I Cavalieri del Tau
L’Ordine cavalleresco più antico, fondato da Matilde di Canossa, antesignano di modernità

L’Ordine equestre più antico in assoluto, i Cavalieri del Tau, sono una autentica scoperta. Oltre all’assistenza ai pellegrini, i frati si occupavano anche della manutenzione delle strade e dei navigli da trasporto; la loro abilità è documentata dalla costruzione di ponti per l’attraversamento di diversi fiumi lungo la Via Francigena, come l’Arno, l’Elsa, l’Usciana, il Taro e l’Arda. La Domus Hospitalis Sancti Iacobi De Altopassu (erano devoti particolarmente a San Giacomo de Compostella, secondo la tradizione fratello di San Giovanni, entrambi apostoli di Gesù) vide le sue fortune economiche strettamente collegate alle vicende della Via Francigena, dove Altopascio, in provincia di Lucca, è ubicata. La fioritura economica era notevole già alla fine del XII secolo, quando i beni della Magione di Altopascio, luogo dove videro la loro origine, si estendevano su buona parte della Diocesi di Lucca, del Valdarno Inferiore e della Valdinievole, fino a lambire le città di Pistoia e Prato (come testimoniano le Bolle di Papa Anastasio IV del 1154, di Papa Alessandro III del 1169, di Papa Innocenzo III del 1198). In seguito si espanse fuori della Toscana, in Sicilia, in Sardegna e nel territorio di Napoli, con le «obedientie» (case ospitaliere); nel XII-XIII secolo, grazie al Re Filippo Augusto, due Cavalieri del Tau approdarono in Francia, e quindi in Spagna, Germania, Inghilterra. Nel 1180 una casa ospitali venne fondata a Parigi; sullo stesso luogo ancora oggi vi è la chiesa di Saint Jacques du Haut Pas, che da loro e dal Santo di Compostella prende il suo nome. Le fortune prosperarono grazie all’appoggio di Papi e Imperatori per la loro attività filantropica che, col passare del tempo, trascese quella iniziale, legata all’assistenza ai pellegrini e alla manutenzione della Via Romea (altro nome della Francigena, che ancora così si chiama nel tratto lucchese), per dedicarsi più in generale all’assistenza ai malati. I frati di Altopascio, o del Tau, seguirono all’inizio la Regola di Sant’Agostino; nel 1239 vennero assimilati alla Regola di San Giovanni di Gerusalemme, con Bolla di Papa Gregorio IX, che li nominò «Ordine suo regola equestri» degli ospitalieri di Gerusalemme. Il Papa divenne depositario del Beneficio, cioè dei beni dell’Istituzione, e del diritto d’Investitura del Gran Maestro; ai frati restava il Giuspatronato, cioè il diritto di presentazione del Commendatario o Patrono. Nel 1459 Papa Pio II sciolse l’Ordine del Cavalieri del Tau e ordinò la confisca dei loro beni, per accorparli a quelli della Congregazione di Betlemme, di sua istituzione. Tuttavia, grazie alla resistenza del Gran Maestro Giovanni Capponi, che si rifiutò di obbedire, l’Ordine sopravvisse fino al 20 febbraio 1587, data di soppressione del Magistrato d’Altopascio e di scioglimento perpetuo che fece confluire i Cavalieri del Tau nell’Ordine dei Cavalieri di Santo Stefano per opera di Cosimo I de’ Medici. Tuttavia dei frati non si trova più notizia dopo il 1456 e nel 1472 la famiglia Capponi (ossia la stessa di Giovanni) ottenne il Giuspatronato da Papa Sisto IV in cambio della promessa di investire 3.000 fiorini in migliorie edilizie e agricole. Con la morte di Giovanni Capponi si verificò nel Gran Maestrato dell’Altopascio una situazione nuova e spinosa: Cosimo I fece intendere, ed ottenne dai Capponi, che egli voleva presentare una persona a lui gradita nella responsabilità al vertice di quella antica Istituzione. Ugolino Grifoni, già Segretario del Granduca e della Signora Madre, poteva risultare l’uomo chiave, destinato a coprire gli interessi politici, militari e quelli ancor più rilevanti di carattere fondiario ed economico, legati all’Ospedale dei Cavalieri del Tau. La nomina di Ugolino Grifoni al titolo è sancita con Bolla Pontificia del 1540.

Altopascio, comune in provincia di Lucca, già abitato in epoca romana, sorge lungo la Via Francigena, qui chiamata Via Francesca Romea, una delle più importanti vie di pellegrinaggio medievale, che da Roma conduceva in Francia e proseguiva poi fino in Inghilterra. In questo luogo sorse lo Spedale di Altopascio con lo scopo di fornire assistenza ai pellegrini e di provvedere alla manutenzione della via stessa. La prima notizia dello Spedale è del 1084, ma la fondazione è certamente precedente. Lo Spedale fu fondato, secondo la tradizione, da dodici cittadini lucchesi in corrispondenza di un passaggio obbligato tra la palude di Fucecchio e il lago di Sesto (ora bonificato) in prossimità del bosco delle Cerbaie. La scelta non fu casuale, perché le necessità di assistenza e cura erano particolarmente sentite in quei luoghi pericolosi e malsani. In breve lo Spedale divenne così importante che, per adempiere le funzioni cui era preposto, vennero fondati i Cavalieri del Tau. Il loro nome deriva dal lungo mantello nero che i frati indossavano, sul quale era la Croce Taumata, a forma di punteruolo, simile alla lettera Tau greca. Questa Croce, di origini remote, secondo alcuni si riteneva rappresentasse la lettera iniziale della parola Cristo, ma era già da tempo oggetto di venerazione come simbolo della Croce e col significato di perfezione, in quanto lettera finale, conclusiva, dell’alfabeto ebraico. Va inoltre ricordato che il Tau compare anche in luoghi di pellegrinaggio come Santiago di Compostella, quale simbolo dei taumaturghi e che nel Libro di Ezechiele (9, 4) il Tau viene contraddistinto come simbolo di salvezza. Nel caso dei frati di Altopascio, oltre alla simbologia religiosa, costituiva anche un riferimento agli strumenti di lavoro da loro usati, come martello e punteruolo, o alla stampella che implicava il sostegno offerto ai pellegrini. La lunga e gloriosa storia dei frati Ospitalieri del Tau di Altopascio ha conosciuto il massimo splendore nella prima metà del XIII secolo, quando nell’Italia medievale si stavano producendo i più importanti mutamenti: l’emergere delle lotte di fazione all’interno dei vari Comuni ed il conflitto tra il Papato e l’Impero, i due poteri forti che, scontratisi a partire da epoca più remota, aveva segnato tutta l’Età di Mezzo; dovevano questi poteri forti adesso fare i conti con realtà cittadine sempre più consolidate ed in grado ormai di cambiare profondamente il tessuto politico e sociale d’Europa. Altopascio entrò direttamente in questo gioco, subendo pesantemente l’egemonia dei grandi Comuni vicini, soprattutto di Firenze. La città del Giglio, che ambiva infatti alle cospicue ricchezze dell’Ordine degli Ospitalieri, tentò più volte di imporre tasse ad Altopascio, che aveva dipendenze anche nel territorio fiorentino, non riuscendoci solo grazie alla difesa del Papato, il quale più volte dovette porsi a favore della Magione. Ma dove affondava le radici il glorioso Ordine dei Cavalieri del Tau? Come e perché divenne così importante, in questa fetta di terra Toscana, a cavallo tra Lucca, Pisa e Firenze? Addentriamoci nel mistero e nella leggenda.

Del simbolo del Tau, che compare anche in alcuni sigilli affiancato alle conchiglie che i pellegrini si procuravano a Santiago di Compostella, sede del pellegrinaggio di San Giacomo, si appropriò anche l’Ordine Francescano, che ne fece uso. Ma non solo i Padri Francescani, anche gli Antoniani, anche i Cavalieri Templari. Forse c’è da ristabilire una giusta redistribuzione del simbolo. I Cavalieri del Tau avevano una croce bianca cucita su vesti nere, si dice come simbolo di purezza, anche se in Lucca c’è un Tau rosso proprio nello stemma dell’antica Mansione. La Tau dei Cavalieri di Altopascio è inoltre diversa dalle altre perché la parte verticale della T termina a punta, come un chiodo infisso o come una Croce di Cristo piantata nella roccia. Non pare che altri Ordini l’avessero simile. Questo potrebbe essere un chiaro segno distintivo. Tutt’oggi non si conosce l’anno di fondazione dell’Ordine Ospitaliero dei Cavalieri del Tau, in quanto manca anche il documento inerente l’Istituzione dello stesso Ospedale, la cui prima attestazione, come ho ricordato, risale al 1084. Comunque era presente già intorno al 1080 o negli anni immediatamente seguenti, se è vero che in una Bolla di Papa Anastasio IV si fa riferimento a precedenti decime concesse allo Spedale di Altopascio dal Vicario Diocesano Lucchese Anselmo, il quale è da ravvisare nella figura di Papa Anselmo II, che fu infatti a capo della Diocesi di Lucca dal 1073 al 1081. Si era già diffusa peraltro dal 1100 la voce che la fondatrice dello Spedale, ed in particolare dell’Ordine, fosse stata Matilde di Canossa. Non vi sono prove dirette per sostenerlo, anche se la Grancontessa aveva una sontuosa villa nella vicina Vivinaja, oggi Montecarlo di Lucca. Le particolari caratteristiche dell’Ordine dei Cavalieri del Tau, la sua «modernità», scaturisce anche dalla stessa Regola cui l’Ordine addivenne, dopo aver seguito, in un primo momento, la Regola degli Agostiniani.

La Regola dei Cavalieri del Tau impartiva disposizioni sull’alloggio dei viandanti, a seconda del censo, della malattia, delle esigenze di ciascuno; sul nutrimento degli ospiti e sulle loro cure. A testimonianza di ciò la Regola disponeva della presenza fissa di quattro medici e due chirurghi laici (la chirurgia era infatti vietata ai religiosi) ben preparati. Dovevano saper affrontare le malattie dell’epoca, ossia il vaiolo, il tifo, il colera e le principali patologie di chi andava per boschi, cioè ferite, piaghe, fratture. Gli Ospitalieri si dividevano in frati Sacerdoti, generalmente tre nella casa Madre, i Serventi e i Pappini, laici con compiti ben definiti. C’erano poi le Suore, donne con funzioni di infermiere. Ma torniamo a Matilde di Canossa.

La celebre Contessa aveva fondato quasi con certezza questo Cavalierato, primo in Europa. Il simbolo dei «suoi» Cavalieri fu ripreso anche dai Cavalieri Templari e da loro forse adoperato fino al 1128, anno in cui Papa Eugenio III, consigliato dall’abate San Bernardo di Clairvaux, decretò che l’abito templare ricevesse una croce rossa come segno distintivo. Ma anche dopo questo decreto, adottato in esclusiva dai Cavalieri Templari, i loro scudieri (dei Templari) continuarono a portare la croce priva del braccio superiore, cioè il simbolo del Tau. A Viterbo, nella chiesa templare di Santa Maria in Carbonara, è possibile trovare una croce Tau. Sulla fondazione dello stesso Spedale di Altopascio, secondo tradizione fondato da dodici Cavalieri Lucchesi, nulla si ha di certo. Una delle prime testimonianze del celebre Spedale si deve a Nikulas di Munkthvera, un abate islandese che nel 1154 compì un pellegrinaggio a Roma e lasciò un diario di viaggio in cui Altopascio è citato come «Ospitio» di Matilde. Ai tempi di Matilde alcuni riferimenti non confermati da fonti certe vogliono che misteriosi monaci «neri», provenienti dall’Italia, si siano recati in Lotaringia, terra della madre della Grancontessa, Beatrice di Lorena o di Bar. Sempre secondo la tradizione furono questi monaci misteriosi a scegliere il nipote di Matilde, ossia Goffredo di Buglione, poi suo fratello (che diverrà Baldovino I) ed infine il loro cugino (che diventerà Re Baldovino II) come possibili Re di Gerusalemme, ciò a partire dalla Prima Crociata. Ma questa tradizione fa riflettere. Come avrebbero potuto questi monaci avere un potere tale da far eleggere il Re di Gerusalemme? Lo Spedale di Altopascio aveva raggiunto in breve tempo una certa potenza e ricchezza, soprattutto se osserviamo le quantità di Magioni e Possessi sparsi anche solo nell’Italia Settentrionale e a noi noti in modo certo. Si può avere perciò un’idea dell’enorme gettito che la Magione di Altopascio riceveva e rendeva in Carità. Chi, se non l’enorme potere dei Canossa avrebbe potuto dare alla Magione del Tau tanto lustro, diffusione e ricchezza? Nel 1111, sulla via del ritorno in Germania, l’Imperatore Enrico V (che alcuni vogliono figlio naturale di Matilde) incontrò la Grancontessa al castello di Fianello, vicino a Reggio Emilia. Enrico V conferì a Matilde di Canossa per l’occasione il titolo di Regina d’Italia e Vicaria Imperiale. Tutto questo rende credibile la possibilità che ella avesse abbastanza potere da riuscire a progettare un Ordine svincolato dai poteri imperiale e papale? Per alcuni addirittura l’Ordine Templare. Ma è solo leggenda. La tesi è quasi avveniristica, però la madre di Matilde era stata Beatrice di Lorena, il cui padre era insignito anche del titolo di Visconte di Bar. Due Bar pare fossero dentro l’Ordine. Fu lo stesso Goffredo di Buglione a fondare poi in Gerusalemme i Cavalieri del Santo Sepolcro, tutt’ora esistenti, e nel 1239 i Cavalieri Ospitalieri, che in un secondo momento vennero affiancati agli altri Ordini cavallereschi diretti al Santo Sepolcro e, date le Crociate, presero la Regola di San Giovanni. C’erano indubbiamente delle connessioni tra questi vari Ordini che a noi oggi sfuggono. Ciò che è certo è che sotto il Regno di Baldovino II la forza della Siria Franca venne considerevolmente accresciuta con la creazione dell’Ordine del Tempio e della trasformazione in Ordine Militare degli Ospedalieri. Le due istituzioni diedero a Gerusalemme ciò che le mancava maggiormente, e cioè un esercito permanente che non poteva essere sostituito da degli assembramenti delle armate feudali. Fu il loro spirito di sacrificio e la loro conoscenza della guerra musulmana a prestare un servizio incomparabile sia alla causa franca che alla Contessa Matilde di Canossa. Possiamo vedere dietro questi avvenimenti solo una volontà religiosa? Certo che no, ma non possiamo nemmeno avere certezze sul fatto che in quell’occasione i Cavalieri del Tau prendessero le sembianze dei Cavalieri del Santo Sepolcro, come talvolta qualcuno ha affermato. Possiamo semmai solo ipotizzarlo.

Ci fu un uomo nella storia della città di Lucca che ebbe rapporti di parentela con Matilde, in quanto erede di quel Pagano da Corsena, Porcarese (i Porcaresi erano una schiatta longobarda lucchese) che scrisse molto tempo dopo i fatti ascritti un libro su Matilde. Mi riferisco a Castruccio Castracane degli Antelminelli. Il condottiero, celebrato da Machiavelli, fu prima al servizio del Re Inglese poi di Filippo il Bello, Sovrano Francese, che decretò (quest’ultimo) la fine dell’Ordine Templare. Castruccio voleva nella sua epoca costruire un forte Regno del Centro-Nord in Italia, cosa cui anche l’«ava» Matilde aveva in qualche modo almeno cercato. L’operazione non riuscì ma è interessante ricordare, come ho fatto in un precedente articolo pubblicato sul sito, che i Templari Lucchesi, nonostante lo scioglimento dell’Ordine, mantennero le stesse precedenti prerogative. Poteva giovare a Filippo il Bello la formazione di un forte Regno in Italia, che avrebbe indebolito il potere papale? E l’Imperatore che ruolo avrebbe potuto giocare in questa contesa? Anche Castruccio sarebbe stato «vittima», se non fosse deceduto ancor giovane, come lo fu Matilde a suo modo, di questi fragili equilibri politici? Domande senza risposta. Ma i frati del Tau rimasero a Parigi, in Saint Jacques du Haut Pas, oltre lo scioglimento dell’Ordine. Quella chiesa, in epoca successiva, divenne prima, con Caterina de’ Medici, Regno dei monaci benedettini. Poi fu investita dalla Corrente Giansenista, ed al suo interno riposa uno degli abati più vicini a Giansenio. Durante la Rivoluzione Francese fu «risparmiata» dai rivoluzionari, che la mantennero come luogo di culto dei Cattolici e Napoleone I cercò di proteggerla, nel 1801, col Concordato. Non sono in grado al momento di riferire quanto fosse cara ai Lucchesi questa chiesa, che ha al suo interno un organo celebre per la musica sacra. Mi piace pensare che i vari importanti musicisti di musica sacra della mia città non abbiano disdegnato quella meraviglia architettonica e culturale ad un tempo nelle numerose visite alla capitale francese.

(gennaio 2016)

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