Un Napoleone privato che a lungo collaborò con i cattolico-liberali
Alcune riflessioni a due secoli dalla morte

Dovendo discutere una tesi di laurea su un sacerdote vissuto nel XIX secolo, ho rinvenuto molti documenti che attestano la provenienza bonapartista del religioso. Si chiamava Padre Gioacchino Prosperi e, patrizio di nascita, nato a Lucca nel 1795 e ivi deceduto nel 1873, apparteneva a un ambiente familiare legato ai napoleonidi. Ho potuto così osservare, da un’angolazione defilata, tratti salienti non solo del periodo napoleonico ma anche del nostro Primo Risorgimento. Troviamo infatti in Lucca in epoca napoleonica, ancor prima del Principato Baciocchiano, Joséphine de Beauharnais, giovane moglie del Generale Córso Napoleone Bonaparte, che durante la Prima Campagna d’Italia qui la inviò per proteggerla. Ma anche Luciano Bonaparte e la di lui madre Letizia Ramolino, presenti in Bagni di Lucca proprio durante il Principato. Il religioso lucchese fu un sacerdote bonapartista rosminiano e visitò la Corsica a lungo, su incarico del Duca Carlo Ludovico di Borbone-Parma, visitando proprio quegli ambienti bonapartisti isolani che auspicarono un inserimento dell’Isola nell’orbita italiana. Tutto questo si evince dalle carte. Ciò che più stupisce tuttavia non è tanto la collaborazione fattiva dei cattolico-liberali con le frange mazziniane, cui anche alcuni napoleonidi appartennero, fra i quali Carlo Luciano Bonaparte e il fratello di questi, ospiti del Duca Borbonico in Benabbio come rifugiati nel 1834 (il Duca Borbonico sosteneva patrioti di ogni colore); ma la collaborazione fattiva in epoca napoleonica, a partire dalla Prima Campagna d’Italia, tra lo stesso Imperatore Napoleone I e i cattolici liberali locali. Perché, verrebbe da chiedersi?

Ho cercato di rispondermi andando alla ricerca delle origini stesse della famiglia Bonaparte, e dei suoi legami pregressi con gli ambienti toscani, vista la provenienza originaria di questa famiglia, prima ancora di stabilirsi in Corsica. E di legami se ne trovano: un matrimonio celebrato quando ancora i Bonaparte dimoravano a Sarzana, tra i Calandrini, riformati ginevrini di origini lucchesi e gli stessi Bonaparte; una lettera del Generale Córso Pasquale Paoli a Padre Ghelsucci dei Chierici Regolari della Madre di Dio, inviata in Lucca, dove si parla di un Generale Córso, amico del Paoli, da poco deceduto, che il religioso lucchese Padre Ghelsucci, visti i toni della lettera, conosceva; questo quando Pasquale Paoli non si era ancora allontanato dagli ambienti bonapartisti isolani. Un giovanissimo Napoleone che raggiunge lo zio sacerdote in San Miniato per poter ottenere quel titolo nobiliare che gli era necessario per entrare all’Accademia militare di Brienne, che lo zio poteva fargli ottenere; e San Miniato era diocesi di Lucca. Tutte situazioni che consentono una ricostruzione degli avvenimenti più particolareggiata di come la storiografia ufficiale ci ha abituato a osservare. Il mio intervento non vuole certamente essere esaustivo circa tali avvenimenti, ma solo un modo per avvicinare il lettore a un diverso approccio verso la figura dell’Imperatore e della sua famiglia, più personale, volto a cercare sempre nuove risposte a situazioni che solo in superficie appaiono ormai sclerotizzate, prive di novità, anche rilevanti. Senza nessuna pretesa dunque, ma solo cercando collaborazione, per farsi domande e tentare di darsi alcune risposte. I miei studi non sono certamente organici, sicuramente però definiti da documenti certi. Nutriti sì, perché per ben dieci anni mi sono dedicata a questa ricerca. Ricerche che invito a leggere sul sito www.storico.org.

(giugno 2021)

Tag: Elena Pierotti, Bonaparte, Padre Prosperi, Eleonora Bernardini, Luciano Bonaparte, Lord Henry Holland, Padre Ghelsucci, cattolico-liberali.