De Nobili, Lambertini, Massoni, Conti
Un albero genealogico che ricostruisce la storia d’Italia

Spesso da un semplice albero genealogico appartenuto a famiglie nobili che hanno fatto la storia del nostro Paese è possibile ricostruire, come ho accennato nel titolo, addirittura la storia di una Nazione. È il caso del documento cui mi riferisco e che è rintracciabile in rete.

I De Nobili. Siamo nella Lucca Longobarda, e precisamente in una località chiamata Castiglione Garfagnana, dove una splendida rocca e cinta muraria ancora in perfetto stato, ricordano la grandezza di questi luoghi a partire dall’Alto Medioevo.

Qui la famiglia De Nobili ricoprì un importante ruolo prima d’incorporarsi durante il XIII secolo dentro la realtà comunale del nascente comune di Lucca. Un cammino peraltro tortuoso, che vide a lungo le principali famiglie longobarde dei territori limitrofi a Lucca mantenere la loro indipendenza dal nascente comune in una sorta di altalena e di alleanze sia matrimoniali che belliche con le realtà geografiche vicine, compresa quella pisana.

I De Nobili divennero dei conti lucchesi incorporati nel sistema oligarchico cittadino, ricco anche di famiglie nate non solo in epoca longobarda ma durante i traffici mercantili che datano anch’essi a partire dall’epoca centrale del Medioevo storico che tutti conosciamo con le città del Nord Europa, che gli stessi cavalierati alto medievali, di derivazione longobarda, avevano aiutato a mantenere. e promuovere. Troviamo accostato nell’albero genealogico il nome dei De Nobili, che ebbero influenza prevalente in sede locale, a quello dei Patin.

Da una breve ricerca, questa volta non d’archivio, come nel caso dei De Nobili, ma in rete, ci accorgiamo che i Patin sono francesi, che sul territorio italiano contano presenze in terra veneta.

Non c’è da stupirsi. I magistrali studi di Maria Pia Bianchi, docente di storia dell’arte presso l’Università di Parma, attestano che i cavalierati lucchesi a partire dal 900 dopo Cristo avevano rapporti commerciali con l’Auvergne, in Francia. E dunque la Francia, vedi lo stesso ruolo ricoperto dalla Via Francigena, che toccava da vicino ed internamente la stessa città di Lucca ed i territori appartenuti ai De Nobili, fu sempre luogo privilegiato. Ma anche i territori veneti. Le principali famiglie lucchesi, essendo Lucca per circa mille anni repubblica oligarchica indipendente, ebbero con tutte le città marinare italiane, non ultima Venezia, rapporti strettissimi.

In una splendida chiesa cittadina lucchese c’è una Natività formata da statue ad altezza d’uomo vestite con sete splendide regalate dai Veneziani ai Lucchesi, i quali peraltro in fatto di sete preziose non erano secondi a nessuno. Evidentemente in questo caso ci fu uno scambio produttivo ed amicale tra le parti.

Troviamo in Genova case di Ordini dinastici fondate in Lucca. E famiglie genovesi come quella degli Spinola, che dettero Arcivescovi alla città toscana.

Oppure strettissimi apparentamenti con Napoli e zone limitrofe, che confluirono anche nella storia musicale della città toscana, con lo stesso teatro San Carlo di Napoli. Come non pensare alla limitrofa Amalfi, a lungo Repubblica Marinara? E a Pisa, sì vituperio delle genti, come ricordava il Sommo Poeta, affratellato ai guelfi lucchesi, ed a lungo frequentante la stessa cittadina toscana, da dove prese spunti importanti per la sua celebre Commedia, non ultimo l’Orrido di Botri, ispiratore in terra lucchese quale ingresso delle Bocche dell’Inferno. I cavalierati lucchesi avevano avuto il loro porto in epoca medievale, a Motrone, non distante da quella che adesso è la conosciuta Forte dei Marmi.

Pisa, città marinara limitrofa a Lucca, era in simbiosi con la città delle mura e della pantera e le famiglie lucchesi qui vantavano cugini ed apparentamenti. Tra questi i Conti che ritroviamo nella genealogia di riferimento.

La famiglia pisana Conti aveva proprio il titolo nobiliare comitale.

Filippo Buonarroti, il nobile rivoluzionario fiorentino di famiglia e pisano di nascita, lontano cugino del celebre Michelangelo, nel Settecento sposò in Pisa la contessina Elisabetta Conti, sua prima ed amata moglie. Amata perché, nonostante poi il matrimonio sia naufragato, fu un amore autentico per il giovane e «scapestrato» Filippo, che dovette sudarsi con la famiglia il contrastato matrimonio.

Una Luisa Conti la ritroviamo dunque nell’albero genealogico che espongo e fu madre della marchesa Eleonora De Nobili, poi Bernardini, che proprio tra la fine del Settecento e la prima metà dell’Ottocento ebbe un ruolo decisivo nelle questioni risorgimentali italiane, come è possibile riscontrare sul sito www.storico.org, dove ho rilasciato dei contributi.

Date tali premesse, Filippo Buonarroti dovette frequentare Lucca, anche se non c’è in tal senso una documentazione comprovata. Però esistono scuole e vie intitolate allo stesso Filippo, ubicate sia in Lucca che in Bagni di Lucca, luogo méta di rivoluzionai e celebri nobili europei, non ultimi gli Inglesi e gli stessi Bonaparte. Tra l’atro tali scuole e/o strade portano in taluni casi il doppio nome e un apparentamento con altri personaggi risorgimentali. Segno evidente che non dobbiamo andare molto lontano dal vero facendo questo tipo di analisi.

Dunque siamo qui a trattare l’epoca rivoluzionaria francese che larga eco e ripercussioni ebbe anche sul territorio italiano e che fungerà da preludio alle note questioni risorgimentali.

Abbiamo poi segnalata nell’albero genealogico una Anna Massoni. La famiglia Massoni ha avuto un ruolo importante nelle questioni cittadine lucchesi, ma oserei dire europee, se non altro per i legami stretti con la famiglia dei Borbone Parma. Il duca Carlo Ludovico di Borbone, dal 1824 al 1847, anno della sua dipartita da Lucca per raggiungere la città emiliana, fece dei Massoni una famiglia di riferimento.

Sua nipote Zita di Borbone, l’ultima non troppo nota Imperatrice Austriaca, che nacque proprio in territorio lucchese nella seconda metà dell’Ottocento, con un importante ruolo ricoperto in ambito europeo per la carica assunta sposando il rampollo asburgico, era in contatto epistolare ancora nella seconda metà del XX secolo con la famiglia Massoni. Qui sì ci sono le lettere all’Archivio di Stato.

Se dovessimo fare un excursus storico con queste brevi note, a partire dall’Alto Medioevo, possiamo ben rintracciare i cavalierati longobardi, che in Lucca vestirono sia il cavalierato del Tau, scomparso nel Cinquecento, sia i cavalierati prima templare e poi di Malta, tutt’ora esistente. Senza contare i Cavalieri di Goffredo di Buglione, presente in città con la cugina Matilde alla partenza della Prima Crociata nel 1099, e documentabile. I traffici commerciali con la Francia e con le Repubbliche Marinare, non ultima Venezia, sono altrettanto rintracciabili.

Ma anche gli apparentamenti comunali perché la città toscana potesse davvero affermare il suo primigenio Comune.Una Libertas che campeggia sulle mura cittadine e che data quasi mille anni di storia, Libertas che vide l’epilogo proprio durante il regno di Carlo Ludovico di Borbone nel 1847.

La storia europea e nazionale passa attraverso la figura principe dello stesso Filippo Buonarroti, il quale rappresentò non solo con la Francia, ma anche con la Svizzera, in primis, e con l’Inghilterra una figura ponte essenziale. Deceduto nel 1837, fu l’antesignano insieme al suo successore Mazzini, con cui non fu sempre in buoni rapporti, del nostro complessivo Risorgimento. Una parola spenderei in tal senso nell’apparentamento con i bolognesi Lambertini. Come non ricordare nel corso del Settecento Papa Lambertini, considerato non a torto il Giovanni XXIII del XVIII secolo, che fu un precursore della rivisitazione in chiave illuminista dentro la Chiesa Romana? Evidentemente, anche se all’epoca l’operazione fallì, la città di Lucca dovette avere i suoi «Santi in Paradiso» in quegli anfratti e piazze europee che speravano in un riavvicinamento tra i territori italiani, soprattutto del Centro Nord, ma non solo, col resto d’Europa, interrotto dalla Riforma Protestante. Ecco che il Protestantesimo acquista, letto in questa chiave, una risposta ai molti quesiti sul nostro Risorgimento. Il Duca «Protestante» Lucchese Carlo Ludovico con buona probabilità, ed anche in questo caso invito a leggere alcuni riferimenti che ho posto sul sito www.storico.org, rappresentò esso pure una testa di ponte tra la nostra Penisola e il resto d’Europa, in un’ottica di affratellamento con i Paesi d’Oltralpe, anche protestanti, con cui Lucca fu suo malgrado costretta a misurarsi a partire dal Cinquecento.

(settembre 2017)

Tag: Elena Pierotti, albero genealogico d’Italia, De Nobili, Conti, Lambertini, Massoni, Patin, Buonarroti, Borbone, Bernardini, Repubbliche Marinare, Lucca, Matilde di Canossa, Goffredo di Buglione, Cavalierati.