordo del passato, ma temo che per questo ci vorrà ancora molto tempo). La cessata lucrosa attività ebbe però come conseguenza il far cadere questa splendida razza – insieme ad altre – nell’oblio.

Negli angoli più rurali delle Canarie degli anni Settanta, avviate a divenire meta turistica, qualche esemplare era rimasto adibito agli antichi compiti di fattoria, grazie alla passione degli allevatori. Da qui si poté partire per una nuova selezione genetica, che riportasse il Presa Canario il più possibile vicino all’originale: cani fisicamente possenti ma non esasperati nell’antagonismo verso i propri simili, guardiani determinati ma non privi di autocontrollo, coraggiosi ma anche capaci di apprendere e obbedire. Negli anni Ottanta, dopo la creazione di un’associazione di allevatori delle diverse isole, la razza è stata riscoperta anche da parte della cinofilia ufficiale spagnola. Ora il Presa Canario è risorto e gode di ottima salute: è un compagno equilibrato e sereno, dal carattere tranquillo, sicuro di sé, con uno spiccato istinto protettivo, diffidente nei confronti degli sconosciuti e minaccia terribile per chi abbia cattive intenzioni, ma molto affettuoso nei confronti dei membri della propria famiglia. Le Canarie sono oggi tornate a essere il regno di questo magnifico animale, che raramente si trova al di fuori del suo arcipelago.

(agosto 2020)

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