L’Ordine di Malta e il sogno mediterraneo degli Zar Russi
Il tentativo russo, alla fine del XVIII secolo, di portare Malta sotto il proprio controllo per avere una base navale nel cuore del Mar Mediterraneo

Accesso al Mar Mediterraneo e lotta contro la Turchia – sin dai tempi di Pietro I questi furono i temi centrali dei rapporti tra la Russia e il Sovrano Ordine di Malta. Nel 1697-1698, su ordine di Pietro I, il nobile russo Boris Sheremetev, si recò a Malta «contro i comportamenti militari dei nemici della Santa Croce». Così dice l’editto dello Zar Russo. Il coraggioso viaggiatore, che oggi conosciamo come conte Boris Sheremetev, fu il primo Russo a diventare Cavaliere di Malta.

Anche Caterina II di Russia capiva l’importanza strategica dell’isola di Malta. Iniziò una trattativa segreta con l’allora Gran Maestro dell’Ordine, principe de Rohan, per persuaderlo a schierarsi a fianco della Russia contro la Turchia. Difatti, de Rohan strinse un’alleanza segreta con l’Imperatrice Russa, ma Parigi si ribellò minacciando di privare l’Ordine di tutti i suoi beni in Francia.

Per i Cavalieri di Malta fu una seria prova. Con l’indebolimento della Turchia, l’Ordine non interessava più a nessuno. Persino i Papi non si preoccupavano più del suo benessere. Per giunta, quando scoppiò la Rivoluzione Francese, le nuove autorità confiscarono «a favore del popolo» tutte le proprietà dell’Ordine.

Soltanto Paolo I di Russia restò solidale con i Cavalieri di Malta. Due mesi dopo la sua intronizzazione (1796) tra la Russia e il Sovrano Ordine di Malta venne firmato un accordo, in conformità al quale il Gran Priorato di Polonia entrava a far parte del Gran Priorato di Russia. L’ambasciatore dell’Ordine in Russia diventò il conte Giulio de Lida. Insieme alle sue credenziali l’ambasciatore consegnò allo Zar una lettera in cui i Cavalieri di Malta ufficialmente chiedevano a Paolo I di essere il loro protettore. Paolo I accolse questa richiesta e dal 20 novembre 1797 prese il titolo di «Protettore dell’Ordine». In parallelo con il Priorato cattolico, Paolo I fondò il secondo Gran Priorato di Russia, che non fu però riconosciuto dal Papa, perché i nobili russi erano di fede ortodossa.

Il 27 ottobre 1798 il Consiglio dell’Ordine proclamò lo Zar Russo 70° Gran Maestro dell’Ordine. Sebbene Paolo non fosse cattolico, Pio VI in una lettera speciale benedisse la sua elezione: «Collaboreremo con qualunque potere per ridare all’Ordine il suo splendore di un tempo». Paolo I donò all’Ordine uno dei palazzi di San Pietroburgo che da allora prese il nome di Palazzo dei Cavalieri di Malta. In questo palazzo furono custoditi i documenti e la cassa dell’Ordine. Qui si trovava anche una chiesa cattolica dedicata a San Giovanni Battista.

Il 9 marzo 1801 il nuovo Papa Pio VII scrisse una lettera in cui si rifiutò di riconfermare a Paolo I il suo titolo di Gran Maestro. Lo Zar non ne fu scoraggiato. De jure non era Gran Maestro del Sovrano Ordine di Malta, ma lo dirigeva di fatto, come scrivono nel loro libro gli storici russi Zakharov e Chibisov (Storia dell’Ordine di Malta).

Ricordiamo che nel 1798 l’isola di Malta fu presa da Napoleone che cacciò via i Cavalieri. L’Ordine fu saccheggiato. Solo di libri furono portati via 972.840 esemplari. I Cavalieri trovarono rifugio in Russia.

Paolo I voleva a tutti i costi ridare all’Ordine l’isola di Malta. L’isola fu bloccata dalle navi russe, a fianco delle quali c’erano anche delle navi inglesi e napoletane. Tuttavia l’Inghilterra aspirava al dominio del Mediterraneo, pertanto il 25 agosto 1800 le truppe inglesi sbarcarono nell’isola.

Seguirono la rottura dei rapporti con la Russia e le sanzioni. Alle navi inglesi fu vietato l’accesso ai porti russi. Fu introdotto l’embargo delle esportazioni verso l’Inghilterra dei materiali per la costruzione delle navi, i pagamenti dovuti ai commercianti di Londra furono congelati.

Nel 1801 Paolo I venne assassinato da un gruppo di congiurati, cinque giorni dopo il nuovo Zar, Alessandro I, promulgò un manifesto con cui prendeva sotto la sua protezione l’Ordine di Malta, ma declinava il titolo di Gran Maestro. Alessandro continuò la politica mirante a trattenere Malta nell’orbita della Russia. Si adoperò per il ritiro delle truppe inglesi e per la restituzione dell’isola all’Ordine. Chiese ufficialmente al Papa di legalizzare gli atti di Paolo I emanati in qualità di Gran Maestro e continuò a insistere affinché il nuovo capo dell’Ordine venisse eletto a San Pietroburgo. La cosa non fu gradita dalla Santa Sede, come non fu gradito il fatto che la maggioranza dei membri del Gran Priorato di Russia fossero ortodossi.

Il Trattato di Amiens (1802) firmato tra Londra e Parigi prevedeva la restituzione di Malta all’Ordine e l’elezione del Gran Maestro nell’isola. Non potendo impedirlo, la Russia si rifiutò di riconoscere il Trattato, tanto che il cancelliere russo Nikolay Rumyantsev dichiarò: «Malta non serve alla Russia». Non serviva più neanche l’Ordine che finì la sua esistenza in Russia nel 1810. I Grandi Priorati di Russia furono annullati, mentre il 20 novembre 1817 un decreto speciale vietò ai cittadini russi di accettare o portare la Croce di Malta.

Il tentativo di prendere Malta sotto il proprio controllo, compiuto dalla Russia, aveva lo scopo di creare una propria base navale nel Mediterraneo. Quando Paolo I era Gran Maestro dell’Ordine, questo scopo sembrava reale, ma in seguito la Russia non ha più avuto tale possibilità. Tuttavia grazie alle ambizioni strategiche dell’Impero Russo nel Mediterraneo, l’Ordine non fu liquidato e continuò la sua storia.

Fonte: Voce della Russia
(maggio 2015)

Tag: Ercolina Milanesi, Ordine di Malta, Zar Russi, Mar Mediterraneo, Malta, Impero Russo, Russia, Europa, Cavalieri di Malta, Boris Sheremetev, Caterina II di Russia, principe de Rohan, Paolo I di Russia, Palazzo dei Cavalieri di Malta, Alessandro I, Trattato di Amiens.