Gesta cavalleresche
Il dietro le quinte

1307. Il grande personale tesoro di Papa Clemente V, al secolo Bertrand de Got, scortato, viene depositato in San Frediano di Lucca, l’antica basilica con visibili tracce esoteriche della città, e qui trafugato, senza che mai almeno in via ufficiale, sia stato ritrovato. Più che depositato è giusto dire nascosto. Ma trafugato da chi?

Non è dato sapere. Però io credo che essendo Bertrand De Got il Pontefice causa dello scioglimento templare, pochi anni dopo (1312), peraltro francese come Filippo il Bello, il Sovrano che decretò la fine dei cavalieri del Tempio, ed essendo Lucca sulla Via Francigena, valga la pena tentar di chiarire.

Apparentemente non ci sono tracce, neanche un indizio. Io non sono d’accordo.

Dopo circa sette secoli ancora non abbiamo in tasca quel tesoro.

Prendiamola larga, ma spieghiamo le vicende. Dentro la basilica di San Frediano troviamo la salma di Santa Zita, vissuta nel Duecento, e ancora oggi molto venerata nella città di Lucca. Si tratta di una popolana che quando morì, ormai sessantenne, era in odore di santità. A servizio sin da giovanissima in casa Fatinelli, la popolana si prodigava per gli umili e dava loro del cibo, di nascosto, prelevato, pare, in casa dei ricchi padroni.

Accusata di furto, Zita, che teneva nel suo grembiule del pane per i poveri, quando lo aprì, secondo il racconto dei suoi contemporanei, ne uscirono fiori. E per tale motivo la Santa non venne accusata ufficialmente. Ancora oggi il 27 aprile a Lucca si celebra con una meravigliosa festa dove la città si riempie di fiori sia davanti la basilica che nella vicina Piazza Anfiteatro, dove si tiene il mercato dei fiori per l’occasione.

Chi erano i Fatinelli? E perché Santa Zita è lì sepolta, proprio in San Frediano? I Fatinelli avevano tombe familiari in San Frediano, evidentemente dei rapporti privilegiati con la basilica. Per questo la Santa venne tumulata in quel luogo.

I Fatinelli sono una potente famiglia lucchese di origini nobiliari non ben definite anche se antiche, risalenti all’Altro Medioevo. Probabilmente longobarde, visto che in Lucca si è avuto il potente Ducato Longobardo che ha segnato profondamente la storia della città e del suo contado.

La famiglia aveva il palazzo principale in città, Palazzo Fatinelli, nella via omonima dove tutt’ora lo rintracciamo. Questa strada e questo palazzo non sono vicini alla basilica, ma in un luogo della città adiacente a una piazza, Piazza del Suffragio, dove troviamo una chiesa oggi sconsacrata, quella dedicata alla Madonna del Suffragio. Qui oggi c’è un auditorio adiacente a sua volta all’Istituto Musicale «Luigi Boccherini». La chiesa del Suffragio conteneva un meraviglioso altare che Elisa Baciocchi, la sorella di Napoleone Bonaparte che regnò sul Principato Lucchese agli inizi dell’Ottocento, fece portare ad Ajaccio, dove oggi si trova, nella Basilica della città capoluogo della Corsica. Elisa come tutta la Corsica era molto devota a quella Madonna. Mi chiedo perché.

Forse ho le risposte.

Che cosa hanno in comune i Fatinelli, San Frediano, le vicende cavalleresche del XIII secolo, e quella Madonna?

Molto direi. Lì vicino c’è un importante palazzo, Palazzo Bernardini. La famiglia Bernardini, peraltro in intimità con la famiglia Bonaparte, è di origine longobarda, precisamente Ronaldinga. Ha posseduto fino al secolo XIX una chiesa, sempre in Piazza del Suffragio, la chiesetta di Santa Giulia, ancora oggi consacrata, e che appartiene adesso alla Curia Lucchese.

Quest’ultima chiesetta è a sua volta inserita tra Piazza del Suffragio e il Vicolo dell’ Altopascio, ossia la sede dei Cavalieri del Tau in Lucca.

Santa Giulia ha una storia particolare. La Santa è venerata soprattutto in Corsica, a Livorno e naturalmente a Lucca. Nel Medioevo le sue spoglie vennero traslate da Livorno a Brescia passando per Lucca, seguendo cioè la via maestra per i territori bresciani. Dove a sua volta è particolarmente venerata. Proveniva la Santa dall’Algeria e la leggenda vuole che fosse una vergine di origini nobiliari poi venduta come schiava e successivamente martirizzata. Simbolo della forza di volontà e della tenacia al femminile di donne convertite al Cristianesimo passando per territori ancora oggi considerati luogo privilegiato nella lotta della Cristianità per la difesa dei Luoghi Santi. Il popolo longobardo l’ebbe particolarmente cara. Ecco il perché di tanta venerazione.

La chiesa del Suffragio, adiacente proprio a Santa Giulia in Lucca, divenne durante la peste del Seicento il camposanto dei defunti, poi quella chiesa venne ricostruita e successivamente Elisa Baciocchi si «appropriò» del celebre altare della Madonna. Le due cose sono associate in quanto Piazza del Suffragio è Piazza del Suffragio, ossia ha un alto valore simbolico per la città. Per molto tempo fu San Frediano la basilica privilegiata per le orazioni pasquali, in città; poi abbandonata, quasi si trattasse di una staffetta, in onore di Santa Giulia e della sua piccola chiesetta dove le cerimonie liturgiche importanti del passato facevano per l’occasione passaggio. Perché questo cambio di destinazione d’uso? Perché le famiglie cittadine interessate alle celebrazioni in prima persona si dettero una sorta di cambio della guardia, è ipotizzabile. I Fatinelli e i Bernardini. Ricordo che il personaggio della mia tesi, il conte Padre Gioacchino Prosperi, è deceduto nel 1873 proprio in Piazza del Suffragio in casa di sua madre Maria Angela Castiglioni, che aveva rapporti parentali con i Bernardini (non so se con i Fatinelli). Certamente Padre Prosperi era cugino di Luigi Boccherini, per parte paterna, e guarda caso in Piazza del Suffragio troviamo l’Istituto Boccherini oggi lì locato e l’auditorio dell’Istituto locato anch’esso nell’ex chiesa del Suffragio.

E allora i cavalierati e il tesoro di Bertrand De Got?

Non possiamo provare che i Fatinelli appartenessero all’Ordine Templare. Oppure al Tau, adiacente per sede alla loro abitazione principale. Certamente ebbero un ruolo decisivo nelle sorti della città di Lucca. Come i Bernardini.

In Templari a Lucca l’autore Mencacci sottolinea che qui l’Ordine Templare si sciolse senza gravi conseguenze per i suoi membri cittadini. Questo secondo l’autore continuò a fare dopo lo scioglimento dell’Ordine quello che faceva prima, e non fu evidentemente particolarmente perseguitato. Certamente i Fatinelli non furono toccati da vicende così decisive, come non lo furono i Bernardini, tant’è che il loro potere, soprattutto per i secondi, crebbe sempre più nel panorama cittadino.

Si potrebbe obiettare che non ne sapessero nulla del tesoro di Bertrand de Got e delle questioni relative a San Frediano. Credibile? Il tesoro nascosto nella «loro» chiesa e loro, così potenti, non ne sapevano niente? Mi riferisco ai Fatinelli. Ne erano i custodi?

Coinvolti o gabbati nella sparizione del tesoro di Bertrand De Got? Dei Bernardini non è dato sapere, però le questioni cittadine furono sempre al centro dei loro affari.

Che poi in Piazza del Suffragio non ci siano relazioni con la basilica di San Frediano, tra la presenza dei Fatinelli, adiacenti alla piazza, dei Bernardini, inseriti nella piazza, e di altre famiglie nobili lì ubicate perché lì troviamo le loro abitazioni, resta poco credibile. Per non parlare della presenza dell’Ordine del Tau, certamente come cavalierato potente non in contrasto col Templare ancor più potente, semmai direi collaborativo o quanto meno capace di convivere col precedente Ordine, poi sciolto.

Questo cambio di destinazione d’uso nelle celebrazioni pasquali tra San Frediano e Santa Giulia deve lasciar riflettere su come questi cavalierati non si siano mai «sciolti» del tutto in una città indipendente per così lungo tempo. Membri delle famiglie nobili della città che vi appartennero sicuramente continuarono a portare il loro contributo in situazioni cittadine decisive senza che, come giustamente sostiene lo storico Mencacci, ci fossero delle crepe troppo evidenti, cosa che avvenne in altri contesti storici italiani e non solo.

Si tratta solo di una pista d’indagine. Di un modo per farsi domande osservando la mappatura della città toscana e chiedendosi perché un così importante tesoro non abbia avuto detective più accorti e solerti nel corso del tempo per scoprirne le tracce. In quel XIII secolo prese il potere in città Castruccio Castracane degli Antelminelli, ex servitore solerte di Filippo il Bello, e per un certo periodo in precedenza presente nell’Inghilterra di Re Edoardo.

Apparteneva il Castracane a nobile famiglia che alcuni (ma non tutti sono d’accordo) vogliono vicina alla schiatta longobarda dei Porcaresi, e in ogni caso coinvolto nelle vicende cavalleresche del tempo. Fece da mediatore per Lucca in anni successivi allo scioglimento dell’Ordine Templare con Filippo il Bello? Lo agevolò in qualche modo attraverso la sparizione del tesoro di Bertrand de Got? In quel 1307 Castruccio era impegnato nel Nord Italia come condottiero al servizio di nobili cause di Signori Italiani del tempo. Non è dato sapere ma le macchinazioni per raggiungere il potere non potevano non passare attraverso questi importantissimi poteri politici europei.

(agosto 2020)

Tag: Elena Pierotti, Cavalieri, Lucca, sparizione del tesoro di Clemente V, San Frediano, Santa Giulia, Ordine Templare, Bertrand De Got, Clemente V, Filippo il Bello, Castruccio Castracane, 1307, Cavalieri del Tau, tesoro di Clemente V.