Le grandi case regnanti d’Europa da Carlo Magno a Napoleone
Incertezze e contrasti familiari hanno caratterizzato la storia delle grandi famiglie

Negli studi storici siamo portati a identificare una dinastia con uno Stato ed una Nazione, ciò anche per motivi di semplificazione e di maggiore comprensibilità di alcuni eventi. Ma l’identificazione fra casa regnante e Stato è una realtà complessa che avviene nei secoli più tardi, mentre in periodo medievale (ma anche successivamente) lo Stato è una semplice proprietà di famiglia, e quindi soggetta a cambiamenti anomali sulla base di alienazioni, divisioni ereditarie, conquiste o politiche matrimoniali. Talvolta per l’identificazione di uno Stato occorrono altri elementi e considerare anche la nazionalità dei suoi massimi funzionari e la località di residenza della corte. Nel corso delle complesse vicende dinastiche talvolta i territori ereditati venivano accorpati a quelli posseduti precedentemente, altre volte venivano tenuti separati con amministrazioni diverse e nel corso di vicende successive potevano staccarsi nuovamente. Non era assolutamente raro, ed anzi nel periodo medievale molto comune, il caso che si creassero Stati a macchia di leopardo, frutto di successive eredità.

Il Sacro Romano Impero (istituzione che formalmente contrastava con l’Impero Bizantino) fu un’entità statale tutt’altro che salda, situazione ben rappresentata dalla mancanza di una capitale che avrebbe potuto dare il senso della continuità dello Stato. La precarietà del sistema fiscale contribuì alla degenerazione del potere centrale e alla formazione di un potere legato più al singolo personaggio che ad una istituzione statale. Dopo la morte di Ludovico il Pio, figlio di Carlo Magno, l’Impero venne diviso in tre parti (Francia, Germania e Italia comprendente anche una vasta regione fra le prime due), divisione che ebbe grande rilevanza nei secoli successivi e nella successiva formazione degli Stati Nazionali.

La successione degli Imperatori Carolingi (come quella dei tre titoli reali) fu tutt’altro che lineare, la Corona passava in alcuni casi da padre in figlio, ma anche da nipote a zio, o fra cugini anche non di primo grado. Interessante notare che il titolo imperiale non fu appannaggio di un solo ramo familiare ma passò disordinatamente ai possessori di una delle tre corone reali, e che in alcuni casi il titolo passò a nobili di nazionalità diversa. Nell’891 venne incoronato da Papa Stefano V Guido Guidoni, duca di Spoleto, figlio di una discendente di Pipino Re d’Italia (figlio di Carlo Magno) che aveva sposato un Italiano. Il nobile in questione contese il titolo ad un altro Italiano, Berengario del Friuli, figlio di Gisela, a sua volta figlia di Ludovico il Pio, che divenne Imperatore ventiquattro anni più tardi. Entrambi i personaggi godettero del titolo senza comunque possedere poteri effettivi. Nel corso del periodo carolingio si ebbero fasi di interregno e sovrapposizioni di più personaggi che rivendicavano il possesso dello stesso titolo. In teoria il Papato con la sua autorità morale (e il suo diritto alla cerimonia di incoronazione) avrebbe dovuto certificare i reali possessori del titolo, ma la situazione di incertezza che riguardava lo Stato interessava analogamente la Chiesa.

Nell’877 a causa delle difficoltà finanziarie dell’Impero gli incarichi pubblici divennero ereditari, evento che favorì la definitiva disgregazione dello Stato e la affermazione del feudalesimo. Nello stesso periodo la regione intermedia tra Francia e Germania venne sostanzialmente annessa a quest’ultima, la Corona d’Italia (teoricamente la più importante) a causa delle eccessive contese perse di importanza, mentre la Francia sebbene molto frazionata e con un’autorità centrale debole, rimase autonoma rispetto all’Impero. La parte più salda dell’Impero rimase la Germania, qui nel 911 alla morte di Ludovico il Fanciullo, l’ultimo dei Carolingi a regnare sui Franchi Orientali (senza eredi), si ebbe l’elezione da parte dei grandi del regno di Corrado duca di Franconia (la regione più sviluppata dei territori a Est del Reno) Re di Germania, ma alla sua morte venne eletto il suo avversario Enrico I l’Uccellatore duca della più potente regione di Sassonia che diede vita ad una nuova dinastia che con suo figlio Ottone divenne imperiale, dopo quaranta anni di titolo vacante. La nuova dinastia ebbe una successione più regolare, solo l’ultimo, Enrico II lo Zoppo duca di Baviera, era cugino (di secondo grado) e non figlio del precedente Imperatore.

Alla sua morte Enrico II (1024) non lasciò eredi, e venne eletto nuovo Re un personaggio non particolarmente potente, Corrado II il Salico (Franchi Salii era il nome di una tribù germanica) conte di Spira nella regione di Franconia, non parente di Corrado I (o almeno solo lontanamente) e bisnipote di una figlia di Ottone I. La sua maggiore iniziativa legislativa, l’ereditarietà dei feudi minori, rinforzò il feudalesimo in Germania. Come la precedente dinastia si interessò all’Italia con frequenti lunghi soggiorni nel nostro Paese (Ottone III aveva fatto dello Stato Italiano la parte principale dell’Impero), si riteneva che scomparsa di fatto la Corona d’Italia, il Re di Germania fosse anche Re d’Italia. La sua dinastia (conosciuta come dinastia Salica o di Franconia) ebbe quattro Imperatori tutti succeduti regolarmente di padre in figlio. L’ultimo, Enrico V, non aveva eredi ma prima di morire indicò i figli di sua sorella, sposata agli Hohenstaufen di Svevia (regione Sud-Ovest della Germania) come successori. Tale indicazione non venne accolta dai nobili elettori e divenne Imperatore Lotario III di Supplimburgo, duca di Sassonia. Il contrasto continuò negli anni successivi, e particolare interessante, fautore della temporanea riconciliazione fu Bernardino di Chiaravalle. Sorse in quel periodo il contrasto tra guelfi (da Welf, importante dinastia della Baviera) e ghibellini (da Weiblingen castello degli Hohenstaufen, dinastia ritenuta antipapalina). Alla morte di Lotario comunque venne eletto Imperatore (o forse solo Rex Romanorum) Corrado Hohenstaufen duca di Franconia (il fratello di Federico duca di Svevia). Alla sua morte pur avendo figli, preferì per rispetto lasciare l’eredità al figlio del fratello, Federico il Barbarossa. Il figlio di quest’ultimo, Enrico VI il Crudele (Imperatore dal 1190 al 1197) sposò Costanza d’Altavilla e da allora il Regno di Sicilia, a quel tempo una delle regioni più prospere d’Europa, venne retto dai successori. Il loro figlio, Federico II era ancora minorenne, e pertanto si ritenne di passare il trono al fratello di Enrico, Filippo, la cui elezione venne contestata dai principi guelfi che elessero Ottone IV Welf-Brunswick, duca della regione francese d’Aquitania e con pochi possedimenti in Germania. Nel 1208 Filippo venne assassinato, ma le vicende non andarono meglio per Ottone che tre anni dopo venne scomunicato e deposto, in uno dei primi dei molti atti di interferenza del Papato nelle vicende reali e imperiali. Federico II divenne Re di Sicilia e Imperatore, in uno dei periodi di maggiore splendore del Sud Italia e nonostante la scomunica regnò a lungo trasmettendo i suoi titoli al figlio Corrado IV. Con suo figlio Corradino, Re di Sicilia ma non Imperatore, si estinse la casata e per venti anni la corona imperiale rimase vacante.

In questo periodo mentre in altri Paesi si assisteva ad un consolidamento del potere centrale, si rafforzò il frazionamento territoriale in Germania, e non era difficile che una famiglia governasse territori diversi anche molto distanziati fra loro, le regioni renane persero di importanza e prevalsero quelle centromeridionali. Tre casate comunque divennero preminenti: gli Asburgo, i Lussemburgo e i Wittelsbach che nel corso degli anni governarono regioni diverse. Nel corso del tempo l’espressione Sacro Romano Impero si rivelò inadeguata e si sostituì con quella di Sacrum Romanorum Imperium Nationis Germanicae, che indicava una evidente restrizione territoriale. Nel 1273 venne eletto Re dei Romani Rodolfo d’Asburgo conte di Alsazia (e titolare anche di alcuni possedimenti in Svizzera); ottenne l’Austria (regione Nord dell’attuale Austria), la Stiria (Centro-Sud Austria) e la Carniola (Sud Austria) per i figli, ma non fu in grado di trasmettere loro il titolo imperiale, e gli succedette un personaggio non particolarmente potente, Adolfo conte di Nassau. Il suo regno fu breve, e nel 1298 venne deposto e sconfitto militarmente da nobili e clero guidati da Alberto d’Asburgo. Anche il regno di Alberto fu caratterizzato da lunghe lotte interne. Venne assassinato, e alla sua morte fu eletto Enrico VII conte di Lussemburgo che tentò vanamente di ristabilire i poteri imperiali sull’Italia, dove venne ucciso. Alla sua morte venne eletto nel 1314 Imperatore Ludovico IV Wittelsbach, duca di Baviera, ma trenta anni dopo con l’appoggio del Papato e della corte di Francia, Carlo IV di Lussemburgo Re di Boemia venne eletto anti-imperatore. Dopo la sua elezione tentò anch’egli di imporre i suoi poteri sull’Italia, fece di Praga un’importante città, ma l’atto principale del nuovo Imperatore fu la cosiddetta Bolla d’Oro che mise ordine nel sistema di elezione dell’Imperatore limitandone però anche i suoi poteri. Alla sua morte venne eletto Imperatore il figlio Venceslao il Pigro che per un periodo appoggiò gli eretici hussiti boemi, finì imprigionato e deposto. Venne quindi eletto Roberto Wittelsbach Elettore del Palatinato (regione in parte corrispondente con la Franconia, mentre la Baviera era passata ad un altro ramo della famiglia), ma alla sua morte divenne Imperatore Sigismondo, Re di Boemia e Ungheria, fratello di Venceslao. Sigismondo combatté gli hussiti, divenne molto potente ma non ebbe eredi maschi e con lui si concluse la dinastia dei Lussemburgo. Prima di morire diede la figlia in sposa ad Alberto II Asburgo che acquisì così Boemia e Ungheria, e da quel momento in poi il titolo imperiale appartenne quasi sempre alla famiglia. Il regno di Alberto fu brevissimo, morì l’anno successivo (con erede maschio nato postumo) e il potere passò nel 1440 al cugino di secondo grado Federico III appartenente al ramo leopoldino, ultimo Imperatore ad essere incoronato a Roma. Il nipote (figlio del figlio) Filippo sposò Giovanna la Pazza figlia di Ferdinando e Isabella di Spagna. Il loro figlio fu il grande Carlo V che regnò su gran parte d’Europa, ma che alla sua morte decise di dividere i possedimenti, al fratello Ferdinando I la Germania (Austria, Boemia e il titolo imperiale) e al figlio Filippo II la Spagna (insieme a Regno di Napoli, Milano, Franca Contea, Paesi Bassi, colonie americane). I discendenti di Filippo II sposarono cugine (o nipoti) del ramo d’Austria senza tuttavia riunire i Regni e si estinsero nell’anno 1700.

Il ramo d’Austria degli Asburgo regnò a lungo, ma anche questo non ebbe una successione sempre regolare. Da Ferdinando I il trono passò al figlio e successivamente al figlio di questi, ma venne sostituito dal fratello a causa delle sue condizioni di salute. Non avendo figli, il trono passò al cugino Ferdinando II. Dopo di lui il trono passò al figlio, al nipote e al bisnipote Giuseppe I, che riuscirono a riprendere definitivamente l’Ungheria, che aveva conosciuto un lungo periodo di disordini e occupazioni. Non avendo eredi maschi, dopo di lui il trono passò al fratello Carlo VI che si considerava anche Re di Spagna dal momento che si erano estinti gli Asburgo di Spagna. Non solo non poté governare il Paese Mediterraneo, ma avendo come eredi solo figlie femmine, Maria Teresa e Maria Anna, il trono passò a Carlo VII Wittelsbach, duca di Baviera, imparentato alla lontana con gli Asburgo, dopo due anni di interregno e una dura guerra. I suoi tre anni di regno furono caratterizzati dallo scontro tra Francesi (suoi alleati) e Austriaci. Sulla base di un accordo il successore fu il marito di Maria Teresa, Francesco I duca di Lorena, una regione al confine tra Francia e Germania. Il governo effettivo venne lasciato alla consorte, nota come una grande riformatrice, ma diede comunque origine alla nuova dinastia degli Asburgo-Lorena. La nuova dinastia vide il succedersi del figlio Giuseppe II (senza eredi) e successivamente di suo fratello Leopoldo II, entrambi prosecutori dell’opera riformatrice della madre. Il figlio di quest’ultimo, Francesco II, fu l’ultimo a fregiarsi del titolo di Imperatore dei Romani e sotto la pressione di Napoleone dovette assumere il titolo di Imperatore d’Austria.

Anche in Francia nei primi decenni del 900 il potere dei Carolingi si andava estinguendo, Roberto il Forte conte d’Angiò nel Nord-Ovest della Francia, ebbe due figli: Oddone (chiamato anche Eude) conte di Parigi e Roberto I (marito di una discendente dei Carolingi) che furono entrambi Re di Francia. Il figlio di quest’ultimo, Ugo il Grande (detto anche il Bianco per il suo pallore o l’Abate per le numerose abbazie governate) fu uno dei feudatari più potenti dell’epoca, sposò una figlia di Enrico l’Uccellatore, ma preferì rinunciare al titolo di Re, e il potere passò di nuovo ai Carolingi. Cinquanta anni dopo nel 987 però il figlio Ugo Capeto (così chiamato dal nome della cappa da abate) si riprese il titolo attraverso una elezione da parte dei Grandi (nobili e clero) di Francia e diede vita ad una lunga dinastia, i Capetingi. Nei primi secoli la Monarchia ebbe poteri limitati tuttavia la successione rimase piuttosto lineare, solo dopo la morte di Filippo IV nel 1314, si alternarono al trono i tre figli, l’ultimo dei quali, Carlo IV il Bello non avendo figli maschi passò il trono al cugino Filippo VI il Fortunato conte di Valois, una regione francese a ridosso del Belgio. Tale scelta venne contestata da Edoardo III Re d’Inghilterra (figlio di una figlia di Filippo IV) e diede il via alla terribile Guerra dei Cent’anni.

Anche la dinastia dei Valois ebbe una successione abbastanza regolare fino a Carlo VIII che ebbe quattro figli, tutti morti in tenera età. Il trono passò quindi nel 1498 a un lontano cugino, Luigi XII duca d’Orleans (regione centrale della Francia) che aveva sposato la sorella di Carlo. Luigi non ebbe figli maschi, e il trono passò al marito della figlia, Francesco I duca di Angouleme, una regione nell’Ovest della Francia, non particolarmente ricca. Il personaggio è noto per la sua guerra contro Carlo V, ma non ebbe una discendenza molto lunga. Al figlio successero i suoi tre figli, l’ultimo dei quali Enrico III vide la guerra fra Cattolici e protestanti. Pur non essendo rigidamente schierato alla fine scelse di combattere i Cattolici e venne assassinato da un monaco fanatico. Non avendo eredi, prima di morire nominò suo successore il cognato Enrico di Borbone-Navarra, capo del fronte protestante, che salì al trono nel 1589 (passando nel fronte cattolico) come Enrico IV di Borbone. Anche la situazione dinastica di quest’ultimo risultava abbastanza complessa. In origine i Bourbon erano signori della regione Borbonese nella parte centrale della Francia ed imparentati nel Duecento con i Capetingi. Il padre di Enrico, Antonio, sposò Giovanna d’Albret nel 1548 e divenne Re di Navarra ereditando il titolo dal padre di lei. La Navarra costituiva un territorio a cavallo dei Pirenei con la parte principale nella regione spagnola (in parte corrispondente con il Paese Basco) e una parte di territorio sul versante francese. La parte iberica venne assorbita dalla Spagna nel 1515, la restante parte rimase indipendente finché con la salita al trono dei Borboni entrò a far parte definitivamente della Francia. Quella dei Borboni fu una dinastia abbastanza salda, tuttavia Luigi XIV ebbe un figlio (il Gran Delfino) che morì giovane e poco dopo stessa sorte toccò al nipote diretto (duca di Borgogna) e il trono passò al bisnipote Luigi XV, il quale a sua volta ebbe un figlio morto giovane e dovette passare il trono al nipote Luigi XVI.

Un figlio del Gran Delfino (quindi fratello del duca di Borgogna) Filippo (V secondo la numerazione spagnola) salì al trono di Spagna nell’anno 1700 quando si estinsero gli Asburgo di Spagna con i quali era imparentato. Nel 1724 decise di abdicare a favore del figlio che invece morì pochi mesi dopo e ritornò al trono che mantenne per altri venti anni. Prima della sua morte riuscì a riprendere per suo figlio (Carlo III secondo la numerazione italiana) il Regno di Napoli, al quale aveva dovuto rinunciare in seguito alla guerra di successione spagnola (1701-1714). La ripresa del Napoletano avvenne nel corso della successiva guerra di successione polacca (1733-1738), anche se i tempi e la complessità dell’amministrazione non consentivano più che uno stesso Sovrano riunisse più corone e i tre rami borbonici (quattro considerando i Borbone-Parma) rimasero separati. La figura di Carlo III è emblematica della complessità delle questioni dinastiche dell’epoca. Fu duca di Parma e Piacenza, poco dopo Granduca di Toscana, abbandonò tali titoli per ottenere il riconoscimento internazionale di Re delle Due Sicilie, infine divenne Re di Spagna.

Nel 1066 il Normanno francesizzato Guglielmo il Conquistatore, duca di Normandia (e quindi soggetto formalmente all’autorità francese) conquistò l’Inghilterra. Non si trattò di un atto puramente militare, ma di una questione dinastica, dal momento che Edoardo III il Confessore aveva designato lui in quanto cugino successore al trono che venne però occupato alla sua morte dal cognato Aroldo (Harold Godwin conte di Wessex). La dinastia normanna riformò in senso centralistico lo Stato ma ebbe anch’essa problemi di successione. A Guglielmo successero i suoi due figli ma l’ultimo (Enrico I) ebbe solo una figlia femmina che sposò Goffredo il Plantageneto conte d’Angiò. Alla sua morte il trono passò al figlio della sorella (Stefano conte di Blois), ma dopo una lunga e sanguinosa contesa dinastica la Corona passò agli Angioini-Plantageneti che ebbero una lunga successione, ma anche un primo pesante contrasto (ai tempi di Giovanni Senzaterra) con i Capetingi per il possesso di alcuni territori francesi. Come conseguenza di un nuovo contrasto con i Monarchi Francesi, il Parlamento nel 1327 depose, imprigionò e probabilmente fece anche uccidere Re Edoardo II, ma tale evento non ebbe conseguenze sulla dinastia, e nello stesso anno salì al trono il figlio Edoardo III. Anche il nuovo Sovrano conobbe tristi vicissitudini e nei primi anni il potere venne contestato dalla madre e dall’amante di lei in un classico intrigo di palazzo. Il giovane Re si considerava anche erede legittimo del trono francese come abbiamo visto precedentemente, ma tale pretesa non venne accolta. Alla sua morte la situazione si complicò ulteriormente con contrasti dinastici che diedero vita successivamente al lungo conflitto fra i rami York e Lancaster. Morto il Re e prematuramente il suo figlio primogenito, il trono passò al nipote diretto di Edoardo, ma nel 1399 venne spodestato dal cugino Enrico IV Bolingbroke Lancaster, importante anche per aver reintrodotto l’inglese come lingua ufficiale. Successivamente il trono passò al figlio Enrico V e quindi a suo figlio Enrico VI che negli ultimi anni diede segni di squilibrio e venne affiancato dal lontano cugino Riccardo di York (sempre discendente di Edoardo III), che tuttavia alla fine venne sconfitto e ucciso. Il figlio Edoardo IV vendicò il padre e sconfisse Enrico VI che venne imprigionato e ucciso. Il Re di Francia complottava comunque contro di lui, ma grazie all’alleanza con la Borgogna da tempo in guerra con i Francesi, poté riprendere il trono temporaneamente perso e si ebbe un periodo di relativa calma nel Regno. A Edoardo successe il figlioletto Edoardo V, ma per brevissimo tempo, venne catturato (e si ritiene ucciso) dallo zio Riccardo III. Anche Riccardo III ebbe un regno brevissimo, Enrico VII Tudor conte di Richmond, imparentato con i Lancaster, sconfisse Riccardo (ma sposò una discendente degli York per volontà di riconciliazione), e assunse la corona. Con i Tudor tramonta il periodo feudale e lo Stato si riorganizza su basi più salde, fu anche la prima importante dinastia a riconoscere i diritti delle figlie femmine. Morto Enrico VII succedette il figlio Enrico VIII, e quindi Edoardo VI. Alla sua morte per impedire che il trono passasse ai papisti venne scelta come successore la lontana cugina diciassettenne lady Jane Gray. Fu Regina per soli nove giorni, la sorellastra di Edoardo, Maria (detta la Cattolica o la Sanguinaria), la detronizzò e la mandò a morte. Maria fu anche la moglie del grande Re Spagnolo Filippo II, ma tale evento non influì sugli eventi politici dell’epoca. Dopo di lei il trono passò all’altra sorellastra, Elisabetta, che non avendo figli pose termine alla dinastia. Divenne quindi Re il nipote Giacomo Stuart Re di Scozia (dando inizio all’unione fra Inglesi e Scozzesi) e successivamente il figlio Carlo I che finì decapitato in seguito alla rivoluzione puritana di Oliver Cromwell. La dinastia non ebbe però termine, undici anni dopo il figlio Carlo II riprese regolarmente la corona, che successivamente passò al fratello Giacomo II accusato di dispotismo e di voler restaurare la religione cattolica. Il Parlamento lo depose, impedì la successione del figlio Giacomo Francesco Edoardo ritenuto anche lui Cattolico, e dichiarò Sovrani contemporaneamente la figlia Maria II e il suo marito, l’Olandese Guglielmo III Orange, già statolder (governatore) dei Paesi Bassi. Dopo di loro fu Regina la sorella di Maria, Anna, che mise fine alla dinastia essendo i diversi figli morti tutti in tenera età. Il Parlamento per timore di un ritorno di Sovrani Cattolici (diversi i tentativi di insurrezione dei giacobiti fino al 1745) impose come successore pur essendoci parenti più vicini, il lontano cugino Giorgio I Elettore di Hannover che diede vita alla nuova dinastia conclusasi con la Regina Vittoria nel 1901.

La maggior parte dei rami cadetti ereditava sostanzialmente titoli onorifici e solo piccole porzioni di territorio comunque facenti parte del più vasto Stato governato dal ramo principale. In alcuni casi tuttavia, alcuni rami cadetti partendo da un ristretto patrimonio si sono affermati a livello internazionale, come gli Angioini. Di dinastie angioine, nel senso di famiglie che presero nome dal possesso della regione Anjou (nel Nord-Ovest della Francia) ne sono esistite diverse. La prima (non ramo cadetto) come abbiamo visto fu quella chiamata anche dei Plantageneti, la seconda fu quella iniziata da Carlo I, fratello minore del Re Luigi il Santo quindi distaccatasi dai Capetingi. Dopo aver ottenuto la Provenza in quanto marito di Beatrice di Provenza, nel 1265 prese con il sostegno del Papa la Sicilia e successivamente tutto il Meridione essendo stato deposto Manfredi. Per un certo periodo sembrò che dovesse prevalere su tutta l’Italia, quando scoppiarono i tumulti conosciuti come i Vespri Siciliani che portarono l’isola sotto gli Aragonesi. Un nipote, Carlo Martello, divenne per eredità (ma senza poteri effettivi) Re d’Ungheria, che venne governata successivamente da altri della dinastia. Un bisnipote di Carlo I, Filippo, ereditò l’Impero Latino di Costantinopoli anche se conservato per poco tempo. Altri territori minori (fra i quali Durazzo e l’Albania), disseminati in tutta Europa entrarono a far parte del patrimonio della potente dinastia. Una trisnipote di Carlo I, comunque in linea diretta, fu Sovrana di Napoli e quindi una delle prime donne a ottenere un titolo del genere ed esercitare effettivi poteri di governo. Intanto il Re di Francia Filippo VI di Valois nel 1328 ricuperò la contea di Angiò a favore della corona e un suo discendente Giovanni II il Buono nel 1360 la attribuì al figlio secondogenito Luigi, che diede vita alla terza dinastia Angiò. Il nuovo capostipite combatté contro la precedente dinastia Angiò-Durazzo che governava su Napoli e che venne ripresa dal figlio.


Schema delle grandi dinastie europee

Spagna: Asburgo, Borboni.

Francia: Carolingi, Capetingi, Valois, Orleans, Angouleme, Borboni.

Inghilterra: Normanni, Angioini-Plantageneti, Lancaster (Angiò-Plantageneti), York (Angiò-Plantageneti), Tudor, Stuart, Orange, Hannover.

Italia: Carolingi, Sassonia, Franconia, Svevia, Borboni (Sud).

Germania: Carolingi, Franconia (1), Sassonia, Franconia (2), Supplimburgo, Svevia, Welf-Brunswick, Svevia, vacante, Asburgo, Nassau, Asburgo, Lussemburgo, Wittelsbach, Lussemburgo, Wittelsbach, Lussemburgo, Asburgo, Wittelsbach, Lorena, Asburgo-Lorena.

(ottobre 2012)

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