L’Era dei Gemelli
Tra astrologia e astronomia, i primi indizi di una visione «scientifica» del mondo, in un’epoca remotissima

Tra il 6.000 e il 4.000 avanti Cristo (con circa un secolo e mezzo in più, prima e dopo le date indicate), il mondo attraversò un periodo noto come «Era dei Gemelli». Ma sarebbe vano cercarne notizia in un manuale di storia: non è annoverato tra le ere geologiche, né tra le epoche in cui queste vengono divise. No, l’Era dei Gemelli non appartiene alla scienza storica, ma a qualcosa per cui la definizione di «scienza» è impropria: all’astrologia. Essa divide lo scorrere del tempo in Ere della durata di 2.160 anni circa l’una, ognuna delle quali prende il nome di uno dei segni dello Zodiaco, in ordine ciclico inverso rispetto a quello usuale. Noi, per esempio, viviamo oggi nell’Era dei Pesci (iniziata suppergiù nell’anno 1), e stiamo per entrare nell’Era dell’Acquario. Essendo io del segno dei Gemelli, parlerò dell’ultima Era dei Gemelli.

Il mondo era allora assai diverso da come lo conosciamo oggi, e non solo per l’ovvia opera di modifica intrapresa successivamente dall’uomo: persino le terre emerse non avevano l’attuale disposizione, esistevano «passerelle» naturali che univano l’Italia all’Africa, mentre Svezia e Danimarca formavano un unico blocco e il Mar Baltico era un grosso lago. La Terra era coperta di boschi, estensioni verdi pianeggianti, e ricca di selvaggina. Nel Nord attuale dell’emisfero la temperatura era più calda, e ciò spiega come si siano potute trovare ginestre nello stomaco dei mammut congelati rinvenuti in Siberia.

L’uomo era già avanzato, viveva in clan. Il soggetto privilegiato delle pitture rupestri è la caccia e questa doveva essere il compito primario, mentre le donne allevavano animali e neanche tanto piccoli, visto che il maiale era già allevato in Cina dall’8.000 avanti Cristo circa; con molta probabilità conoscevano e avevano domato il cavallo, che i Sumeri nel 3.000 avanti Cristo importeranno dalla Siria. Dato che si conosceva l’agricoltura ma non abbastanza la rotazione delle colture che avrebbe impedito il naturale depauperamento del terreno, i vari gruppi umani tendevano a spostarsi quando un territorio non era più produttivo e l’avanguardia era formata da uomini che oltre a cacciare andavano alla ricerca di nuove zone nelle quali insediarsi. È chiaro che, spostandosi, i vari gruppi dovevano incontrarsi, effettuare scambi, passarsi informazioni, contrarre matrimoni e alleanze – era, insomma, un’epoca tutt’altro che piatta, ma assai vivace.

Risalgono a quest’epoca manufatti in osso, avorio, corno, mentre sono poche le tracce di ceramica, trovata in zone anche molto distanti tra loro ma simile in modo impressionante, decorata con incisioni lineari dove alcuni credono di ravvisare la stilizzazione del segno dei Gemelli (due righe verticali parallele unite da brevi linee in cima e in fondo). In ogni mitologia, religione, credenza dell’epoca troviamo traccia di Gemelli, esistono prove abbastanza certe che la denominazione Gemelli del segno fosse comune a più popolazioni e che abbia preso origine proprio dalla particolarità data dalle due stelle più brillanti: quando l’equinozio di primavera cadeva in Gemelli, Castore e Polluce splendevano vicine alla Luna nuova di primavera. Ci sono cippi confinari babilonesi risalenti al 1.500 avanti Cristo, quindi in un’epoca assai più vicina alla nostra, che mostrano questa configurazione, il che vuol dire che era nota anche se risalente a 5.000-3.000 anni prima!

Fu probabilmente verso la fine di quest’era, in un periodo di tempo che va dal 4.000 al 1.000 avanti Cristo, che nella Val Curone in Lombardia, a 40 chilometri da Milano, vennero erette delle piramidi. Furono «scoperte» nel 2001 grazie a fotografie satellitari e aeree: dall’alto ci si accorse che quelle che sembravano tre colline dalla strana forma erano in realtà piramidi, la più alta delle quali, coi suoi 150 metri, superava persino quella di Cheope! Sono orientate verso Est e disposte come le piramidi della piana di Giza in Egitto, posizionate esattamente come le tre stelle della cintura di Orione: Alnitak, Alnilam e Mintaka (quest’ultima, guarda caso, è una delle stelle che influenzerebbero i nati nel segno dei Gemelli). Le piramidi della Val Curone furono modellate da colline di roccia calcarea asportandone la terra in un’epoca uguale o addirittura precedente a quella delle piramidi egizie. Erano fatte a gradoni, come la piramide fatta erigere dal Faraone Zoser, e circondate da muri di grosse pietre. Le si ritiene primitivi osservatori astronomici: dalle loro cime era infatti possibile predire con precisione il ciclo delle stagioni, quello lunare, sino ad arrivare alla determinazione delle eclissi (sia lunari che solari) che tanto erano temute perché si riteneva che fossero causa di interruzione del calore vivifico del sole, che per gli agricoltori significava la sicura fine dell’intero popolo. Insomma, era un modo di «leggere» in modo scientifico l’Universo, e di penetrarne i misteri – altro che astrologia o superstizione. Chi ha detto che la scienza è nata solo con gli Egizi e i Babilonesi?

(giugno 2017)

Tag: Simone Valtorta, Era dei Gemelli, segni dello Zodiaco, ere astrologiche, Era dei Pesci, Castore e Polluce, Val Curone, piramidi di Montevecchia, Era dell'Acquario, Alnitak, cintura di Orione, Faraone Zoser, Alnilam, Mintaka, piramidi di Giza, osservatorio astronomico, nascita della scienza.