La ricerca storica sulla presenza del III Reich in Argentina
I rapporti tra la Germania nazista e l'Argentina: storia di un legame i cui effetti perdurano ancor oggi

Per un non breve periodo di tempo, diversi storici hanno descritto l’interazione che avvenne tra il III Reich e l’Argentina focalizzando in prevalenza gli anni della Seconda Guerra Mondiale e il periodo immediatamente successivo (quando molti ex-nazisti fuggirono dall’Europa per raggiungere le terre dell’America Meridionale). In realtà, la costruzione di stabili canali tra Tedeschi e Argentini precedette di diversi anni il 1939.[1] Si tratta di una storia che è importante da ricordare. Serve infatti a spiegare la presenza di consolidate comunità tedesche, e l’organizzazione di un sistema produttivo locale, ancor oggi esistente, riconducibile a investimenti che provennero da fondi della Germania.[2]


La Nazi Landesgruppe Argentinien (1931)

Il movimento nazista in Argentina, e a Buenos Aires in particolare, ricevette un primo sostegno dai Tedeschi che operavano nelle Compagnie di navigazione «Hamburg-Süd»[3] e «Hapag-Lloyd»[4]. Le navi di queste società salpavano dal porto di Hamburg (Amburgo). Qui, dalla metà del 1930, i membri del partito nazionalsocialista cominciarono ad attivarsi per istituire un proprio ufficio a Buenos Aires. L’obiettivo era di attivare contatti permanenti con i Tedeschi che vivevano all’estero, e di raccogliere fondi per il movimento hitleriano.[5] Il 7 aprile 1931 venne fondata la Nazi Landesgruppe Argentinien[6]. Era composta da cinquantanove membri. L’organismo costituì un gruppo estero dipendente da una sezione speciale del partito nazista (Auslandsabteilung der Reichsleitung der NSDAP[7]). Due mesi dopo, il capitano Rudolf Seyd condusse la Landesgruppe argentina in Germania. Quest’ultima, partecipò pure a una cerimonia che si svolse a Berlino, presso il Memoriale dei caduti della Prima Guerra Mondiale[8]. In tale occasione, venne sventolata per la prima volta la bandiera del gruppo di Buenos Aires con la svastica al centro. Malgrado questa fase propulsiva, i primi anni della sezione nazista argentina furono segnati da criticità. Sorse, infatti, un conflitto interno per la conquista della leadership. Alla fine, nel 1933, si decise di riorganizzare il nucleo di Buenos Aires considerandolo «Distretto Estero» (Gau Ausland), e poi «Organizzazione Estera» (Auslandsorganisation, A.O.) del partito nazista.[9]


Aspetti organizzativi della Landesgruppe

Dai documenti nazisti ritrovati dopo la Seconda Guerra Mondiale, è stato possibile conoscere alcuni dati riguardanti l’organizzazione hitleriana argentina. Questa, nei primi mesi del 1933, poteva contare su 315 membri. All’inizio del 1936, i membri erano divenuti 2.110. Nel 1937 la Landesgruppe argentina costituiva per ordine d’importanza – in termini assoluti - la quarta comunità nazista al di fuori del Reich tedesco (dopo Brasile, Olanda e Austria). Tuttavia, considerando il rapporto che intercorreva tra il totale dei Tedeschi nati in Germania e residenti in Argentina e il totale dei membri del partito, questo si riduceva a 28:1. Ciò collocò il gruppo argentino a un livello statistico non alto. Quando a metà del 1939 il partito venne sciolto, per una probabile pressione del Governo Argentino, i membri erano divenuti 1.635.

Dopo il 1939 si decise di promuovere una nuova organizzazione nazista (semi-legale). Per evitare problemi con le pubbliche autorità, venne denominata Federación de Círculos Alemanes de Beneficencia y Cultura.[10] Si pensa che, per rafforzare l’organismo, fu consentito anche ai creoli[11] di farne parte. Verso la fine del 1942 il numero dei membri aveva raggiunto un totale di 1.489 persone. Malgrado la nuova impostazione, il 16 settembre 1942, il Presidente Ramón Antonio Castillo (1873-1944)[12], dette ordine di chiudere la Federazione. Lo scioglimento definitivo avvenne nell’agosto del 1943, attraverso una direttiva del Governo Militare.[13]


Il Fronte Tedesco del Lavoro

La Nazi Landesgruppe Argentinien ebbe il sostegno di più organismi nazisti. Uno di questi fu la Deutsche Arbeitsfront, D.A.F. (il Fronte Tedesco del Lavoro).[14] Era un ente parastatale della Germania hitleriana. Si tende a ritenere che il fondatore sia stato Alfred Müller.[15] Nell’ottobre 1934 il ruolo di responsabile venne ricoperto da Walter Leupold.[16] All’inizio, i lavoratori aderenti al Fronte vennero suddivisi in più categorie, ognuna con una propria gerarchia. Tale impostazione venne modificata nel 1936. Furono costituiti specifici gruppi nei luoghi di lavoro. Vi potevano aderire solo Tedeschi o chi aveva diritto alla cittadinanza tedesca. Gli atti costitutivi della D.A.F. furono approvati e firmati dal Ministro del Lavoro del III Reich. Le questioni amministrative e disciplinari rimasero di competenza della Landesgruppe nazista. Il Fronte del Lavoro Tedesco, con il sostegno del suo organo di stampa («Die Deutschen in Argentinien») condusse un’accesa campagna antisemita. Nel periodo di massima operatività, il Fronte argentino poté contare su 12.000 membri. Di questi, una gran parte lavorava in aziende tedesche presenti a Buenos Aires e nei dintorni. Nel 1939, come successe per la sezione argentina del partito nazista, anche il Fronte dovette modificare il proprio nome e operare in un regime di semi-legalità. Si decise di rinominarlo Unión Alemana de Gremios («Unione Tedesca delle Corporazioni»).[17]


La Lega del Popolo Tedesco per l’Argentina

Oltre la D.A.F, il partito nazista ricevette un supporto dalla Lega del Popolo Tedesco per l’Argentina (Der Deutsche Volksbund für Argentinien, D.V.A.). Questo organismo venne fondato nel 1916 da membri dell’ambasciata tedesca presente a Buenos Aires. Negli anni Trenta (XX secolo), durante la Presidenza di Wilhelm Römer[18], la Lega venne riorganizzata. Poteva contare su circa 2.000 membri distribuiti in settanta zone urbane. Ciò si rivelò molto utile per sostenere i membri del partito nazista.[19] Sul piano programmatico si sottolinearono due punti: il servizio alla comunità, e la difesa dell’identità tedesca. Per raggiungere tali traguardi, la Lega fornì materiale didattico gratuito alle scuole tedesche. Si attivò inoltre per contrastare diversi articoli della stampa argentina ostili alla «Nuova Germania» che stava nascendo nel Paese Argentino.

Unitamente a ciò, la Lega volle utilizzare anche le oltre duecento scuole tedesche che esistevano in Argentina per diffondere i princìpi nazionalsocialisti. Nel 1938, di queste istituzioni solo sette erano svincolate da uno stretto collateralismo con il nazismo. Altre si mostrarono sensibili al nazionalismo tedesco conservatore, o alla politica esplicitamente hitleriana. In un certo numero di casi, insegnanti formati in Germania e non preparati sulle realtà interne dell’Argentina, si impegnarono a far conoscere la dottrina hitleriana. Tale contesto divenne noto ai politici argentini soprattutto nel 1938. Ciò provocò una reazione.[20]


Attività sportive e musicali

Oltre la Landesgruppe, la D.A.F. e la Lega, i nazisti promossero anche attività sportive e club musicali. Tutti questi centri si ispiravano «allo spirito tedesco». In particolare, i rapporti di partenariato tra le scuole tedesche e quelle argentine vennero realizzati per consentire ai giovani di continuare le loro attività culturali al termine degli studi. Nell’ambito di tale strategia, si riservò una particolare attenzione anche all’indottrinamento dei boyscout tedesco-argentini (Deutsch-Argentinisches Pfadfinderkorps).[21] Nel movimento scoutistico vi potevano entrare i bambini tedeschi e quelli nati in Argentina da genitori tedeschi. In seguito, venne promossa in ambito locale la Gioventù Hitleriana (Hitler-Jugend, H.J.). Quest’ultima ebbe pure un ramo femminile: la Società delle Fanciulle Tedesche (Bund Deutscher Mädel, B.D.M.). In entrambi gli organismi si accettavano solo soggetti Reichsdeutsche.

I membri di queste organizzazioni vennero mobilitati in più occasioni. Ad esempio, per le riunioni del partito, per le attività del Fronte del Lavoro Tedesco, per conferenze o proiezione di filmati, per raduni ove ogni invitato portava delle cibarie (Pottglück), per le feste del solstizio, per gli incontri fissati all’inizio e alla fine dell’anno scolastico, per il festival delle colture, e per il Natale. Annualmente, nuovi eventi venivano inseriti nel calendario nazista.


Festa del Lavoro. Anschluss

Il 1° maggio 1935, 12.000 Argentini filonazisti si riunirono a Buenos Aires per la Festa del Lavoro. Il 10 aprile 1938 più di 15.000 persone furono presenti a una grande manifestazione promossa al Luna Park della capitale.[22] L’avvenimento era legato all’annessione dell’Austria alla Germania (Anschluss). Osservando le foto scattate in tale occasione, si può notare uno sventolìo di bandiere nazionali e tedesche (con la svastica nazista). Nel 1939 la Festa del Lavoro venne organizzata in località interne del Paese.[23]


L’impegno di ex-membri della Hitler-Jugend

Quando, per limiti di età, i giovani lasciavano la gioventù hitleriana, avevano la possibilità (riservata ai migliori) di continuare in Germania un cursus di studi presso scuole riservate ai futuri responsabili delle SS. Potevano pure iscriversi alla Scuola della Marina di Altona (Hamburg), che era inserita nel dipartimento nazista per l’Oltremare. Si presume che i membri delle SS in Argentina possono essere stati in tutto 370.[24] Questi uomini dipendevano dalla Gestapo. Avevano il compito di fornire protezione ai soci di organismi filotedeschi e ai membri del partito. Venivano convocati anche in occasione di riunioni promosse da membri del movimento fascista operanti a Buenos Aires.[25]


L’impronta militare del partito nazista argentino

Nel 1940, il partito nazista argentino ebbe probabilmente come leader un tale Vagedez. Si trattava di un dipendente della ditta Bromberg.[26] Secondo resoconti di più organi di stampa, il partito era stato riorganizzato con un’impostazione di tipo militare. Il suo nucleo base era costituito dalla fanteria, che svolgeva esercitazioni in proprietà tedesche. Esistevano pure delle forze motorizzate (auto, camion, moto e auto blindate di proprietà delle banche tedesche); e delle truppe militari montate a cavallo (con base presso il Club Ippico Tedesco). A tutto questo si aggiungevano velivoli sportivi e da ricognizione, cani addestrati all’attacco, strumenti per la segnalazione, barche di medie e piccole dimensioni. Tuttavia, autori quali Ronald C. Newton, hanno espresso perplessità su tali dati.[27]


L’espansione nazista all’interno del Paese

Il movimento nazionalsocialista non operò solo a Buenos Aires. Si spinse pure nelle zone dell’entroterra raggiungendo altri Tedeschi. Nella regione del Chaco[28], risiedevano 1.800 coloni germanici che usufruivano di un buon tenore di vita. Però, nel 1937, la siccità e l’azione deleteria di sciami di locuste rovinarono le colture. Ciò causò gravi danni. A questo punto, i coltivatori diretti ricevettero aiuti dalla Sociedad Alemana de Beneficencia.[29] Tale iniziativa avvicinò la popolazione rurale al nazismo e favorì adesioni.

Oltre al Chaco, anche nella provincia di Entre Ríos[30] si trovavano molti Tedeschi. Vivevano in 124 piccole comunità, con 85 scuole. In tale area, la propaganda nazista utilizzò pure dei gruppi confessionali. Esistevano 35 sedi locali del partito nazista o «punti di forza» nella provincia. Membri del partito operavano nelle cooperative agricole. Un centro strategico per le attività naziste fu la città di Concordia per la sua vicinanza all’Uruguay.[31] Unitamente a ciò, acquistò rilevanza pure una colonia dal nome significativo: Nueva Alemania («Nuova Germania»).


La provincia di Misiones

Occorre, infine, ricordare pure la provincia di Misiones.[32] Situata a Nord-Ovest dell’Argentina, confina a Ovest con la Repubblica del Paraguay da cui è separata dal fiume Paraná. A Est, a Nord e a Sud confina con il Brasile, essendone separata dai fiumi Iguazú, San Antonio e Pepirí Guazú, nonché da 20 chilometri di confine terrestre. A Sud-Ovest confina con la provincia di Corrientes. Ne è separata dai ruscelli Itaembé e Chirimay e da 30 chilometri di frontiera terrestre. La provincia di Misiones, nei primi anni Quaranta (secolo XX), aveva una popolazione di 190.000 abitanti, di cui 80.000 erano stranieri. Tra di loro c’erano circa 14.000 Tedeschi, ma il numero di coloro che parlavano in tedesco era superiore.

La situazione che si andava delineando preoccupò il Governo Argentino, anche per un motivo. Oltre i confini nazionali (poco vigilati) esistevano numerosi insediamenti di Tedeschi e di loro discendenti. In tale contesto, i nazisti – considerate le opportunità emergenti – cominciarono a organizzare incontri nel 1933 ad Alba Posse (provincia di Misiones).[33] I «punti di forza» si moltiplicarono rapidamente in aree urbane e nelle colonie con popolazione tedesca quali:

Leandro Nicéforo Alem (provincia di Misiones), Oberá (provincia di Misiones), Colonia Liebig (provincia di Corrientes), Bonpland (provincia di Misiones), Cerro Azul (provincia di Córdoba), Cerro Corá (provincia di Misiones), e Montecarlo (provincia di Misiones).

Nel dipartimento dell’Alto Paraná, gli aggregati di Montecarlo (Eldorado[34], Puerto Rico e Montecarlo) ebbero un’accentuata impronta nazista, con una distribuzione di segni e simboli che richiamavano esplicitamente all’ideologia hitleriana.[35]


L’inserimento nazista nell’alta società

Nella sua strategia di espansione, il nazismo riservò una parte non debole dei suoi sforzi per influire su politici, manager e professionisti argentini. Queste persone costituivano dei potenziali consumatori della moderna tecnologia tedesca, ed erano – contemporaneamente – dei canali attraverso i quali i Tedeschi potevano acquistare materie prime essenziali per la Germania: grano, lana, oli industriali, ed altro.

Attraverso l’ambasciatore tedesco in Argentina, Edmund von Thermann (1884-1951)[36], i nazisti cercarono di influire sui funzionari del Governo Argentino e su quanti costituivano l’alta società del tempo. Comunque, malgrado le iniziative promosse dagli esponenti del III Reich, le persone che aderirono all’ideologia hitleriana costituirono un numero limitato. Uno dei motivi fu legato al fatto che erano poco gradite le dottrine razziali e l’anticlericalismo. Questo spiega perché molte interazioni rimasero legate soprattutto a interessi economici.

I nazisti erano abbastanza consapevoli di tale situazione (che costituiva per loro un ostacolo), e cercarono di realizzare, con incentivi materiali, una rete di contatti con il mondo dell’imprenditoria, con esponenti del sistema politico-amministrativo, con membri della polizia, con ufficiali delle forze militari, con professionisti operanti nei media argentini.


Il tentativo infruttuoso presso il nunzio Pacelli

Nella strategia posta in essere, l’ambasciatore von Thermann non escluse neanche il mondo cattolico. Da mercoledì 10 a domenica 14 ottobre 1934 si svolse a Buenos Aires un Congresso Eucaristico Internazionale. In tale occasione venne approfondito il tema: «La regalità sociale di Cristo per mezzo dell’Eucaristia». A rappresentare il Papa fu inviato come Cardinale Legato il Segretario di Stato Caticano Cardinale Eugenio Pacelli[37], futuro Pio XII[38]. Approfittando di questa presenza, von Thermann non esitò a invitare nella sua sede di rappresentanza l’alto ecclesiastico. Il suo scopo era quello di tentare di ricostruire i rapporti difficili tra il III Reich e la Santa Sede.[39] L’ambasciatore intendeva anche ribaltare l’immagine anticlericale del regime nazista (che costituiva motivo di ampie riserve presso più aree politiche del Paese).[40] Il disegno del diplomatico non ebbe seguito.


Presenza nazista nel mondo culturale argentino

L’ambasciata tedesca in Argentina cercò di coinvolgere anche esponenti del mondo della cultura, secondo un disegno di lungo periodo. A metà 1936 venne istituita una Comisión de Cooperación Intelectual («Commissione di Cooperazione Intellettuale»), integrata da 19 personalità argentine filo-tedesche.

Tra queste, furono presenti: lo scrittore Gustavo Martínez Zuviría (1883-1962), il premio Nobel per la biologia Bernardo Alberto Houssay (1887-1971), il decano della facoltà di giurisprudenza di Buenos Aires, Juan P. Ramos (1878-1958), l’avvocato Matías Sánchez Sorondo (1880-1959, un politico di Destra), i medici Gregorio Aráoz Alfaro (1870-1955) e Mariano Castex (1886-1968), gli storici Ricardo Levene (1885-1959), Carlos Ibarguren (1877-1956) e Roberto Levillier (1886-1969).[41]

Nel luglio 1937 l’ambasciata tedesca sovvenzionò la fondazione di un Instituto de Estudios Germánicos («Istituto di Studi Germanici»). Si trovava all’interno della facoltà di Filosofia e Lettere dell’Università di Buenos Aires. Lo diresse il professore Juan C. Probst (nato nel 1892 in Germania). Era docente di letteratura nord-europea.

Unitamente a ciò, l’ambasciatore von Thermann si attivò presso le università tedesche per far conferire delle lauree honoris causa ad alcuni esponenti della cultura argentina. Tra questi, si possono ricordare il giurista e politico Carlos Saavedra Lamas (1878-1959), premio Nobel per la Pace nel 1936, il medico dottor Castex, e il Presidente Castillo.


L’Istituto Culturale Argentino-Tedesco

In tale contesto, il principale mezzo di propaganda nel mondo degli intellettuali rimase comunque la Institución Cultural Argentino-Germana («Istituto Culturale Argentino-Tedesco») fondato per facilitare un’interazione con artisti e intellettuali. L’organismo, con un bilancio che aumentò nel tempo, offrì una vasta gamma di programmi: conferenze, film, mostre, lezioni di lingua tedesca a basso costo, visite in Germania. Nel 1936 gli iscritti a questi corsi furono 800.

Unitamente a ciò, l’Istituto di Studi Germanici, l’Associazione degli Ingegneri Tedeschi in Argentina[42], e le Società Culturali Tedesco-Argentine (molto attive in città quali Córdoba e Mendoza), riuscirono a coinvolgere un alto numero di accademici, professionisti, giovani di «buona famiglia» argentina, in viaggi in Germania. Anche i Tedeschi offersero a singoli Argentini, viaggi gratis o con facilitazioni economiche, per visite in Germania, specie in occasioni quali le Olimpiadi di Berlino del 1936.

Tali iniziative favorirono la diplomazia tedesca, e si svilupparono in un arco temporale non breve. Basti pensare al fatto che nel giugno 1941 c’erano ancora 116 intellettuali argentini, impegnati in varie professioni, che continuavano a ricevere regolarmente per posta giornali tedeschi inneggianti al nazismo. Ciò avveniva attraverso il consolato generale argentino a Berlino.


La presenza nazista in ambito militare

Anche negli ambienti militari i nazisti cercarono delle strade per infiltrarsi. Verso la fine del 1933, quando l’ambasciatore von Thermann presentò le sue credenziali al Presidente Argentino Agustín Justo (1876-1943)[43], quest’ultimo comunicò al diplomatico che era disposto a far addestrare militari argentini in Germania. Era convinto che nel III Reich esistevano i migliori istruttori. Von Thermann ne fu soddisfatto. Dalle parole di Justo comprese che non occorreva più individuare una strategia per coinvolgere le forze armate argentine. Bastava, al contrario, rafforzare solo una presenza tedesca tra le formazioni militari. Nella succitata dinamica, l’ambasciatore tedesco fu aiutato da alcuni informatori tedeschi che avevano lavorato con i militari argentini fin dal 1920.

Nel 1936, cinque ufficiali tedeschi, rimossi a livello solo formale dalla Wehrmacht, vennero impiegati dal Governo Argentino. Avevano un contratto con il Ministero della Guerra. Indossavano uniformi argentine. Si trattava del Generale Günther Niedenführ (1888-1961), del colonnello Friedrich Wolf (arma di artiglieria), del maggiore Rudolf Berghammer (scuola di cavalleria), Joachim Hans Moehring (commissario agli approvvigionamenti), e del maggiore Otto Kriesche (una delle maggiori figure provenienti dalla Luftwaffe).[44]

Con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, i contratti di questi cinque agenti furono liquidati prima della scadenza, in data 11 agosto 1940, e i diretti interessati si inserirono in più ambienti. Niedenführ venne nominato addetto militare nelle ambasciate di Rio de Janeiro e Buenos Aires; Lupo fu assegnato alla rappresentanza cilena; Moehring e Kriesche svolsero compiti presso l’ambasciata di Buenos Aires; Berghammer cercò di far ritorno in Germania.


Il Club Ippico Tedesco

Durante gli anni Trenta (XX secolo), si diffuse tra i membri dell’esercito una corrente fortemente nazionalista. Si voleva trasmettere l’immagine di un Paese unito e disciplinato, gerarchico e composto da più ceti sociali, capace di sviluppare una politica non dipendente da Paesi esteri. Ne derivò un allontanamento dall’influenza economica della Gran Bretagna. Verso quest’ultima si radicò una posizione ostile. In tale contesto, i nazisti e gli agenti del III Reich incoraggiarono questi sentimenti anti britannici, e si impegnarono a diffondere i princìpi del totalitarismo nei circoli degli ufficiali argentini.

Per favorire delle migliori relazioni con i funzionari argentini, l’ambasciatore von Thermann sviluppò il Club Alemán de Equitación («Club Tedesco di Equitazione»)[45]. Questo circolo divenne un luogo di svago. Qui, i militari avevano la possibilità di cavalcare dei cavalli di razza, di discutere gli affari militari, e di divertirsi. In aggiunta, von Thermann e sua moglie offersero ogni anno un pranzo ufficiale ai più alti funzionari del Ministero della Guerra Argentino (anche se non tutti accolsero l’invito).


Le interazioni con la Wehrmacht

Von Thermann cercò pure di favorire negli ambienti militari argentini un’attenzione verso il nuovo esercito tedesco. Per tale motivo, l’ambasciatore operò in modo: 1) da promuovere visite di ufficiali argentini presso le unità della Wehrmacht, 2) da facilitare un inserimento di ufficiali argentini nelle unità dell’esercito nazista, 3) da consentire la presenza di ufficiali argentini in veste di osservatori in ambienti militari. Nei primi mesi del 1936, dieci ufficiali dell’esercito argentino frequentarono corsi (suddivisi per specializzazioni) organizzati in scuole militari in Germania. Alla fine del 1937 erano presenti nel III Reich 21 ufficiali argentini. Sei, erano appena tornati in Argentina dopo uno stage di 22 mesi. Nel 1939, alla vigilia dello scoppio del Secondo Conflitto Mondiale, 14 ufficiali argentini si trovavano in Germania.

Nella situazione delineata, occorre ricordare anche un fatto. Taluni militari argentini non dimostrarono comunque simpatie verso i messaggi propagandistici nazisti fatti circolare nelle loro istituzioni, ed espressero riserve per gli effetti negativi che si potevano generare nell’opinione pubblica.

Effettivamente, la propaganda nazista aveva conquistato terreno. Lo conferma un fatto. Nel 1937, lo Stato Maggiore Argentino autorizzò i Generali Rodolfo Martínez Pita[46], Carlos von der Becke (1890-1965)[47], Armando Verdaguer (nato nel 1880)[48] e Francisco Reynolds (nato nel 1852), a farsi fotografare in una cerimonia nazista. Quest’ultima si svolse in Turingia, presso il Kyffhäuserdenkmal, il 2 ottobre 1937. La fotografia che venne scattata, ove si osserva un elevato numero di persone che alzano la mano nel saluto hitleriano, venne ampiamente diffusa in Argentina.

Tale situazione mutò quando, nel febbraio del 1938, divenne Presidente dell’Argentina Roberto Marcelino Ortiz (1886-1942).[49] Questo politico non sosteneva il III Reich. Anche alcuni Ministri seguivano il medesimo orientamento politico, ad esempio il Generale Carlos Domingo Márquez[50] (Ministro della Guerra). Ciò ebbe delle conseguenze. Ci fu un raffreddamento nei rapporti tra l’ambasciata tedesca e le forze armate argentine, mentre diversi ufficiali argentini presero le distanze dai circoli tedeschi.


I dati forniti da von Thermann

Su questo periodo, von Thermann – durante gli interrogatori a cui venne sottoposto nel dopoguerra[51] – fornì una serie di dati.

1) Raccontò, ad esempio, che i militari argentini collegati all’ambasciata tedesca a Buenos Aires ricevettero vantaggi nell’affidare ad aziende tedesche una serie di commissioni per l’acquisto di armi o di altro materiale bellico. Lo stesso Generale Juan Pistarini (1882-1956)[52] fu insignito di una medaglia dalle autorità tedesche per aver svolto il ruolo di capo della missione per l’approvvigionamento di forniture militari a favore dell’Argentina. Svolse tale compito nel 1930 per conto del Presidente José Félix Uriburu (1868-1932)[53]. In seguito, Pistarini, divenuto Ministro dei Lavori Pubblici, assegnò all’impresa edile tedesca G.E.O.P.E. la realizzazione di importanti opere. Si ritiene improbabile, al riguardo, che tale politico abbia respinto l’offerta di tangenti (che la succitata ditta abitualmente elargiva).[54]

2) Von Thermann, indicò poi come miglior amico tra i militari argentini il Generale Juan Bautista Molina.[55] Il nominativo di quest’ultimo era inserito nella lista delle persone ritenute dai Tedeschi di fiducia (Vertrauensmann). Riceveva fondi elargiti da imprese tedesche attraverso la sede diplomatica del Reich a Buenos Aires.

Nel giugno 1941 venne rieletto Presidente del Circolo Militare della capitale il Generale Basilio Pertiné (1879-1963)[56]. La nomina fu fatta anche se questo alto ufficiale si era dimostrato sostenitore del III Reich. Tale fatto si verificò proprio quando il Congresso argentino e la stampa avevano posto sotto accusa il Governo. Al Presidente facente funzione, Ramón Castillo, fu chiesto di acquisire informazioni riguardanti le forze naziste che in modo segreto si stavano infiltrando nelle sedi governative e nelle aree militari. Venne chiesto di fornire anche una spiegazione sull’assenza di iniziative mirate ad avversare il nazionalsocialismo. Si era convinti del fatto che la vigente posizione nazionalistica stesse ponendo in ombra un’attenzione verso le forze armate. In effetti, la linea governativa insisteva per mantenere una neutralità nel conflitto mondiale, e per restare a debita distanza dalla politica statunitense che tentava di convincere gli Stati dell’America Meridionale a costituire un’unica difesa continentale.


Politici vicini all’ambasciata tedesca

Nel corso del 1930, si avvicinarono all’ambasciata tedesca anche alcuni politici argentini. Tra questi, c’erano: Matías Sánchez Sorondo, Carlos Ibarguren e Manuel Fresco.

1) L’avvocato Matías Sánchez Sorondo (1880-1959) fu responsabile della direzione delle scuole pubbliche della provincia di Buenos Aires. Membro del consiglio nazionale della pubblica istruzione. Deputato nazionale del partito conservatore (1918-1926). Divenne Ministro degli Interni (1930) nel Governo provvisorio di José Felix Uriburu. Senatore della provincia di Buenos Aires (1932). Nell’espletamento di quest’ultimo ruolo si dimostrò molto conservatore e antisemita. Vice-presidente del Senato. A metà del 1937 si recò in Europa, su invito ufficiale del Governo Tedesco. In tale occasione incontrò Hitler. Nel 1938 divenne il responsabile della società import-export Argentina-Oriente. Presidente della commissione nazionale per la cultura. Contribuì a promuovere l’Instituto Cultural Argentino-Japonés («Istituto Culturale Argentino-Giapponese»)[57]. Durante la Presidenza di Castillo, Sorondo divenne il capo dell’Istituto Statale di Promozione Cinematografica e Presidente della Banca della Provincia di Buenos Aires. Nel giugno 1943 fu destituito dal Governo in carica.

2) Carlos Ibarguren (1877-1956) ricevette l’incarico di consulente legale del Banco de la Nación. Divenne anche Presidente della Compagnia di assicurazioni tedesco-argentina. Attivò rapporti commerciali con più ditte, tra queste l’impresa edile tedesca G.E.O.P.E.

3) Manuel Fresco (1888-1971) collaborò all’inizio con il leader conservatore di Avellaneda, Alberto Barceló[58]. Laureatosi in medicina, svolse la professione tra quanti lavoravano nei centri della Ferrocarril[59] Oeste[60] di Buenos Aires. Nel 1919 arrivò a ricoprire il ruolo di Vice-presidente della provincia di Buenos Aires (carica confermata nel 1922). Fu poi deputato nazionale (la Camera lo elesse Presidente nel 1934). Divenne in seguito governatore della provincia di Buenos Aires (18 febbraio 1936). Fresco dimostrò ammirazione per il fascismo italiano. La sua politica fu segnata da un’impronta autoritaria. Le società cooperative per l’energia elettrica subirono provvedimenti sfavorevoli. Divenne legale il gioco d’azzardo. Fresco ricevette inoltre un sostegno tedesco a favore di diverse testate giornalistiche. Tra queste, si ricorda «La Fronda»[61] e «La Tribuna Italiana»[62].


Altri politici

Le figure ricordate non furono le uniche che nel mondo argentino (politico, militare e imprenditoriale) interagirono strettamente con l’ambasciata tedesca a Buenos Aires. Si possono annotare altri esempi.

1) Nell’ambito della diplomazia si ricordano alcuni personaggi: Luis Hipólito Yrigoyen (nipote dell’ex Presidente Juan Hipólito Yrigoyen[63]), Oscar Ibarra García (nato nel 1899, fu ambasciatore in Danimarca nel periodo 1937-1943)[64], Alberto Uriburu (ex-militare) e Mario Amadeo (1911-1983; ex militare).[65]

2) Alberto Baldrich (1898-1982): ex militare, filosofo e sociologo. Divenne Ministro della Giustizia e della Pubblica Istruzione tra il 1944 e il 1945, mentre era Presidente il Generale Edelmiro Farrell.[66]

3) L’ufficiale León Scasso (1882-1954): fu Ministro della Marina nel Governo di Ortiz e in quello di Castillo. Questo politico, nel dicembre 1939 (era Presidente Castillo), fece internare a Buenos Aires l’equipaggio dell’incrociatore pesante tedesco «Admiral Graf Spee» dopo la battaglia del Río de la Plata.[67] Il 17 dicembre, la nave succitata venne fatta affondare su ordine del comandante, il capitano di vascello Hans Wilhelm Langsdorff (1894-1939).

4) L’avvocato Justo Bergada Mujica (1890-1963): dopo il 1939 divenne il consulente legale dell’ambasciata tedesca.

5) Adolfo Mujica jr.: figlio del professor Adolfo Mujica (1868-1922), fu un dirigente conservatore che per un breve periodo di tempo fu Ministro degli Esteri e del Culto durante la Presidenza di Arturo Frondizi (1908-1995).

6) Ramón Godofredo Loyarte (1888-1944): fu deputato nazionale per la provincia di Buenos Aires. Nel 1943 divenne un ispettore centrale del Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione.

7) Alexander von der Becke (1902-1958): fu un uomo d’affari (fratello di Carlos von der Becke). Dopo la Seconda Guerra Mondiale si occupò pure di editoria.

8) Leopoldo Lugones jr.: figlio del poeta Leopoldo Lugones. Ricoprì il ruolo di capo della della polizia durante la Presidenza pro-tempore di Pedro Pablo Ramírez nel 1943.[68]

9) William Zorraquín: fu Presidente dell’Asociación de Amigos de Alemania («Amici della Germania»).[69]


Argentini vicini al nazismo residenti fuori Buenos Aires

Al di fuori della città di Buenos Aires operarono diversi gruppi filonazisti, ove confluirono Tedeschi e Argentini. Uno di questi nuclei si trovava a Bahía Blanca[70]. Qui, abitava l’ufficiale sanitario del distretto, Juan Benito Llosa. Fu il capo della locale Legión Cívica Argentina («Legione Civica Argentina»)[71], e più tardi della Alianza de la Juventud Nacionalista («Alleanza della Gioventù Nazionalista»)[72]. Ebbe accanto il pittore e decoratore Julio Sixte. Suo figlio lavorò per la Gestapo, mentre la figlia fu un corriere del partito nazista.


La propaganda ideologica

Un altro canale che il regime di Berlino percorse per attivare stretti contatti con il Governo e la società argentina fu quello della propaganda ideologica. L’agenzia di stampa «Transocean»[73] ebbe il compito di divulgare in Argentina (e nell’America Latina) articoli favorevoli al III Reich. In tal modo, gli esponenti del nazionalsocialismo vollero controbattere a quanto veniva divulgato da agenzie considerate nemiche: «Havas», «Reuters», «Associated Press» e «United Press». Per meglio raggiungere l’obiettivo prefissato, i nazisti divulgarono volutamente delle false informazioni, e cercarono di corrompere i dipendenti delle stazioni radio avversarie. Questa propaganda venne finanziata in parte dalla Germania, e in parte con contributi che Berlino chiedeva alle aziende tedesche situate in Argentina.[74]

Nel settembre 1933, Josef Goebbels (1897-1945), Ministro della Propaganda del III Reich, impartì delle istruzioni che divisero la stampa estera in quattro classi.[75]

1) La prima classe includeva le pubblicazioni apertamente ostili al regime nazista. Queste dovevano essere attaccate con ogni mezzo disponibile, incluso il boicottaggio economico (gli inserzionisti non dovevano far pubblicare annunci a pagamento) e la trasmissione di informazioni false (tali da indebolire la credibilità delle testate giornalistiche). In tale categoria fu incluso il giornale «Argentinisches Tageblatt»[76]. Si trattava di un mezzo di comunicazione utilizzato dai Tedeschi non nazisti (fuggiti dalla Germania e residenti in più località dell’America Latina), e dagli Ebrei[77].

Nell’elenco fu inserito anche il periodico «Crítica» (espressione della Sinistra radicale)[78], e il giornale «La Vanguardia» (di area socialista)[79].

2) La seconda classe comprendeva la stampa indipendente. Questa, si doveva condizionare attraverso degli infiltrati o con dei compromessi. In tale categoria erano inseriti i giornali «La Prensa»[80] e «La Nación»[81], denunciati dalla stampa di Destra (sovvenzionata dalla Germania) come giornali finanziati dai nemici del III Reich.

3) La terza classe riguardava le pubblicazioni distribuite generalmente nelle province. Si trattava di una stampa debole sul piano finanziario. Di tale vulnerabilità ne approfittò il movimento nazista. Attraverso il Deutsches Nachrichten Bureau (D.N.B.)[82], che aveva più sedi in Germania, vennero preparati (e fatti pubblicare nelle diverse aree argentine) articoli in spagnolo filotedeschi. Ovviamente, l’impostazione era anti-inglese, e anti-statunitense. Per questo motivo, nel 1939, l’ambasciata U.S.A. in Argentina decise di divulgare un elenco di testate giornalistiche che pubblicavano materiale giudicato di seconda mano, e che esprimevano posizioni anti-statunitensi.

Si trattava delle seguenti pubblicazioni: «La Provincia» (nella città di Salta, capitale dell’omonima provincia[83]), «Restauración» (nella città di Victoria, provincia di Entre Ríos), «La Voz del Chaco» (periodico stampato a Resistencia, capitale della provincia del Chaco), «El Día» (nella provincia di Jujuy), «La Opinión» (Balcarce, provincia di Buenos Aires), «El Imparcial» (San Carlos de Bolívar, provincia di Buenos Aires) e «El Atlántico» (edito a Bahía Blanca, provincia di Buenos Aires).


La stampa apertamente filonazista

4) Nella quarta classe si trovava la stampa apertamente filotedesca. Questa otteneva dal III Reich dei finanziamenti diretti. Tra le pubblicazioni in tedesco si ricordano: «Deutsche La Plata Zeitung»[84], «Der Trommler»[85], «Der Ruslandsdeutsche» e «Der Deutsche in Argentinien».

Nell’ambito dei periodici argentini figuravano: «Caras y Caretas»[86], «El Mundo»[87], «La Razón»[88]. La lunga lista di giornali argentini di Destra sovvenzionati dalla Germania includeva anche «La Fronda». Quest’ultima pubblicazione era considerata l’organo di stampa del «Jockey Club»[89]. All’inizio fu un giornale satirico anti-governativo. Accentuò poi un’impostazione anti-britannica e anti-democratica dopo un prolungato soggiorno in Germania del suo direttore, Francisco Uriburu, nel 1937.

Aggiungasi ancora: «Afirmación de una Nueva Argentina» (ADUNA)[90], «Reconquista»[91], «América Alerta»[92], «La Tribuna»[93], «El Federal»[94], «La Voz Nacional»[95], «Bandera Argentina»[96], «El Pueblo»[97], «Los Principios»[98], «La Revista del Suboficial»[99].


Le pubblicazioni antisemite

Oltre questa stampa di orientamento filonazista, vennero edite anche delle pubblicazioni ove emersero dei contenuti antisemiti. Nell’elenco si può inserire «Criterio»[100]. Nel 1931, la direzione del periodico informò della nascita di una rivista letteraria trimestrale diretta da Ramona Victoria Ocampo (1890-1979): «Sur». Quest’organo di stampa pubblicò articoli antisemiti a firma di Vicente Balda e di Alberto Molas Terán (1885-1932). Balda scrisse pure degli articoli per «Criterio». Tra questi La hipocresía judaica.[101] Altre pubblicazioni furono: «Clarinada»[102], «Crisol»[103], «El Pampero»[104]. Nel periodo successivo alla Seconda Guerra Mondiale si può ricordare: «Cabildo»[105]. Questa pubblicazione, apertamente antisemita, denunciò una presunta cospirazione sionista mondiale, e incolpò i Giudei Argentini della violenza legata alla guerriglia, sostenendo diffusi stereotipi e teorie di presunte cospirazioni giudaiche mirate a fondare organizzazioni marxiste.[106]


Gli esiti della manovra

Malgrado un accentuato investimento economico, mirato a diffondere messaggi a sostegno del III Reich, il regime nazista e i suoi sostenitori riuscirono a essere presenti soprattutto in giornali cittadini di minore importanza, e nei media meno rilevanti delle province. Non ottennero appoggio da quotidiani quali «La Prensa» o «La Nación» che si mantennero su posizioni filo-alleate.


La propaganda nazista attraverso la radio

In ambito radiofonico, i Tedeschi utilizzarono un impianto posizionato vicino al villaggio di Zeesen (Germania). La struttura, costruita nel 1927, era dotata di sei potenti trasmettitori (due di riserva). Le trasmissioni ad onde corte ebbero inizio in spagnolo nel 1934. I programmi furono trasmessi a Buenos Aires, Lima, La Paz. Insieme a ciò, i Tedeschi trovarono pure il modo di interferire nelle trasmissioni radio inglesi, francesi e statunitensi. Durante gli anni della Seconda Guerra Mondiale, un certo numero di stazioni radiofoniche, tra cui «Radio Prieto»[107], «Radio Splendid»[108], «Radio Callao»[109], «Radio Cultura»[110], «Radio Stentor»[111], cominciarono a trasmettere programmi direttamente da postazioni argentine. Per sostenerli, l’ambasciata tedesca a Buenos Aires, aziende quali la Siemens-Schuckert[112] e il Governo del Reich, si dotarono di attrezzature e fornirono sussidi per la rete radiofonica.


La distribuzione di libri

Nel contesto delineato, acquista rilevanza anche un ulteriore dato. L’ambasciatore von Thermann cercò pure di incrementare la diffusione in Argentina di testi nazisti antisemiti. In particolare, attraverso un’iniziativa che venne molto pubblicizzata, il 9 aprile 1934 presentò nella sede della Biblioteca Nazionale una serie di libri tedeschi, con argomenti antiebraici, scelti dal direttore della Biblioteca, Gustavo Martínez Zuviría (1883-1962; noto come «Hugo Wast»)[113], e dal console argentino a Berlino. La Biblioteca in questione riceveva regolarmente una dozzina di periodici del III Reich, e nel 1935 aveva acquistato 40.000 copie di un libro antiebraico (El Kahal-Oro), scritto da Wast, da distribuire gratis tra persone ritenute influenti. In questa novella si racconta di un piano dei Giudei per dominare il mondo. I testi antiebraici che distribuiva l’ambasciata tedesca in Argentina e nei Paesi vicini, venivano stampati ad Amburgo. Erano poi introdotti attraverso la valigia diplomatica o utilizzando l'ufficio di Gottfried Sandstede[114].

Vi furono poi dei libelli antisemiti stampati in Argentina. Tra questi: Roosevelt es Judìo (Roosevelt è un Ebreo, di Gustavo Barroso[115]), edito nel 1938. Si ricorda anche: Las razas (Le razze) di Tomás Amadeo.[116] Il testo era tratto da una conferenza tenuta presso il Jockey Club il 25 giugno 1936. Di quest’ultima iniziativa editoriale si distribuirono 150.000 copie attraverso i membri del medesimo Club.


Problemi collegati a direttive hitleriane

Nel contesto delineato venne adottata a Berlino una decisione che ebbe riflessi negativi sugli interessi delle imprese tedesche operanti in Argentina. Nella capitale del Reich si volle tagliare ogni contatto con i media ostili al nazionalsocialismo. Di conseguenza, fu proibito alle aziende argentine naziste d’investire in pubblicità sulla stampa avversata dai gerarchi. Venne meno, in tal modo, la possibilità di far conoscere prodotti di industrie vicine alla Germania. Per Berlino tale politica era un mezzo per non finanziare giornali sgraditi al regime. Sul piano pratico, però, il disegno non contribuì a far conoscere le attività delle aziende tedesche (e filiali). Tranne alcune testate giornalistiche («Clarinada», «Bandiera», «Pampero» ed altre), la maggior parte della stampa argentina non pubblicò notizie che potessero favorire vantaggi economici ai Tedeschi. Con riferimento a tale situazione, l’ambasciatore von Thermann informò il proprio Governo. Riferì comunque che gli sforzi mirati a sostenere la nascita di «El Pampero» avevano cominciato a dare dei frutti. La diffusione di questa testata si era progressivamente estesa.[117]

In definitiva, la politica decisa dal Governo Tedesco risultò comunque svantaggiosa per i Tedeschi. Le loro aziende ridussero le attività di propaganda, mentre la stampa nazista rimaneva letta da un numero circoscritto di persone.


Il giornale «Argentinisches Tageblatt»

Nel frattempo, il giornale «Argentinisches Tageblatt» sferrava attacchi pesanti contro il nazionalsocialismo.[118] Il periodico era diretto da Ernesto Alemann (1893-1982). Questo Argentino fu protagonista di un’iniziativa importante. Per creare un’alternativa alla scuola «Goethe» di Buenos Aires, fondò nella stessa città il Colegio Pestalozzi («Pestalozzi Schule») nel 1934.

Fin dall’aprile 1933, Hitler aveva vietato la circolazione di tale testata nel territorio tedesco. Erano stati poi trasmessi telegrammi in Argentina, ai dirigenti del Banco Alemán, a quelli del Banco Germánico de la América del Sud, e alla direzione del Banco Alemán Transatlántico, con l’ordine di ritirare ogni pubblicità dal periodico in questione.[119] Malgrado queste misure, «Argentinisches Tageblatt» continuò nella sua linea ostile a Berlino. La situazione costrinse von Thermann a trasmettere una nota di protesta al Ministro degli Esteri Argentino Carlos Saavedra Lamas.[120] Nel testo, datato 18 gennaio 1934, il diplomatico chiese di applicare sanzioni al giornale per i reati commessi contro il III Reich (per esempio diffamazione, falsità). Malgrado questa iniziativa, «Argentinisches Tageblatt» non cessò di attaccare il nazismo. Divenne in tal modo anche il giornale dei Tedeschi fuggiti dal regime hitleriano e degli Ebrei.

Nel 1936, Ernesto Alemann, che in anni precedenti si era laureato presso l’Università di Heidelberg, fu privato ufficialmente del titolo di dottore a motivo della sua opposizione al regime nazista.[121]


La denuncia di Dickmann

Il 18 maggio 1938, durante i lavori della Camera dei deputati, il Vice-presidente Enrique Dickmann (1874-1955)[122], mise in allarme i suoi colleghi sui pericoli dell’infiltrazione ideologica nazista, e informò sui modi con i quali si cercava di manipolare i dipendenti delle aziende tedesche operanti in Argentina. Denunciò l’esistenza di molte istituzioni finanziarie, imprese edili, enti finanziari, che erano filiali di direzioni centrali situate in Germania. Ogni struttura aveva subìto al suo interno dei radicali cambiamenti. I dirigenti provenivano dalla Germania. Erano fiduciari del NSDAP[123]. Le ditte respingevano i lavoratori non appartenenti al Fronte del Lavoro Tedesco. Quest’ultimo era sostenuto da circa 4.000 persone, presenti a Buenos Aires e in zone dell’interno.

Esistevano, poi, ulteriori motivi di allarme. Si era a conoscenza dell’esistenza di reti di controllo da parte del succitato Fronte sui lavoratori. Quest’ultimi erano costretti a pagare dei contributi obbligatori che incidevano fortemente sui loro salari. Nel 1937, tali apporti finanziari erano arrivati a superare i due milioni di pesos. Si trattava di una strategia che indeboliva l’economia nazionale, rafforzando invece il Fronte. A ciò, si aggiungevano ulteriori obblighi. Tutto il denaro raccolto era investito in attività della propaganda nazista.

Enrique Dickmann affermò di aver svolto ricerche personali, e di aver acquisito informazioni attendibili. Risultava che molti operai e impiegati non condividevano l’ideologia nazista. Non potevano però manifestare il proprio pensiero perché avrebbero perso il posto di lavoro. I dipendenti delle istituzioni succitate erano anche tenuti a mandare i figli in scuole tedesche, pena il licenziamento. Inoltre, avevano l’obbligo di partecipare alle iniziative del gruppo territoriale del partito nazionalsocialista. Nell’ambito di tale linea operativa, venne affidato ad alcuni informatori (individuati dalla Gestapo) il compito di individuare possibili oppositori. Quest’ultimi erano licenziati.[124]


La situazione creatasi nel mondo scolastico

Dickmann sollevò, quindi, una serie di criticità. A queste, si aggiunsero ulteriori problemi. Basti pensare all’influenza nazista nelle scuole della comunità tedesca in Argentina. Tale situazione fu così diffusa che si arrivò a fondare a Buenos Aires il Colegio Pestalozzi per creare un’alternativa ai succitati istituti. In pratica, le scuole tedesche osservavano le direttive di Berlino.[125]

1) In questi centri erano posti in evidenza i simboli del regime nazista (per esempio la svastica) e i ritratti di Hitler. Si cantava inoltre Das Horst-Wessel-Lied[126]. Le autorità argentine non posero ostacoli. Unitamente a ciò, nelle scuole tedesche si era soliti cantare l’inno argentino tenendo il braccio alzato (saluto nazista).

2) Il controllo ideologico si estese anche alle associazioni di categoria dei docenti. Al riguardo, acquistò rilevanza il Deutsche Lehrerverein («Asociación Alemana de Maestros»).[127] Fondato nel 1902, ricevette la personalità giuridica nel 1934. Tale organismo venne istituito per aiutare i nuovi docenti che arrivavano dalla Germania. Quest’ultimi, per meglio seguire gli studenti tedeschi, avevano necessità di conoscere i costumi, la storia e la geografia dell’Argentina.

3) Nelle scuole i testi erano segnati dall’ideologia nazista. Emergevano idee fortemente nazionaliste, diveniva centrale il culto del Führer, era esaltata la «razza» nordica. Tale orientamento non teneva più in considerazione i precedenti testi didattici, sia quelli pubblicati durante la Repubblica di Weimar[128], sia quelli argentini, ove si favoriva un’integrazione tra le diverse nazionalità.


L’iniziativa di Taborda e di Dickmann

La situazione descritta non trovò in genere ostacoli, tranne l’opposizione di alcuni organi di stampa. Con la Presidenza di Roberto Ortiz, mentre si continuava a impedire alle vittime del nazismo di entrare in Argentina, venne adottata un’iniziativa che andava controcorrente. I partiti radicale e socialista, attraverso i deputati Raúl Damonte Taborda (1909-1982)[129] e Enrique Dickmann[130], riuscirono a far approvare una risoluzione per indagare sul grado di infiltrazione dei nazisti nelle organizzazioni tedesche presenti nel Paese. Malgrado tale deliberazione, l’influenza nazista sulla comunità tedesca proseguì negli anni del Conflitto Mondiale.


Lo spionaggio nazista in Argentina

Nel contesto delineato, si inserì anche lo spionaggio nazista. Finanziata dall’ambasciata tedesca, la rete di intelligence riuscì a coinvolgere personaggi provenienti dall’estero e alcuni uomini di affari della comunità tedesca.

1) Tra quest’ultimi, c’era Werner Koennecke[131]. Da un ufficio situato nel palazzo del Banco Germánico, gestiva gli aspetti finanziari che riguardavano l’operato di Hans Harnisch, di Lupo Franczok e dell’addetto navale presso l’ambasciata, Dietrich Niebuhr. Koennecke era il genero di Ludwig Freude (1889-1956)[132], un potente uomo d’affari. Il suo ruolo fu descritto in un resoconto di 18 pagine che lui stesso consegnò dopo il suo arresto, avvenuto nell’agosto 1944 (venne poi salvato da Perón).

2) Hans Harnisch fu un altro uomo d’affari tedesco di successo, che operò nel mondo dello spionaggio.[133] Aderì al NSDAP nel 1939. Era un convinto sostenitore della causa nazista. Aveva contatti ai più alti livelli del Governo Argentino. In occasione di un suo viaggio in Germania (1941), agenti dei servizi segreti del III Reich gli affidarono il compito di trasmettere a Berlino rapporti sulla situazione finanziaria argentina. Nel maggio del 1942, Harnisch comunicò a Koennecke che era stato inviato in Argentina l’ingegnere Franczok con il compito di installare un radiotrasmettitore segreto. Koennecke si dichiarò pronto a sostenere l’iniziativa.

3) Wolf Franczok[134], dipendente della società Telefunken[135], era arrivato a Rio de Janeiro nel 1941. Coinvolto in un omicidio, fuggì in Paraguay. Prese contatti con ufficiali filotedeschi. Per loro, lavorò al sistema di collegamento radio degli aerei militari. In seguito, si trasferì in Argentina. Ebbe il compito di progettare e di realizzare una rete di spionaggio denominata «Bolivar». Si trattava di un sofisticato insieme di trasmettitori segreti, supportati da «Orga-t» («técnica Organización»)[136] e posizionati in più punti del territorio.

4) Infine, nel gennaio 1943, sbarcò in Argentina Johannes Siegfried Becker (1912-...)[137]. Si trattò di un personaggio che ricopriva un ruolo superiore a quello degli agenti già citati. La sua missione fu quella di riorganizzare la rete di spionaggio nazista (S.D.[138]) in Sud America, dal momento che non poteva più utilizzare la sua base in Brasile (Paese entrato in guerra contro il III Reich il 28 gennaio 1942).

Harnisch e Koennecke lo condussero all’ambasciata tedesca per farlo incontrare con il tenente della Marina (ufficiale della riserva), Martin Müller[139], segretario dell’addetto navale Dietrich Niebuhr.[140] Nel colloquio, si discusse sulla necessità di acquistare una fattoria per potervi installare il radiotrasmettitore.

Koenneche, in seguito, venne presentato al capitano di fregata Niebuhr. Quest’ultimo fece presente che si doveva attivare un procedimento trasparente di acquisto. Così, Koennecke si rivolse a Domingo Angel Piramidani, proprietario di una fabbrica di polvere da sparo a Tandil.[141] Tale personaggio, vendeva dal 1940 esplosivi per le miniere per conto della società tedesca Boker. Konnecke gli propose di acquistare un immobile a proprio nome, dicendo che si trattava di una manovra per proteggere parte del suo capitale in caso di rottura delle relazioni con la Germania. Piramidani alla fine capì il vero scopo dell’operazione. Comunque accettò la situazione.

Koennecke divenne l’amministratore della fattoria. Era ormai un agente non ufficiale della rete nazista. Sul piano finanziario, informò l’ambasciata tedesca che c’erano dei debiti con Niebuhr. Quest’ultimo gli aveva fornito un notevole apporto finanziario. Si trattava di 350.000 dollari ricevuti all’inizio del Conflitto Mondiale, e di 85.000 dollari nel 1941 per sostenere le attività di spionaggio.

In una delle sue visite all’ambasciata, Koennecke conobbe un esperto in telecomunicazioni. Si trattava dell’ingegnere Wolf Franczok, incaricato di guidare l’Orga-t.[142]


La rete «Bolívar»

Con l’amministrazione di Koennecke, e con la gestione tecnica di Franczok, si arrivò a costituire una rete di spionaggio che venne denominata «Bolívar». Fu una delle organizzazioni di intelligence nazista che ottenne i migliori risultati durante la Seconda Guerra Mondiale.[143] Venne alla fine scoperta nell’agosto 1944 dal capo della Coordinación Federal.

La rete arrivò a utilizzare un alto numero di auto, di radio ricetrasmittenti, di «case sicure», e una decina di aziende agricole a Bella Vista, Pilar, San Justo, General Madariaga, Ranelagh, San Miguel, Ramos Mejia, e nelle province di Santa Fe e Santa Cruz. Nel periodo ottobre 1942 – agosto 1944 circa 2.500 radiotelegrammi furono trasmessi alla stazione ricevente di Amburgo. Da qui, erano ritrasmessi a Berlino. Le informazioni di carattere economico, militare o di spionaggio politico preparate da Harnisch e da Siegfried Becker rivestirono la medesima importanza di quelle trasmesse dall’ambasciata tedesca.

Dopo il golpe militare del giugno 1943[144], la rete si configurò come un collegamento parallelo e ufficiale tra la Germania e l’Argentina. La connessione radio tra il capo del Servizio di Sicurezza (S.D. del III Reich) e il G.O.U. (Grupo de Oficiales Unidos)[145] arrivò a sostituire i canali diplomatici.

Dopo la rottura delle relazioni diplomatiche tra l’Argentina e la Germania[146], avvenuta il 26 gennaio 1944, i rapporti forniti da Becker costituirono l’unica fonte di informazione per il Governo Tedesco. L’importante ruolo svolto dalla rete spionistica nazista in Argentina è attestato anche da un episodio. L’11 giugno 1943, Himmler elogiò pubblicamente il lavoro che si stava svolgendo nel Paese Sudamericano e assegnò a Becker l’onorificenza della Croce di Ferro.


Un Argentino Ministro del III Reich

Nel contesto delineato occorre aggiungere un ulteriore tassello. Se, da una parte, la Germania nazista poté sviluppare una strategia in territorio argentino nel periodo del Secondo Conflitto Mondiale, anche l’Argentina, nel medesimo tempo, ebbe un riferimento stabile a Berlino. Quest’ultimo, era costituito da un Argentino: Richard Walther Oscar Darré (1895-1953). Darré nacque a Buenos Aires. Il padre[147], di origine tedesca, aveva raggiunto l’Argentina verso il 1890 per aprire una filiale della società Hardt&Co., che commerciava in prodotti agricoli. Il ragazzo studiò presso la scuola tedesca di Belgrano. Più tardi, frequentò in Germania il liceo scientifico di Heidelberg, la facoltà di magistero a Godesberg e inoltre il King’s College di Wimbledon. Dopo la partecipazione da volontario tedesco alla Prima Guerra Mondiale, si aggregò brevemente ai Freikorps di Berlino.

Nel 1920 terminò gli studi di amministratore coloniale.[148] Più tardi iniziò a Giessen uno studio di agricoltura, centrato sull’allevamento e le questioni di trasmissione ereditaria.[149] Il suo interesse si focalizzò sulle problematiche genetiche (con particolare riguardo all’uomo). Preparò più lavori scientifici. Presso la sede della Lega degli Artamani ebbe modo di conoscere Himmler.[150] Nel 1929 scrisse il suo primo libro: Das Bauerntum als Lebensquell der nordischen Rasse (Il contadinato come fonte vitale della razza nordica).

Nel 1930 seguì il testo: Neuadel aus Blut und Boden (La nuova nobiltà di sangue e suolo). Attraverso l’architetto Paul Schultze-Naumburg, Darré poté incontrare Hitler. Quest’ultimo, lo incaricò di elaborare un programma agrario per il partito nazista. Così, il funzionario di origini argentine divenne il consigliere del Führer per gli affari agrari e direttore dell’apparato politico-agrario della direzione del Reich.

Nel luglio 1930 Darré si iscrisse al partito nazista e alle SS. Dal 1931 diresse un nuovo Ufficio centrale: Rasse und Siedlungshauptamt, RuSHA («per la razza e le colonie») all’interno delle SS. Nel 1932 fondò la rivista mensile «Deutsche Agrarpolitik» («Politica agraria tedesca»).[151] Nel 1933 ricevette la nomina a Reichsbauernführer («Capo dei contadini del Reich»). Fu poi promotore di una legge sui poderi ereditari, firmata dal Führer[152]. Includeva una serie di princìpi che regolavano il lavoro dei coltivatori diretti. Nel dicembre 1935 si occupò anche del progetto Lebensborn.[153]

In seguito, Darrè perse ogni ruolo significativo per alcune sue idee non condivise da Hermann Goering[154], da Hjalmar Schacht[155], dalla Banca del Reich.[156] A ciò si aggiunse anche un conflitto con Himmler.[157] Nel 1939, con l’inizio della Seconda Guerra Mondiale, Darré decadde politicamente. Venne dimesso il 16 maggio 1942. Trascorse gli ultimi anni di guerra fuori Berlino.

Catturato dalle truppe U.S.A. (aprile 1945) venne processato dalla corte militare americana. Fu accusato della confisca di proprietà di contadini polacchi ed ebrei, e – inoltre – di aver negato l’alimentazione di base a degli Ebrei Tedeschi, riducendo con ciò dei civili alla fame. Il 14 aprile 1945 nel processo della Wilhelmstrasse fu condannato a cinque anni di reclusione che scontò interamente. Morì in una clinica privata di Monaco di Baviera.[158]


Vicende del dopoguerra

La Germania nazista si arrese l’8 maggio 1945. Il 10 luglio dello stesso anno affiorò nelle acque del Rio de la Plata il sommergibile tedesco U530. Il comandante (tenente di vascello Otto Wermuth, nato nel 1920) e l’equipaggio si fecero catturare dagli Argentini. L’episodio mise in imbarazzo il Governo. Quest’ultimo, stava cercando di migliorare i rapporti con Washington. Agli occhi U.S.A., infatti, l’Argentina si era mostrata poco propensa a schierarsi con gli Alleati, a differenza di altri Stati Sudamericani.[159] La Us Navy pretese (e ottenne) la consegna dell’U530, mentre l’equipaggio faceva perdere le proprie tracce. Si venne poi a sapere che il sottomarino proveniva dalle coste orientali degli Stati Uniti. Da qui, gli interrogativi: chi lo aveva rifornito durante la navigazione verso Sud? Il comandante aveva usufruito di una rete di sostegno? In merito, rimangono a tutt’oggi solo delle ipotesi. Il 17 agosto 1945 fu segnalata alle autorità argentine la presenza in acque territoriali di un secondo sommergibile tedesco, l’ U977.

L’equipaggio era comandato dal tenente di vascello von Heinz Schäffer (1921-1979)[160]. Proveniva da Bergen (Norvegia). In 66 giorni di effettiva navigazione aveva percorso 7.300 miglia. A tutt’oggi non si conoscono diversi aspetti di quest’ultima vicenda.[161] Nel trascorrere del tempo i fatti legati all’U530 e all’U977 hanno costituito materia per molteplici dibattiti. C’è chi si è spinto ad affermare che tali missioni navali avevano anche il segreto compito di condurre in Argentina gerarchi nazisti e persone a loro vicine (Hitler, Eva Braun, Bormann, ed altri). La tesi in questione non ha retto negli anni alla critica storica. Anche le affermazioni di chi ha scritto su trasporti di beni preziosi (di varia natura) appaiono deboli. E comunque servono riscontri documentali.


I ritrovamenti in Argentina avvenuti nel 2015

Nel 2015, le agenzie di stampa diffusero una notizia: nella regione tropicale di Misiones (Argentina)[162] erano stati ritrovati i resti di tre edifici con caratteristiche particolari.[163] Si tratta di una struttura tipica dell’ingegneria europea. Le mura sono spesse tre metri e senza omologhi nei dintorni. Il complesso comprende un’abitazione per gli alloggi (dotata di un pozzo e di una tinozza), un magazzino per le scorte e una casamatta posizionata in modo da controllare l’area circostante. Da qui, una sentinella poteva scorgere estranei in avvicinamento per chilometri e poi, volgendosi a Nord, anche il fiume Paranà e più avanti il Paraguay, a dieci minuti di cammino. Quello che ha colpito l’équipe di ricercatori, diretta dal professor Daniel Schavelzon (nato nel 1950)[164], è stata l’individuazione di cinque monete tedesche risalenti agli anni tra il 1938 e il 1941, e i resti di un piatto di porcellana, con la scritta «made in Germany» prodotta dalla ditta Meissen tra il 1890 e il 1940.

In tale contesto, alcuni commentatori hanno voluto ripresentare teorie non supportate dagli storici (presenza di Hitler e di Bormann in Argentina). In realtà, la scoperta del sito rimanda a un disegno nazista incompiuto. In un primo momento, infatti, i filo-hitleriani ritennero utile cominciare a predisporre dei «punti di appoggio» (depositi militari, possibili rifugi). In seguito, l’operazione perse d’importanza perché il Presidente Juan Domingo Perón accolse senza difficoltà esponenti del III Reich.[165]


Note

1 L’immigrazione tedesca in Argentina avvenne soprattutto in cinque periodi: prima del 1870, 1870-1914, 1918-1933, 1933-1940 e poi 1945. A. Saint Sauveur-Henn, Un siècle d'émigration allemande vers l’Argentine, Boehlau, Cologne 1995.

2 Su questo punto confronta anche: G. Pollini-G. Scidà, Sociologia delle migrazioni e della società multietnica, Franco Angeli, Milano 2002, pagine 237-241.

3 La Compagnia «Hamburg-Süd» iniziò ad essere operativa nel 1871.

4 La Compagnia «Hapag-Lloyd» venne fondata nel 1847.

5 Adolf Hitler (1889-1945) divenne leader del Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori (Nationalsozialistische Deutsche Arbeiterpartei, NSDAP) nel febbraio 1920. Da questo momento in poi ebbe inizio il suo cursus politico verso la conquista del potere assoluto in Germania.

6 Gruppo di un Paese.

7 Departamento de Ultramar de la Dirección Nacional del Partido Nazi.

8 Monumento denominato «Die Neue Wache» («La Nuova Guardia»).

9 Su questo punto confronta R. C. Newton, El cuarto lado del triángulo. La amenaza nazi en la Argentina, 1931-1947, Sudamericana, Buenos Aires 1995, pagine 65-66.

10 Federazione dei Circoli Tedeschi di Beneficenza e Cultura.

11 Persone nate da genitori francesi o spagnoli residenti nelle antiche colonie dell’America Latina.

12 L’avvocato Ramón Antonio Castillo fu Presidente dell’Argentina dal 27 giugno 1942 al 4 giugno 1943.

13 H. A. Jacobsen, Nationalsozialistische Aussenpolitik, 1933-1938, Alfred Metzner Verlag, Frankfurt 1968, pagine 661-665. Confronta anche: C. E. Prieto, El partido nacionalista alemán en la Argentina, «Todo es Historia», numero 148, septiembre de 1979, pagine 44-50.

14 A livello ufficiale, la Deutsche Arbeitsfront ebbe il fine di superare la lotta di classe e l’antagonismo tra datore di lavoro ed operaio salariato. Si trattava di un’organizzazione di natura corporativa ove confluirono obbligatoriamente i sindacati (che vennero così neutralizzati).

15 W. Streeck-‎K.Yamamura, The origins of nonliberal capitalism. Germany and Japan in comparison, Cornell University Press, Ithaca and London 2001, pagina 81.

16 M. Vidal, Heil Edén! La conexión argentina con la Alemania nazi, Editorial Dunke, Buenos Aires 2015, pagina 50.

17 J. A. Solari, Un centro de actividades antiargentinas, Argentina, Congreso de la Nación, Cámara de Diputados de la Nación. Comisión Investigadora de Actividades Antiargentinas, Buenos Aires 1942.

18 Wilhelm Römer era un medico.

19 H. A. Jacobsen-A. L. Smith jr., The nazi party and the German Foreign Office, Routledge, New York-London 2007, pagina 112.

20 A. Ebel, Das Dritte Reich und Argentinien: die diplomatischen Beziehungen unter besonderer Berücksichtigung der Handelspolitik, 1933-1939, Böhlau, Colonia 1971, pagine 294-300, 313-314; W. Rohmeder, Das Deutschtum Argentiniens, «Deutschtum im Auslande» 21, numero 8, 1938, pagine 500-504.

21 B. Vanwesenbeeck-M. H. Gelber (a cura di), Stefan Zweig and world literature. Twenty-first century perspectives, Camden House, Rochester-New York 2014, pagina 165.

22 Il Luna Park è un impianto coperto multifunzione di Buenos Aires. Fondato nel 1930, inaugurato nel 1932 e pienamente operativo dal 1934.

23 M. Vidal, Heil Edén!..., opera citata, pagine 10, 49, 50, 70.

24 Mancano riscontri precisi.

25 «Der Trommler» 7, numero 127, 1938, pagine 8-9; J. C. Mendoza, La Argentina y la swástica, Victoria, Buenos Aires 1941, pagine 113-114.

26 R. C. Newton, El cuarto lado del triángulo..., opera citata, pagina 76. Nel 1863, Martin Bromberg, rilevando un precedente studio tecnico-commerciale (a Porto Alegre, in Brasile), fondò la «Bromberg Company». Questa, nel 1870, aveva già diverse filiali, una era situata ad Amburgo. Dal 1913 la società fu presente anche in Argentina. Nel 1939, la società Staudt di Berlino acquistò una quota di minoranza della «Bromberg Company» al fine di incrementare i rapporti commerciali tra la Germania e l’Argentina.

27 A. Ebel, opera citata, pagine 292-293, 303.

28 Si estende nella pianura del Chaco Austral, a Sud del Rio Bermejo.

29 La Sociedad Alemana de Beneficencia ricevette la personalità giuridica il 23 aprile 1917. Confronta anche: Argentina. Congreso de la Nación. Cámara de Diputados de la Nación, Diario de sesiones de la Cámara de diputados, Imprenta del Porvenir, Buenos Aires 1973, pagina 2.286.

30 La provincia di Entre Ríos è situata nella parte Nord-Orientale del Paese. Il capoluogo è la città di Paraná.

31 R. C. Newton, El cuarto lado del triángulo..., opera citata, pagine 113-114.

32 La provincia di Misiones ha come capoluogo Posadas. Il termine «Misiones» deriva dalle numerose missioni dei Gesuiti fondate tra il 1609 ed il 1773 tra gli indios Guaranì.

33 Alba Posse è capoluogo del dipartimento di Veinticinco de Mayo (Misiones).

34 M. Micolis, Une communauté allemande en Argentine: Eldorado. Problèmes d’intégration socio-culturelle, Centre international de recherches sur le bilinguisme, Québec 1973.

35 R. Eidt, Pioneer settlement in Northeast Argentina, University of Wisconsin Press, Madison 1971. S. Sutin, The Germans of Misiones, New York University, Center for Latin American and Caribbean Studies, «Documento circunstancial n. 23», New York 1976. R. C. Newton, German Buenos Aires, 1900-1930. Social change and cultural crisis, University of Texas Press, Austin 1977. R. W. Thompson, Germans and Japs in South America, Faber Faber, London 1942.

36 Wilhelm Emil Edmund Freiherr von Thermann nacque a Köln e morì a Bonn.

37 Eugenio Pacelli nacque a Roma il 2 marzo 1876.

38 Il Pontificato di Pio XII durò dal 2 marzo 1939 al 9 ottobre 1958.

39 Sugli scontri tra le autorità del Vaticano e il regime nazionalsocialista tedesco confronta anche il lavoro di Rafael de Luis, El Vaticano, cátedra de paz (la acción internacional de la Santa Sede), Febo, Madrid 1945, specie le pagine 242-252.

40 R. C. Newton, El cuarto lado del triángulo..., opera citata, pagina146. Per quanto riguarda l’anti-cattolicesimo nazista, Dickmann spiegò (sessione Camera dei Deputati del 18 maggio 1938) che il nazismo identificava il Regno del Dio dei Cattolici con il dominio dei Giudei. Per il III Reich, il Cristianesimo era nemico del nazionalismo statale, al punto che in Germania era stato accusato di aver quasi raggiunto il mondo culturale tedesco, rovinandolo attraverso la cultura dei Paesi del Mediterraneo. Nella particolare visione da crociata del nazismo, la Germania doveva conquistare l’America del Sud per estendere un proprio dominio, cancellando l’eredità ispano-portoghese. Confronta al riguardo l’intervento di Dickmann nella sessione dei Deputati del 18 maggio 1938 in: República Argentina, Congreso Nacional, Cámara de Diputados, Diario de Sesiones, 18 de mayo del 1939, pagina 218.

41 Autori Vari, Europa, América Latina, Comisión Argentina de Cooperación Intelectual, Buenos Aires 1937.

42 L’Associazione degli Ingegneri Tedeschi in Argentina sorse nel 1913, con sede a Buenos Aires.

43 Agustín Pedro Justo Rolón fu un militare e un politico argentino. Presidente dell’Argentina dal 20 febbraio 1932 al 20 febbraio 1938.

44 M. Vidal, ¡Heil Edén! La conexión argentina con la Alemania nazi, Editorial Dunken, Buenos Aires 2015, pagina 57.

45 Il Club Alemán de Equitación venne fondato il 30 settembre 1915. Gli ufficiali dell’esercito argentino, che avevano frequentato i corsi di perfezionamento presso la Scuola di equitazione di Hannover (Germania), per ordine del Ministero della Guerra, divennero i primi soci e svolsero attività di insegnamento.

46 Il Generale Rodolfo Martínez Pita fu presidente del Consiglio di Guerra, competente ad esaminare anche il comportamento di comandanti e di ufficiali dell’esercito argentino.

47 La madre del Generale Carlos von der Becke apparteneva alla nobile famiglia dei von Helbig di Slesia.

48 Il Generale Armando Verdaguer fu membro del Consiglio di Guerra dal 1941 al 1949.

49 Roberto Marcelino Ortiz fu Presidente dal 20 febbraio 1938 al 27 giugno 1942.

50 Generale Carlos Domingo Márquez (1885-1950).

51 Interrogatori di von Thermann, dal 27 settembre al 6 novembre 1945, US National Archives Records Administration, RG 59, 26.

52 Juan Pistarini fu Ministro delle Opere Pubbliche, della Marina, dell’Agricoltura e degli Interni di vari Governi durante il periodo 1930-1940, e Vicepresidente di Edelmiro Julián Farrel (1945-1946). Morì in prigione.

53 José Félix Uriburu, dopo aver defenestrato il Presidente Hipólito Yrigoyen, si autoproclamò Presidente dell’Argentina. Esercitò contemporaneamente il potere esecutivo e legislativo dall’8 settembre 1930 al 20 febbraio 1932.

54 La costruzione dell’obelisco che si trova a Buenos Aires fu affidata all’impresa edile tedesca G.E.O.P.E. – Siemens Bauunion – Grün Bilfinger che la portò a termine in 31 giorni, impiegando 157 operai.

55 D. Rock, Authoritarian Argentina. The nationalist movement, its history and its impact, University of California Press, Berkeley and Los Angeles (California, USA) 1995, pagine 99, 133.

56 Il Generale Basilio Pertiné (1879-1963) fu Ministro della Guerra durante la Presidenza del Generale Justo e leader del nazionalismo argentino.

57 L’Instituto Cultural Argentino-Japonés divenne, in seguito, un centro di spionaggio giapponese.

58 Alberto Barceló (1873-1946) fu deputato e senatore nazionale, esponente del partito di Avellaneda.

59 Ferrovia.

60 Ovest.

61 «La Fronda» fu un periodico di orientamento nazionalista, iniziò le sue pubblicazioni in Argentina il 1º ottobre 1919. Il fondatore e primo direttore fu Francesco Uriburu (figlio; 1872-1940).

62 Nei primi anni Venti ne fu proprietario e direttore il giornalista campano Lamberti Sorrentino.

63 Juan Hipólito Yrigoyen (1852-1933) fu Presidente dell’Argentina dal 12 ottobre 1928 al 6 settembre 1930.

64 Nel 1945 venne respinto come ambasciatore a Washington per le sue idee critiche verso gli Stati Uniti. Confronta al riguardo: Oscar Ibarra García, in: R. Hilton, Who’s Who in Latin America, part V, «Argentina, Paraguay and Uruguay», Stanford University Press, Stanford 1950, pagina 106.

65 R. C. Newton, El cuarto lado del triángulo...,opera citata, pagina 120.

66 Edelmiro Julián Farrell Plaul (1944-1946) fu Presidente dell’Argentina dal 24 febbraio 1944 al 4 giugno 1946.

67 La battaglia del Río de la Plata si svolse il 13 dicembre 1939. In tale occasione l’incrociatore pesante tedesco Admiral Graf Spee si scontrò con tre incrociatori (uno pesante e due leggeri) della Royal Navy. La Graf Spee procurò danni alle navi britanniche (mise praticamente fuori uso l’incrociatore pesante) ma fu anche seriamente colpita. Cercò allora un riparo a Montevideo. Il Governo dell’Uruguay (in quel momento ancora neutrale) mostrò ostilità. Alla fine, il comandante tedesco, d’accordo con i suoi ufficiali, decise di auto-affondare la nave in acque internazionali. Un mercantile tedesco e due rimorchiatori trasportarono poi l’equipaggio a Buenos Aires. Dopo aver salvato i suoi uomini, il comandante si suicidò.

68 Pedro Pablo Ramírez (1844- 1962) fu Presidente dell’Argentina dal 7 giugno 1943 al 24 febbraio 1944.

69 M. Vidal, Heil Edén!…, opera citata, pagine 59-60.

70 L’abitato si affaccia sull’Oceano Atlantico. È situato a circa 550 chilometri a Sud-Ovest di Buenos Aires.

71 La Legión Cívica Argentina venne fondata a Buenos Aires il 6 dicembre 1930.

72 L’Alianza de la Juventud Nacionalista venne fondata nel giugno del 1938 da Juan Enrique Ramón Queraltó.

73 Nel 1915 il Governo Tedesco istituì una propria agenzia di stampa, la «Transocean», per trasmettere all’estero, via radio, un servizio di informazioni capace di rompere il blocco alleato.

74 R. C. Newton, El cuarto lado del triángulo..., opera citata, pagine 156-158.

75 R. C. Newton, El cuarto lado del triángulo..., opera citata, pagina 158.

76 «Argentinisches Tageblatt» venne fondato a Buenos Aires nel 1874.

77 H. Groth, Das Argentische Tageblatt: Sprachohr der demokratischen Deutschen und der deutsch-jüdischen Emigration, Lit Verlag, Hamburg 1996.

78 Il periodico «Crítica» venne fondato a Buenos Aires il 15 settembre 1913.

79 Il giornale «La Vanguardia» venne fondato dal leader del partito socialista Juan B. Justo nel 1894.

80 Il primo numero del giornale «La Prensa» uscì il 18 ottobre 1869.

81 Il primo numero del giornale «La Nación» uscì il 4 gennaio 1870.

82 Agenzia nazionale di notizie istituita dal regime nazista in Germania nel 1933 in sostituzione della vecchia agenzia telegrafica Wolff.

83 Nel Nord-Ovest del Paese.

84 Fondato a Buenos Aires nel 1863, si chiamò all’inizio «La Plata». Nel 1874, un immigrato tedesco, Hermann Markas, lo rinominò «Deutsche La Plata Zeitung».

85 R. C. Newton, El cuarto lado del triángulo..., opera citata, pagine 54, 64, 79, 124, 238, 390, 483.

86 «Caras y Caretas» fu un settimanale che venne pubblicato tra il 1898 e il 1941. Ci fu una versione precedente edita in Uruguay tra il 1890 e il 1897. Due versioni successive vennero stampate nel 1982 e nel 2005.

87 Il quotidiano «El Mundo» iniziò le sue pubblicazioni il 14 maggio 1928. Cessò l’attività nel 1967.

88 Il primo numero del giornale serale «La Razón» uscì il 1° marzo 1905, il direttore era Emilio Morales.

89 Carlos Pellegrini (1846-1906), con un gruppo di esponenti del mondo politico ed economico argentino, fondò il «Jockey Club» il 15 aprile 1882. Pellegrini fu Presidente dell’Argentina dal 6 agosto 1890 al 12 ottobre 1892.

90 Nel corso del 1920 l’ex socialista Leopoldo Lugones (1874-1938) divenne un sostenitore del fascismo e coinvolse nella sua visione politica diversi intellettuali argentini. Il gruppo comprendeva, tra l’altro, Juan Carulla, Ernesto Palacio, Manuel Gálvez, Carlos Ibarguren, Roberto de Laferrere, Mario Amadeo e i fratelli Rodolfo e Julio Irazusta. Queste persone, vicine alla rivista «La Nueva Republica» (1927), costituirono un gruppo denominato ADUNA (Afirmación de una Nueva Argentina), e collaborarono con il regime di José Félix Uriburu (che tentò all’inizio di introdurre il corporativismo ispirato da Benito Mussolini).

91 Il periodico «Reconquista» venne fondato nel 1939 da Raúl Scalabrini Ortiz (1898-1959). Ricevette aiuti da Sánchez Sorondo, da Manuel A. Fresco e dall’ambasciata tedesca.

92 A cura di Horacio Félix Lagos (un ufficiale dell’Aeronautica in pensione).

93 «La Tribuna» fu un periodico diretto da Fresco.

94 R. C. Newton, The «Nazi Menace» in Argentina, 1931-1947, Stanford University Press, Stanford (California) 1992, pagina 124.

95 Il primo numero di «La Voz Nacional» uscì nel 1925. Il periodico fu diretto da Juan Emiliano Carulla (1888-1968).

96 Il primo numero di «Bandera Argentina» uscì (di mattina) il 1° agosto 1932 per iniziativa di un medico e politico nazionalista, Juan Emiliano Carulla (1889-1968). Quest’ultimo ammise di aver ricevuto aiuti economici dall’ambasciata tedesca.

97 Il periodo «El Pueblo» iniziò le sue pubblicazioni a Buenos Aires nel 1900. Lo diresse Federico Grote (1853-1940).

98 Il periodico «Los Principios» iniziò le sue pubblicazioni a Córdoba (Argentina) il 22 aprile 1894.

99 «La Revista del Suboficial» venne fondata nel 1919 dal sindaco di quel periodo Justo E. Diana, all’interno del Círculo Militar de la Nación.

100 Il primo numero della rivista «Criterio» uscì l’8 marzo 1928. Direttore fu l’avvocato Atilio Dell’Oro Maini (1895-1974).

101 V. Balda, La hipocresía judaica, in «Criterio», numero 154, 12 de febrero de 1931. Confronta anche: M. L. Tucci Carneiro, O anti-semitismo nas Américas: memória e história, Editora da Universida de Sȃo Paulo (EDUSP), Sȃo Paulo 2007, pagina 121.

102 Il periodico «Clarinada» venne pubblicato (numeri 1-94) dal maggio 1937 al febbraio 1945. Edizioni Patria (Buenos Aires). Direttore: Carlos M. Silveyra. Stampò testi e immagini di taglio antisemita.

103 Il primo numero di «Crisol» uscì (di mattina) il 1° febbraio 1932 per iniziativa di Alberto Molas Terán. Fu diretto da Enrique P. Osés, antisemita.

104 Il primo numero di «El Pampero» uscì il 4 novembre 1944. Fu diretto da Enrique Osés (1899-1954), antisemita. Osés fu il fondatore del nazionalismo popolare in Argentina.

105 Il primo numero di «Cabildo» uscì il 17 maggio 1973. Il fondatore fu Ricardo Curutchet.

106 J. Saborido, El antisemitismo en la Historia argentina reciente: la revista Cabildo y la conspiración judía, Universidad de Buenos Aires, Buenos Aires 2004. http://web.archive.org/web/20111203140758/http://www.ucm.es/BUCM/revistas/ghi/11328312/articulos/RCHA0404110209A.PDF

107 L’anno di fondazione di Radio Prieto fu il 1937. Sede a Buenos Aires.

108 Nel 1923 venne fondata a Buenos Aires Radio Splendid.

109 Radio Callao iniziò ufficialmente le sue trasmissioni nel 1935. Venne diretta da Víctor Juan Ruano.

110 Radio Cultura venne fondata a Buenos Aires.

111 Radio Stentor (in origine Sarmiento) venne fondata a Buenos Aires nel 1923.

112 La Siemens-Schuckertwerke (anche abbreviato Siemens-Schuckert) costituì un’industria elettrotecnica con fabbriche a Berlino, Erlangen e Nürnberg, che il 1º ottobre 1966 divenne la Siemens AG.

113 Gustavo Martínez Zuviría: scrittore e politico. Antisemita. Simpatizzò per il franchismo spagnolo. Fu deputato e Ministro della Pubblica Istruzione (1944).

114 Gottfried Sandstede veniva ufficialmente presentato come capo ufficio stampa dell’ambasciata tedesca a Buenos Aires.

115 Gustavo Barroso (1888-1957). Fu uno scrittore, un politico e un avvocato brasiliano. Di origini tedesche da parte di madre.

116 Tomás Amadeo (1880-1950).

117 Intervento del deputato Enrique Dickmann in: República Argentina, Congreso Nacional, Cámara de Diputados, Diario de Sesiones, sesión del 18 de mayo de 1938, pagine 210-211.

118 Gli attacchi ebbero inizio nel gennaio 1933 quando Hitler divenne Cancelliere del Reich.

119 C. Jackish, opera citata, pagine 14, 16.

120 Carlos Saavedra Lamas (1878-1959). Giurista e politico. Premio Nobel per la Pace nel 1936.

121 S. Schöpp, Das «Argentinische Tageblatt» 1933 bis 1945. Ein Forum der antinationalsozialistischen Emigration, Wissenschaftlicher Verlag, Berlin 1996.

122 Enrique Dickmann fu un medico, uno scrittore e un politico (socialista). Nacque in Lettonia. Nel 1880 con i suoi genitori raggiunse l’Argentina. Nel 1897 ne ottenne la cittadinanza. Nel 1914 fu eletto deputato nazionale (rieletto poi in anni successivi). Fondò il Partido Socialista de la Revolución Nacional. Confronta anche: Quién es quién en la Argentina: biografías contemporáneas, G. Kraft, Buenos Aires 1955, pagina 216.

123 NSDAP: Nationalsozialistische Deutsche Arbeiterpartei (Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori).

124 http://www.argentina-rree.com/9/9-028.htm

125 Esclusi due istituti: la «Germania Schule» e la «Cangallo Schule».

126 Das Horst-Wessel-Lied (Il Canto di Horst Wessel), noto anche con il titolo Die Fahne hoch (In alto la bandiera) divenne il secondo inno nazionale della Germania nazista. Hitler decise che doveva essere cantato subito dopo l’inno nazionale Deutschland, Deutschland über alles.

127 Associazione Insegnanti Tedeschi.

128 Tra il 1919 ed il 1933.

129 Raúl Damonte Taborda era membro del partito radicale.

130 Enrique Dickmann era membro del partito socialista.

131 M. Vidal, Heil Edén!..., opera citata, pagine 67,109.

132 Il figlio di Ludwig Freude, che si chiamava Rodolfo (1920-2003), fu un politico. Divenne segretario personale del Presidente Juan Domingo Perón (1895-1974).

133 M. Vidal, Heil Edén!..., opera citata, pagine 67, 69, 109, 110, 111.

134 L’ingegnere Wolf Franczok usò come falso nome quello di Gustav Utzinger. M. Vidal, Heil Edén!..., opera citata, pagine 67, 69, 119.

135 Telefunken è un’azienda tedesca di elettronica fondata a Berlino nel 1903.

136 Organizzazione tecnica.

137 M. Vidal, Heil Edén!..., opera citata, pagine 68, 69, 109, 110.

138 Il Sicherheitsdienst (S.D., Servizio di Sicurezza) fu il servizio segreto delle SS dal 1932 al 1945.

139 M. Vidal, Heil Edén!..., opera citata, pagina 68.

140 M. Vidal, Heil Edén!..., opera citata, pagine 68, 69.

141 Tandil è situata nella provincia di Buenos Aires.

142 Organizzazione tecnica.

143 R. C. Newton, El cuarto lado del triángulo..., opera citata, pagine 256, 249, 257, 259, 260, 450, 451, 453.

144 Il 4 giugno 1943 fu rovesciato il Governo del Presidente Ramón Castillo.

145 Giovani colonnelli seguaci del nazionalismo ed ammiratori del nazismo e del fascismo. Fu questo gruppo a rovesciare il Governo del Presidente Ramón Castillo.

146 E tra l’Argentina e il Giappone.

147 Richard Oskar Darré.

148 Si diplomò presso l’Istituto Coloniale Tedesco (Deutsche Kolonialschule für Landwirtschaft, Handel und Gewerbe) a Witzenhausen.

149 Lo concluse diplomandosi a Halle.

150 Heinrich Luitpold Himmler (1900-1945). Reichsführer delle Schutzstaffel dal 1929, comandante della polizia dal 1936 e delle forze di sicurezza del Terzo Reich dal 1939.

151 Dal 1939 seguì la rivista «Odal».

152 E dallo stesso Darré.

153 Fu un programma voluto da Himmler per realizzare le teorie eugenetiche del III Reich sulla razza ariana.

154 Hermann Wilhelm Göring (1893-1946). Reichsmarschall della Germania, Ministro del Reich per l’aviazione.

155 Hjalmar Schacht (1877-1970): economista, Presidente della Reichsbank, Ministro dell’Economia nella Germania nazista dal 1935 al 1937.

156 Darré era convinto della necessità di far ritorno a condizioni precedenti la rivoluzione industriale e a una riscoperta di una natura antecedente la rivoluzione capitalista. Al contrario, altri dirigenti insistevano per rafforzare l’industria.

157 I piani di Darré sull’incremento di colonie rurali non erano in sintonia con le idee di Himmler. Quest’ultimo insisteva per una politica di colonizzazione delle aree orientali.

158 B. P. Boschesi, Il chi è della Seconda Guerra Mondiale, Mondadori, Milano 1975, volume I, pagina 131.

159 L’Argentina aveva dichiarato guerra alla Germania e al Giappone solo il 17 marzo 1944, quando le sorti del Secondo Conflitto Mondiale erano già segnate. L’intelligence USA e quella inglese sapevano però che in Argentina operavano molti agenti nazisti e che Goebbels vi aveva condotto un’accurata penetrazione propagandistica.

160 B. Rainer-H. J. Röll, German U-Boat commanders of world war II. A biographical dictionary, Greenhill Books, London 1999.

161 Von H. Schäffer, dopo la guerra, scrisse un libro di memorie che uscì in Germania nel 1952: U 977. 66 Tage unter Wasser.

162 Nel parco provinciale di Teyù Cuarè («Grotta della lucertola», in lingua guaranì).

163 http://www.corriere.it/foto-gallery/esteri/15_marzo_24/argentina-ecco-nascondiglio-segreto-nazisti-giungla-paraguay-572501de-d204-11e4-a943-de038070435c.shtml

164 Il professor Daniel Schavelzon è docente presso l’Università di Buenos Aires.

165 Il Generale Juan Domingo Perón fu ininterrottamente Presidente dell’Argentina dal 1946 al 1955 quando venne rovesciato da un colpo di stato militare. Rieletto alla stessa carica nel 1973, morì l’anno dopo, venendo sostituito dalla terza moglie, già Vice-Presidente, Isabel Martínez de Perón (nata nel 1931).


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Ringraziamento

Al Professor Dottor Peter Gumpel SI per la preziosa consulenza offerta sul III Reich.

(febbraio 2017)

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