La dinastia degli Angioini
Fu tra le più importanti famiglie nate da un ramo cadetto, ma ebbe termine a causa dei suoi incessanti e sanguinosi contrasti interni

La grande famiglia di origine francese, che ha visto il suo periodo di maggiore successo tra la fine del Duecento e il Quattrocento, è tipica di un periodo storico dominato ancora dall’incertezza degli ordinamenti giuridici e dallo scarso senso dello Stato. La famiglia al pari di quella degli Angioini-Plantageneti in Inghilterra è stata interessata da contrasti interni molto duri, ma diversamente dalla precedente non si è radicata su un singolo territorio, e attraverso matrimoni e acquisti ha visto mutare in maniera continua i suoi domini, arrivando a possedere vastissimi territori sia pur molto frazionati. Noi conosciamo gli Angioini soprattutto per il loro governo a Napoli, ma un altro ramo della famiglia arrivò a controllare gran parte dell’Europa Orientale. Nel periodo in questione il feudalesimo è in fase di regressione in Europa, tuttavia con le sue istituzioni precarie caratterizza ancora tale mondo, rendendo la Nazione e lo Stato una realtà molto fluida. Gli Angioini non si interessarono più di tanto alle lotte cruente fra famiglie rivali nel Nord Italia, ritenevano di ampliare i loro poteri in maniera diversa.

Il fondatore della dinastia è chiaramente il potente e ambizioso Carlo d’Angiò fratello minore del Re di Francia Luigi IX il Santo, e quindi membro della antichissima dinastia dei Capetingi. Come tutti i cadetti doveva accettare una eredità minore rispetto al primogenito, e venne insignito dal padre conte di Anjou e Maine, due regioni contigue nel Nord-Ovest della Francia. A venti anni sposò la dodicenne Beatrice contessa di Provenza e Forcalquier (quest’ultima è una piccola regione compresa fra la precedente e la Liguria) e divenne egli stesso conte di quei domini, anche se dovette affrontare le sorelle di lei che si ritenevano ingiustamente spossessate. La Provenza era una regione particolarmente ricca e aveva costituito fino allora una realtà separata dalla Francia, solo molto più tardi, nel 1481, venne incorporata. Negli anni successivi Carlo acquistò un piccolo possedimento nelle Fiandre, il diritto alla successione del Regno di Arles (contiguo alla Provenza) e alcuni piccoli possedimenti in Piemonte, ma il colpo maggiore avvenne nel 1266, quando con il sostegno morale del Papato conquistò militarmente il ricco Regno di Sicilia (comprendente tutto il Sud d’Italia), e ottenne dal Papa la nomina a vicario imperiale della Toscana anche se ovviamente il potere su quella terra fu solo nominale. Il desiderio di nuove conquiste non era ancora terminato, poco tempo dopo iniziò a interessarsi all’Europa Orientale attraverso alleanze e il suo intervento diretto. Occupò Durazzo proclamandosi Re d’Albania, acquistò il titolo onorifico di Re di Gerusalemme, e ottenne il diritto alla successione sul Principato di Acaia (Peloponneso) e per la sua famiglia il diritto di successione sull’Impero Latino (Stato in parte coincidente con l’Impero Bizantino retto in origine da crociati e Veneziani) ma nello stesso periodo subì uno dei maggiori colpi alla sua politica di conquista a causa di quella che noi conosciamo come la rivolta dei Vespri Siciliani. Nel Medioevo era abbastanza insolito che una rivolta popolare rovesciasse il potere di un grande signore, ma il modo autoritario di governare tipico di Carlo aveva spinto i Siciliani a chiedere l’aiuto degli Aragonesi ritenuti più tolleranti. La dinastia spagnola prese effettivamente possesso dell’isola e diede origine ad un lunghissimo conflitto fra le due famiglie.

Carlo morì non molto tempo dopo, nel 1285, lasciando al mondo quattro figli maschi e quattro figlie femmine, insieme a un vasto dominio.

Il figlio primogenito, Carlo II detto Lo Zoppo, partecipò alla guerra contro gli Aragonesi ma venne sconfitto e fatto prigioniero da questi. Successivamente in seguito a trattative venne liberato, ma dovette rinunciare a ricuperare la Sicilia. Poté quindi prendere regolarmente possesso dei possedimenti del padre e si distinse come buon legislatore. Ebbe come moglie la figlia del Re d’Ungheria (dinastia Arpadi) e pertanto il loro figlio avrebbe potuto ereditare lo Stato Ungherese, dato che il fratello di lei era senza eredi. Carlo II aveva disposto di dividere in qualche modo i territori occidentali da quelli orientali, con la sua morte, tuttavia, la dinastia iniziò a smembrarsi e diede origine a gravi contrasti e lotte interne. Alla sua morte lasciò ben quattordici figli, quelli che ebbero maggiore rilievo furono comunque quattro che diedero vita ai rami: Ungheria, Napoli, Taranto, Durazzo.

- Il figlio primogenito Carlo Martello a causa della sua morte prematura non ereditò molti titoli, fu Principe di Salerno e Re titolare d’Ungheria ma i nobili locali gli preferirono un altro discendente della famiglia Arpadi.

- Al figlio Roberto, detto il Saggio per le sue qualità intellettuali, andarono gran parte dei possedimenti occidentali (Anjou, Maine, Provenza, Calabria, Napoli, alcuni territori piemontesi, nonché la titolarità del Regno di Gerusalemme).

- Il figlio Filippo venne nominato dal padre Principe di Taranto (territorio associato a Napoli) ed ebbe l’Albania e l’Acaia (quest’ultima contesa da altri fratelli). A sedici anni sposò la figlia del despota d’Epiro (uno dei territori sorti dopo le crociate dalla temporanea dissoluzione dell’Impero di Bisanzio) e avrebbe dovuto ottenere i titoli del padre di lei rivendicati però dagli altri figli. Non avendo ottenuto tali diritti, ripudiò la moglie e si sposò con Caterina Valois Courtenay, formalmente Imperatrice dell’Impero Latino, sperando di ottenerne il possesso effettivo ma senza successo. I successori ebbero ruoli minori, tuttavia un suo figlio fu marito della Regina Giovanna, e si trovarono per tale ragione invischiati nella contesa con i Durazzo.

- Il figlio Giovanni ottenne un patrimonio minore, il ducato di Durazzo, si distinse principalmente come capo militare, in teoria in base ad un accordo di famiglia avrebbe avuto anche l’Albania, ma questa era in gran parte occupata dal despota dell’Epiro. I suoi figli subirono gli effetti delle contese dinastiche, il primogenito Carlo fu giustiziato al tempo della discesa di Luigi d’Ungheria a Napoli, mentre l’altro figlio Luigi in contrasto con i Taranto venne avvelenato. Il figlio di quest’ultimo divenne comunque Re di Napoli.

- Un altro figlio, Raimondo Berengario, ottenne la Provenza e i possedimenti in Piemonte, ma morì giovane senza eredi, e il patrimonio ritornò ai fratelli.

Il figlio di Carlo Martello, Carlo Roberto, riuscì a prendere possesso dell’Ungheria, ed anzi poté governare a lungo con poteri assoluti. Ebbe un matrimonio fortunato sposando la sorella di Casimiro il Grande (dinastia Piasti) Re di Polonia e con tale matrimonio il figlio Luigi fu Re di Ungheria e Polonia. L’eredità di Luigi detto il Grande per le sue azioni militari, passò alle figlie, Maria divenne Regina d’Ungheria e la sorella Edvige fu Re (titolo adoperato in luogo di Regina) di Polonia, quest’ultima sposò Jogaila (Ladislao Jagellone) di Lituania convertitosi al Cristianesimo, e il Trono passò quindi agli eredi di lui. Maria fu duramente avversata da Carlo III di Durazzo (imprigionata per un certo periodo), morì molto giovane e non avendo figli il Trono passò a Ladislao figlio del suo parente nemico.

Il figlio di Roberto il Saggio, Carlo che per un certo periodo era stato nominato dal popolo Signore di Firenze, morì abbastanza giovane e non poté subentrare nel patrimonio principale del padre che andò alla nipote Giovanna, una delle prime donne ad esercitare un potere effettivo in Europa, accompagnata da una pessima fama e all’origine dei contrasti familiari. Giovanna (a cui erano andate Napoli e la Provenza) sposò il cugino di secondo grado Andrea (cadetto di Anjou ramo d'Ungheria) che venne poco dopo fatto assassinare da lei. Il gravissimo atto suscitò la reazione di Luigi d’Ungheria che con un potente esercito scese a Napoli. Giovanna fuggì in Provenza, ma l’insigne parente non riuscì a stabilire il potere sulla città a causa della peste e per la ribellione delle milizie cittadine. Giovanna tornò a Napoli e sposò un altro cugino di secondo grado, Luigi (Anjou ramo di Taranto). Il nipote di Giovanni di Durazzo, forte del sostegno papale spodestò la zia e divenne Re col nome di Carlo III. Giovanna che nel frattempo aveva avuto due altri mariti, venne infine fatta uccidere. Le ambizioni di Carlo III non erano comunque terminate, nel 1385 spodestò Maria e assunse la Corona d’Ungheria, ma venne ucciso poco dopo dai parenti. Gli Angiò Durazzo divennero quindi il ramo più potente della dinastia, ma la Provenza e l’Anjou non seguirono più le vicende del Regno di Napoli, alla morte di Giovanna passarono al figlio cadetto del Re di Francia Giovanni Valois detto il Buono, Luigi, fondatore di una nuova dinastia sempre denominata Anjou. Ladislao figlio di Carlo III, dotato di un senso di ambizione e spregiudicatezza non diverso da quello del padre, si trovò quindi in possesso di un territorio vastissimo comprendente sia l’Ungheria (successivamente persa per opposizione del marito di Maria) che Napoli, anche qui duramente contestato. Luigi II della nuova dinastia Anjou, ritenendosi erede di Giovanna, discese a Napoli e combatté contro Ladislao ma dovette successivamente rinunciare. Con l’avvento del nuovo Papa Innocenzo VII, nel 1405 Ladislao cambiò la tradizionale politica filopapalina della dinastia, e sconfitti i nemici interni, invase gran parte dei possedimenti pontifici. Molti Signori Italiani iniziarono a temere dell’eccessiva potenza di Ladislao e si coalizzarono contro di lui con alterne vicende, finché nel 1414 all’età di trentotto anni Ladislao (alcuni ritengono avvelenato) morì. Non lasciava figli legittimi e il trono passava alla sorella Giovanna II. I contrasti non erano in alcun modo terminati, il marito di Giovanna, Giacomo II di Borbone, tentò di strappare il titolo di Re di Napoli alla moglie, ma fu costretto a fuggire, mentre gli amanti di lei svolgevano un ruolo notevole nelle vicende del Regno. Nel 1420 Luigi III della nuova dinastia Anjou con il sostegno papale tentò di impossessarsi del Regno in quanto erede di Giovanna I. Giovanna II chiese l’aiuto della ex famiglia nemica Aragonese, la quale intervenne in soccorso col proposito tuttavia di assumere il potere a Napoli. Ciò spinse alla riconciliazione fra Giovanna e Luigi e ad un breve periodo di pace interrotto dall’assassinio da parte della Regina del suo principale favorito, Sergianni Caracciolo. La morte di Giovanna segnò la fine definitiva della potente dinastia, nel suo testamento la Regina non avendo figli indicò come erede Renato fratello di Luigi III (nel frattempo deceduto), ma alla sua morte divenne Re Alfonso d’Aragona che riunì dopo oltre un secolo e mezzo la Sicilia a Napoli.


Genealogia semplificata

Carlo




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Carlo II (Napoli) Filippo (Acaia)



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Carlo Martello (Ungheria) Roberto (Napoli) Filippo (Taranto) Giovanni (Durazzo)

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Carlo Roberto (Ungheria) Carlo
Carlo (giustiziato) Luigi (avvelenato)
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Luigi (Ungheria, Polonia) Giovanna (Napoli)

Carlo III (Napoli, Ungheria)
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Maria (Ungheria) Edvige (Polonia)

Ladislao (Napoli, Ungheria) Giovanna II (Napoli, Ungheria)
(dicembre 2014)

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