La fortezza di Mont’Alfonso
Castelli, fortezze e postazioni estensi

Chi sono gli Estensi? Una celebre dinastia italiana che in epoca medievale e poi soprattutto in età moderna fece della città di Ferrara il centro del suo potere politico, teatro di un ben più vasto territorio collocato nell’Italia Settentrionale e solo in parte Centrale, costituente una importante e vigorosa Signoria Italiana.

Sull’origine della dinastia estense ci sono suggestive (per gli storici) interpretazioni. Don Silvano Razzi, un frate camaldolese vissuto a cavallo tra XVI e XVII secolo, scrisse una Vita Mathildis in cui si ribadiva che la dinastia metilica degli Attoni Canossiani avesse qualcosa in comune con gli Estensi. Lo stesso suggerì che gli Estensi altro non fossero che quei Sigifredi del Ducato Lucente da cui sarebbe derivata anche la dinastia Canossiana a partire da Sigifredo Atto.

Non possiamo certamente confutare queste affermazioni. È interessante però scoprire che la principale casata di feudatari estensi proveniva proprio da Lucca. Erano i conti Prosperi che con la città toscana peraltro mantennero sempre stretti rapporti, avendo ancora in tempi recenti proprietà site in terra lucchese.

Non è dato sapere perché nel Quattrocento un membro di detta famiglia si fosse spostato a Ferrara[1]. Particolarmente incuriosita dalle vicende, visto che il personaggio della mia tesi, vissuto tra il 1795 e il 1873, Lucchese, era il conte Padre Gioacchino Prosperi, che ho scoperto per caso avesse, questo pare, rapporti di parentela con i miei avi.

Non è dato sapere se la famiglia del conte Prosperi fosse la stessa dei Prosperi di Ferrara, però alcune particolari circostanze lo farebbero supporre.

Ritornando agli Estensi (che a lungo, a partire dal Cinquecento, governarono l’attuale Garfagnana, terra lucchese che si diede allo straniero per tutelare più da vicino i propri interessi), fecero costruire qui e in tutti i loro domini imponenti fortificazioni. Come erano strutturate le fortezze?

Accanto agli alloggiamenti dei militari e della servitù troviamo nel castello scuderie, armerie, magazzini, officine per la costruzione di armi e ceramiche d’uso comune,[2] lavanderie, laboratori per la produzione di cera e sapone, e quant’altro poteva servire al piccolo esercito e ai signori del vicino palazzo.

Nei sotterranei erano dislocati tutti i magazzini che, in collegamento diretto con il fossato e il canale extramurario, contenevano tutte le materie prime per la vita del castello e dei suoi abitanti. Erano facilmente a contatto con l’acqua,[3] ricchi di vasche e pozzi. Qui si trovavano alcuni laboratori per le attività di trasformazione più grossolane dei prodotti per la cucina e non solo: macellazione, lavaggio e pulizia di derrate, preparazione di cere e altro. Era al piano terra del castello che si sviluppavano le attività più complesse. Qui si trovavano i maniscalchi, i fonditori, i falegnami, i fabbri ferrai, i ceramisti. Tutti coloro che si occupavano di accudire i cavalli, produrre e far manutenzione delle armi, riparare i carri, produrre stoviglie d’uso quotidiano.

Al primo piano, a cui si accedeva da scale strette e a chiocciola, mal riscaldato da bracieri, si trovavano gli alloggiamenti delle truppe e degli ufficiali. Sugli spalti i soldati montavano la guardia e si esercitavano all’uso delle armi.

Mont'Alfonso

La fortezza di Mont'Alfonso

Il castello estense di Mont’Alfonso, presso Castelnuovo Garfagnana, è un esempio di tali incastellamenti, costruito dagli Estensi e intitolato ad Alfonso II d’Este.

Fu progettato dall’ingegnere carpigano Antonio Pasi.

È stato un presidio militare dal XVI al XVII secolo e durante la parentesi napoleonica, dal 1805 al 1814, quando ha fatto parte del Principato di Lucca e Piombino.

Nel 1809, a causa dei grandi costi di manutenzione, la fortezza fu venduta e tornò di proprietà estense nel 1814.

Ai primi del Novecento Mont’Alfonso passò nelle mani di privati, la famiglia scozzese Bechelli.

Questa famiglia la trasformò in sua residenza estiva, facendo dell’edificio di destra della porta Nord che ospitava la «prigione nuova» nel Settecento una villetta in stile liberty che ancora oggi possiamo ammirare. La fortezza si danneggiò particolarmente con il terremoto che colpì la Garfagnana nel 1920 e con i bombardamenti degli anni 1944-1945 perché di qui passava la Linea Gotica. Nel 1980 fortunatamente la Provincia di Lucca ha rilevato la struttura dalla famiglia Bechelli e ha realizzato un’imponente opera di restauro. Oggi la struttura ha riassunto l’antica bellezza ed è utilizzata per eventi e mostre. In Garfagnana gli Estensi poterono vantare splendide rocche, in una terra che per tradizione a partire dall’epoca longobarda ne fu ricca.

Cito per la loro bellezza oltre alle Verrucole, Cascio, Trassilico, Ceserana, Castelvecchio. Sono solo alcune, ristrutturate meravigliosamente e degne di essere ammirate nel loro splendore.


Note

1 Paolo Zanardi Prosperi, Tra Lucca e Ferrara.

2 Nel Castello di Camporgiano, in Garfagnana, troviamo una collezione di bellissime ceramiche del Quattrocento.

3 La Garfagnana ad esempio è particolarmente ricca d’acqua.

(novembre 2020)

Tag: Elena Pierotti, fortezza di Mont’Alfonso, castelli estensi, Medioevo, Italia, Ferrara, Estensi, Don Silvano Razzi, Vita Mathildis, Sigifredi, Canossiani, Sigifredo Atto, Lucca, Padre Gioacchino Prosperi, Garfagnana, castello di Mont’Alfonso, Castelnuovo Garfagnana, Alfonso II d’Este, Antonio Pasi, Bechelli, Linea Gotica, Verrucole, Cascio, Trassilico, Ceserana, Castelvecchio, Paolo Zanardi Prosperi, castello di Camporgiano.