Il ponte borbonico Real Ferdinando di Minturno. Che resse per volere del Re
Un'impresa avveniristica, portata a termine nonostante i dubbi e le polemiche di molti

Il primo ponte sospeso realizzato in Italia è quello costruito nei pressi della romana Minturnae sul Garigliano, il fiume che, una volta inglobato nel Regno di Napoli, separava un secolo dopo la provincia di Littoria da quella di Napoli, ed oggi quella di Latina da quella di Caserta.

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Il ponte borbonico Real Ferdinando di Minturno; fotografia di Enrico Oliari, 2014

Fu un progetto innovativo di Luigi Giura, realizzato quasi completamente in ferro nel 1832, forse azzardato, se si pensa che ne fu costruito solo uno prima, nel 1824[1], in Gran Bretagna, ma che crollò da lì a poco.

Per avere idea del coraggioso progetto, basti pensare che il ponte ha catene lunghe 129,50 metri, tirate da 4 colonne alte 7 metri, del diametro di 2,50 metri. Lo scopo, oltre che di creare un passaggio su quel tratto di fiume, era quello di mostrare al mondo l'ingegno e l'animo industriale del Regno.

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Il ponte borbonico Real Ferdinando di Minturno; fotografia di Enrico Oliari, 2014

Il primo ad immaginarlo era stato già nel 1817 Carminantonio Lippi, che ne parlò in alcuni suoi trattati, ricordato ancora dopo secoli: «[...] in qualità di esperto mineralogista e grazie ai viaggi che un decennio prima aveva condotto nell'Europa Settentrionale, colse con largo anticipo rispetto all'ambiente scientifico italiano, le reali potenzialità del ferro nel campo dell'edilizia, mostrando al contempo una notevole sagacia imprenditoriale».

I lavori di costruzione del ponte iniziarono nel 1828, fortemente osteggiati dai pareri del Corpo degli Ingegneri del Regno, i quali ebbero persino a scrivere che «i viaggiatori ne dicono che tal generazione di Ponti vien costumata da' Cinesi, e da' Peruani[2]. I primi con veraci catene, e colle funi i secondi. [...] I Cinesi, però, ed i Peruani, non sono le Nazioni le più culte della terra, e perciò i loro prodotti risentir debbono della debolezza de' loro ingegni. Ecco perché gli Europei che da più tempo trafficano nella Cina e nel Perù, e che dal primo momento han riportata tra noi l'esistenza di tali ponti non han creduto esser ben fatto imitarli, e l'hanno trascurati, e messi nel numero delle cose di cui non debba farsene conto [...]»[3].

E difatti a lavori ultimati nessuno era disposto a collaudare il ponte avveniristico, certi come si era che sarebbe crollato sotto il minimo peso, nonostante le rassicurazioni del Giura.

Stanco delle polemiche, a prendere l'iniziativa fu il Re in persona, Ferdinando II (1810-1859): il corpulento Monarca si piazzò nel mezzo della campata ed ordinò che vi passassero sopra due squadroni di lancieri al trotto e poi ben sedici traini d'artiglieria.

Il costo complessivo dell'opera fu di 75.000 ducati, finanziati dal Regno in quanto la commissione era stata data da Ferdinando I (1751-1825). I tiranti di metallo erano stati prodotti nelle ferriere calabresi di Mongiana, di proprietà del Generale Carlo Filangieri, principe di Satriano e duca di Cardinale.

Il ponte resse. Almeno fino al 1943, quando Hitler decise che la Linea Gustav dovesse partire dalla foce del Garigliano (in latino Liris) ed arrivare fino ad Ortona, in Abruzzo, passando per Cassino. I Tedeschi fecero così saltare il ponte, ma le colonne ressero. Venne ricostruito soltanto nel 1998.


Note

1 Roberto Parisi, As an «Overturned Rainbow». The suspension bridges in the italian architectural culture of the 19th Century, in Atti dal XIII Congresso TICCIH organizzato dall'Istituto Momigliano per la Storia d'Impresa – Terni e Roma 14-18 settembre 2006.

2 Abitanti del Perù.

3 Roberto Parisi, As an «Overturned Rainbow». The suspension bridges in the italian architectural culture of the 19th Century, in Atti dal XIII Congresso TICCIH organizzato dall'Istituto Momigliano per la Storia d'Impresa – Terni e Roma 14-18 settembre 2006.

Articolo in media partnership con www.notiziegeopolitiche.net
(ottobre 2014)

Tag: Enrico Oliari, Ottocento, Italia, ponte borbonico Real Ferdinando, ponte sospeso, Minturno, Regno di Napoli, Garigliano, Luigi Giura, Carminantonio Lippi, Ferdinando II, Ferdinando I, Mongiana, Carlo Filangieri, Roberto Parisi.