Il Canto della Promessa e lo scoutismo cattolico
La figura del Gesuita Francese Jacques Sevin (1882-1951)

Il Gesuita Padre Jacques Sevin comprese e rielaborò il disegno del fondatore dello scoutismo, Robert Baden-Powell, arricchendolo con un respiro religioso. Rimasero invariati i valori della responsabilità, della vicinanza al prossimo, dell’impegno per il proprio Paese e del dialogo tra le Nazioni. Il tutto declinato in canti e giuramenti altamente simbolici.

Nel momento di entrare a far parte di un gruppo scout il candidato, alla presenza del reparto, attesta il proprio impegno anche attraverso il Canto della Promessa. Questa cerimonia, più che un significato giuridico, conserva un valore morale e religioso. La persona deve essere consapevole del fatto che ogni scelta di vita implica fedeltà a un ideale. Anche in altri ambienti sono stati scritti dei testi musicali ove l’idea centrale è quella di assumere compiti in modo responsabile.


Origini del canto scout della Promessa

Nel 1932 venne pubblicato a Parigi per la prima volta il Chant de la Promesse dalle Éditions Spes. Era inserito nel libro Chansons de scouts de France. L’autore del testo era il Gesuita Jacques Sevin[1], la musica venne tratta da un’antica melodia natalizia francese. La composizione risale al 1921. Si tratta di cinque strofe che seguono un piano preciso: Dio, la Chiesa, la Patria, l’aiuto al prossimo, l’osservanza della Legge. In seguito, con l’espandersi del movimento scout in più Paesi, il testo del canto fu adattato in varie lingue. In seguito, nell’Arcidiocesi di Parigi il direttore del coro di San Luigi, Gustave Daumas, apportò delle modifiche alle parole. Realizzò alla fine la versione ufficiale del Chant de la Promesse (gennaio 1946). In tempi ravvicinati gli scout d’Europa hanno aggiunto una sesta strofa:

Devant tous je m’engage sur mon honneur, / et je te fais hommage de moi, Seigneur!

RIT. Je veux t’aimer sans cesse, de plus en plus, / protège ma promesse, Seigneur Jésus!

Je jure de te suivre en fier chrétien, / et tout entier je livre mon cœur au Tien. RIT. …

Fidèle à ma Patrie je le serai; / tous les jours de ma vie, je servirai. RIT. …

Je suis de tes apôtres, et chaque jour / je veux aider les autres pour ton amour. RIT. …

Ta Règle a sur nous-mêmes un droit sacré; / je suis faible, tu m’aimes: je maintiendrai! RIT. …

Padre Jacques Sevin

Padre Jacques Sevin (il primo da sinistra), il canonico Cornette ed Edouard de Macedo

La figura di Jacques Sevin

Il canto della Promessa rese nota la figura di Padre Sevin. Quest’ultimo, inoltre, era conosciuto anche per essere l’autore di diversi testi per gli scout. Ma qual è la sua storia? Jacques Sevin (1882-1951) nacque a Lille, nel Nord della Francia. Dopo gli studi di base, decise (1900) di iscriversi alla locale Università Cattolica (corso di laurea in Letteratura Inglese). Il 3 settembre dello stesso anno, entrò (genitori favorevoli) nel noviziato della Compagnia di Gesù a Saint Acheul. Proseguì poi la sua formazione ad Arlon (Belgio) e (dal settembre 1901) nel Lussemburgo. Professò i voti religiosi nel 1902. Nel frattempo proseguì i suoi studi.

Intanto, mentre Sevin rafforzava il proprio impegno nella Compagnia di Gesù, veniva fondato nel Regno Unito lo scoutismo. Nel 1907, il fondatore di questo movimento, Robert Baden-Powell[2], volle organizzare sull’isola di Brownsea il primo campo scout. Davanti a questa nuova realtà associativa alcuni espressero riserve (timori per un influsso anglicano e massone). Altri manifestarono aperte critiche (verso dinamiche vicine a modelli di tipo militaristico). Anche in Francia, nel 1913, furono pubblicati due articoli molto sfavorevoli al movimento scout. In tale contesto, Sevin, per meglio studiare la nuova realtà associativa, volle recarsi in Inghilterra. Con il permesso dei superiori raggiunse il Regno Unito e poté conoscere Baden-Powell (20 settembre 1913). L’incontro si svolse a Rally (distretto Nord di Londra), presso l’Alexandra Palace. Tale esperienza fu per il sacerdote particolarmente significativa. Alla fine, si convinse dell’utilità di promuovere pure in Francia il movimento degli scout, con un’impronta cattolica.

Baden-Powell

Robert Baden-Powell

L’apparente crollo di un ideale

Nel 1914 la Prima Guerra Mondiale non consentì lo sviluppo dei vari progetti scout. Padre Sevin non venne chiamato alle armi perché nel 1902 era stato esonerato dal servizio militare. Negli anni del conflitto rimase in Belgio. In questa Nazione, a Mouscron (non lontano dal confine francese), nel collegio di Tuquet, ricevette (1916) la nomina a primo professore. Otto giorni dopo il suo arrivo nella cittadina belga, i Tedeschi chiusero il collegio e lo trasformarono in ospedale militare. Padre Sevin seguì allora altre attività e si impegnò nello scoutismo.

Tra il 1917 e il 1919 scrisse un testo che divenne in seguito molto noto: Le scoutisme, étude documentaire et applications.[3] Oltre alla stesura del libro, il religioso ebbe anche la possibilità di fondare a Mouscron un primo gruppo scout cattolico (1918). In tale periodo, e successivamente, cercò di dimostrare che l’ideale dello scoutismo e le linee pedagogiche adottate non contrastavano con gli orientamenti educativi del tempo, e – soprattutto – non costituivano un problema per il pensiero cristiano.


Primo dopoguerra

Nel primo dopoguerra Sevin poté finalmente fondare (1920) l’associazione degli Scout di Francia.[4] In tale fase altri amici operarono con lui: il canonico Antoine-Louis Cornette[5], l’ufficiale (poi Generale) Arthur de Salins, lo scrittore Paul Coze e il laico domenicano Édouard de Macedo. Negli Scout di Francia Sevin ricoprì i ruoli di segretario generale (1920-1922), poi di commissario generale (1922-1924), quindi di commissario alla formazione capi. Per affrontare meglio tali compiti il Gesuita organizzò a Chamarande (nell’Essonne, regione dell’Île-de-France), un campo scuola stabile, simile a quello di Gilwell Park (vicino a Londra).


Il 1º Jamboree mondiale

In quello stesso 1920 si svolse a Londra il 1º Jamboree (raduno) mondiale dello scoutismo (Centro Olimpia; 30 luglio-8 agosto). Tale appuntamento internazionale consentì ai dirigenti dei gruppi scout nazionali di approfondire insieme nuove strategie associative. Fu in questa occasione che Padre Sevin (Scout di Francia), il professor Jean Corbisier[6] (Baden-Powell Belgian Boy Scouts), e il conte Mario Gabrielli di Carpegna[7] (Associazione Scout Cattolici Italiani) concordarono di istituire un Ufficio Internazionale dello Scoutismo Cattolico. Il Papa Benedetto XV[8] sostenne l’iniziativa. Nel luglio del 1922, gli scout cattolici di Argentina, Austria, Belgio, Cile, Ecuador, Francia, Italia, Lussemburgo, Polonia, Spagna e Ungheria approvarono il Regolamento dell’Ufficio Internazionale. Di questo organismo Gabrielli di Carpegna ne divenne presidente, Padre Sevin segretario e il Cardinale Bourne[9] presidente d’onore.

Nel 1923 ebbe inizio la divulgazione del bollettino mensile per i capi scout: «Le Chef» («Il Capo»). Il primo numero uscì il 13 marzo. Si sviluppò in tal modo un canale di comunicazione che permise a più gruppi scout un collegamento e un’informazione reciproca.

Il 15 marzo del 1933 Sevin lasciò il comitato direttivo degli Scout di Francia per realtà interne in quel momento poco unitarie. Tornò così a Lille e rimase assistente ecclesiastico di reparto.

Con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale (1939), lo svolgimento delle attività scout fu nuovamente impedito. In Italia il regime fascista sciolse l’associazione nel 1928. Tale fatto, però, non fermò una serie di iniziative umanitarie a protezione dei deboli, degli oppressi, dei perseguitati per cause razziali. Il gruppo scout delle «Aquile randagie» (Milano, Monza e Parma) salvò in modo clandestino diversi Ebrei favorendo il loro espatrio in Svizzera.

Mentre ancora infuriava il conflitto, Sevin, sollecitato da un Capo, Jacqueline Brière[10], volle realizzare il progetto di una congregazione religiosa femminile scout. Il 15 gennaio del 1944 il Gesuita fondò la Sainte Croix de Jérusalem e le prime «Dames» furono due Capo di Lupetti e due Capo di Guide. Dopo i primi difficili momenti e dopo alcuni spostamenti, nel 1949 le «Dames», che nel frattempo erano aumentate di numero, trovarono sede a Boran-sur-Oise. In questa località si trova, ancora oggi, la loro casa madre. La Compagnia sarà poi riconosciuta nel 1963 come congregazione religiosa femminile di diritto diocesano. Oggi è presente in Francia (con sei case, tra cui pure una fraternità di stretta vita contemplativa), in Terra Santa e in Cile. Il carisma è quello dell’apostolato educativo tra i giovani. La spiritualità è ignaziana e carmelitana (Santa Teresa d’Avila e Santa Teresa del Bambino Gesù). Molte intuizioni educative sono proprie del metodo scout.[11]

Brière

Jacqueline Brière

Secondo dopoguerra

Nel secondo dopoguerra (1946-1947) fu possibile riattivare gradualmente i diversi collegamenti tra le associazioni scout cattoliche. Vennero così promossi appuntamenti, raduni e manifestazioni pubbliche. Dal 1948 furono convocate Conferenze nazionali scout. Sevin, Gabrielli di Carpegna e Corbisier arrivarono alla fine a organizzare anche una Conferenza Internazionale dello Scoutismo Cattolico.

Nel contesto delineato, Padre Sevin sostenne la vita associativa anche con la composizione di canti scout. Utilizzò di frequente melodie già note. Alcuni furono poi tradotti in italiano e rimangono molto noti. Si ricordano al riguardo: il Canto della Promessa, il Canto dell’addio (musica tratta da Auld Lang Syne), La leggenda del fuoco, Preghiera della sera, Signor tra le tende schierati, O Vergine di luce. Sevin volle anche musicare il testo di una preghiera scritta da Sant’Ignazio di Loyola. Tale composizione (Preghiera scout) si diffuse rapidamente. L’Associazione Guide Italiane la presentò come Preghiera della Guida.


Nella Casa del Padre

Nel febbraio del 1951 Padre Sevin fu segnato da una situazione clinica difficile. I suoi ultimi mesi di vita terrena li trascorse a Boran‑sur-Oise nel priorato delle Suore della Santa Croce di Gerusalemme. Le forze fisiche si attenuarono in modo progressivo. Morì il 19 luglio dopo una lunga agonia. Chi gli era vicino rimase edificato dalla sua pace e dall’abbandono alla Provvidenza. Nei suoi ultimi istanti, strinse nelle mani il suo grande crocifisso di professione mormorando: «Mio compagno! È il mio compagno!».


La Conferenza Internazionale

Nel 1962 la Santa Sede approvò la Carta dello Scoutismo Cattolico e gli statuti dell’associazione. Quest’ultima ricevette il nome di Conferenza Internazionale Cattolica dello Scoutismo. Con il progredire del tempo la Santa Sede ha continuato ad approvare i nuovi aggiornamenti (1977, 1992). La Conferenza fa parte del Pontificio Consiglio per i Laici.


Una sottolineatura

Padre Sevin rimane a tutt’oggi «il padre» dello scoutismo cattolico. Il suo apporto è stato molto importante per dissipare ombre, per costruire rapporti, e per delineare progetti operativi. Egli ha dissipato ombre nel senso che ha dimostrato che l’idea di Baden Powell non aveva il fine di accentuare un orientamento anglicano, di accogliere idee massoniche (per esempio, il deismo), di spingere per «irreggimentare» fin da piccoli i bambini, per «inquadrarli» in formazioni paramilitari.

Al contrario, il fondatore dello scoutismo ha voluto difendere l’originalità di ogni persona, le potenzialità presenti nei giovani, la capacità di ognuno a interagire con gli altri, il valore della condivisione di un progetto. Sevin comprese il disegno di Baden Powell, ne intuì l’originalità, e – senza modificarlo – lo arricchì con un respiro religioso, con la ricchezza di valori che riconducevano sempre ai principi della responsabilità, della vicinanza al prossimo, dell’impegno per il proprio Paese, del dialogo tra Nazioni.

Grazie anche a questo gesuita il movimento scout non si legò a nazionalismi, a divisioni razziali, a logiche pedagogiche dure e inflessibili. L’insistere sull’idea di Dio presente accanto a ogni persona costituì (e costituisce) un elemento di gioia, di sostegno e di conforto. Lo attestano i canti preparati da Sevin e ancora oggi molto diffusi.

Nel 1993 si è chiusa la fase diocesana del processo di beatificazione di Padre Sevin. Il 10 maggio del 2012 Papa Benedetto XVI[12] ha autorizzato la Congregazione per le Cause dei Santi a promulgare il decreto che riconosce «l’eroicità delle virtù del prete francese». La Santa Sede ha annunciato che Padre Sevin è stato dichiarato «Venerabile» dal Pontefice, prima tappa dell’iter canonico che lo potrà condurre verso la proclamazione a Santo.


Una lettura del canto della Promessa

Nelle più importanti iniziative scout il Canto della Promessa accompagna le scelte che si rinnovano. Non sempre, però, chi ascolta questo canto riflette sul senso delle parole.

Al riguardo, occorre ricordare che esiste una correlazione tra il canto e la formula della Promessa scout. Il canto, infatti, è la trasposizione musicale della Promessa. Ma c’è pure un’altra caratteristica non debole. Il canto, a ben vedere, non è un semplice motivo musicale ma costituisce una preghiera. Lo scout assume un impegno non solo davanti al reparto, ma alla presenza di Dio. Ciò vuol dire che il suo agire non è caratterizzato unicamente da pedagogia, tecnica ed esperienza di gruppo, ma da una vita interiore che cresce e che diventa sempre più una testimonianza negli anni.

Esiste poi un’ulteriore sottolineatura. La presenza del reparto non significa semplicemente che alcune persone «assistono» all’assunzione di impegni personali. Essa costituisce piuttosto un memento. Vuol dire che nessun uomo (o donna) è un’isola. Che nelle realtà quotidiane si procede insieme. Ciò ha anche un profondo significato ecclesiale: la Chiesa, infatti, è Mistero di comunione (con Dio e con i fratelli).


Testo della Promessa

Con l’aiuto di Dio prometto sul mio onore
di fare del mio meglio,
per compiere il mio dovere verso Dio e verso il mio Paese,
per aiutare gli altri in ogni circostanza,
per osservare la Legge Scout.


Testo del Canto

Davanti a voi m’impegno sul mio onor, / e voglio esserne degno per Te o Signor.

RIT. La giusta e retta via mostrami Tu, / e la Promessa mia accogli o Gesù.

Fedele al Tuo volere sempre sarò, / di Patria il mio dovere adempirò. RIT. …

Apostolo Tuo sono per il Tuo amor, / agli altri di me dono vo’ dare ognor. RIT. …

Leale alla mia Legge sempre sarò, / se la Tua man mi regge la manterrò. RIT. …

Davanti a voi m’impegno sul mio onor, / e voglio esserne degno per Te o Signor.

RIT. La giusta e retta via mostrami Tu, / e la Promessa mia accogli o Gesù.

Fedele al Tuo volere sempre sarò, / di Patria il mio dovere adempirò. RIT. …

Apostolo Tuo sono per il Tuo amor, / agli altri di me dono vo’ dare ognor. RIT. …

Leale alla mia Legge sempre sarò, / se la Tua man mi regge la manterrò. RIT. …


Alcune considerazioni di sintesi

Studiando il testo del Canto della Promessa scout, ma anche cantandolo (chi scrive proviene dal Reparto Roma 32), non è difficile andare con la mente a talune considerazioni che nel tempo diventano sempre più evidenti.

1) In talune persone l’esecuzione di un canto assume a volte una valenza più festosa che impegnativa. Si canta, in pratica, per il piacere di stare insieme in modo gioioso, per partecipare a campeggi, per essere inseriti in dinamiche di gruppo coinvolgenti. Nella didattica scout, però, il motivo musicale – pur valorizzando le intese tra soggetti e la vita di gruppo – rimane un qualcosa che accompagna in senso educativo. Senza inutili «lezioni», il lupetto, la coccinella, lo scout, la guida, lo scout (uomo e donna) adulto (MASCI) sono invitati a riflettere sulla presenza di Dio, sul valore del tempo che trascorre, sul significato offertoriale di una vita, sull’essere parte di un noi in cammino, in movimento. Tale insegnamento, a ben vedere, guarda quindi a tutta un’esistenza e non è circoscritto ai soli momenti dell’incontro corale.

2) La pedagogia insita in un canto è stata ben compresa da Padre Jacques Sevin ma non solo da lui. Esistono molti altri autori che hanno voluto esprimere delle meditazioni religiose attraverso motivi musicali. In questi casi le musiche sono state a volte tratte da precedenti composizioni. Ci si limita a qualche esempio. Monsignor Andrea Ghetti[13] e Vittorio Ghetti[14] hanno scritto le parole di Alla nostra Signora della strada (Madonna degli scout). La musica è stata tratta da Unser liebe fra (Le nostre care donne), marcia militare dei Lanzichenecchi. Don Tarcisio Beltrame Quattrocchi[15], per il «San Giorgio» del 1946, scrisse il canto Preghiera della sera, noto come Al cader della giornata. Anche in questo caso la musica venne tratta da un canto preesistente (friulano): Ai preat la biele stele. In questi casi, comunque, gli obiettivi educativi sono stati realizzati. Grazie a valide melodie sono stati inseriti testi gioiosi, poetici, che fanno riflettere.

3) Esiste poi una sottolineatura sul concetto stesso di «promessa». Nelle realtà di ogni giorno il termine promessa è poco usato perché si preferiscono atti più formali di impegno. La semplice promessa appare un qualcosa di generico, privo com’è di garanzie reali. Nella pedagogia scout cattolica, al contrario, la promessa è prima di tutto il riconoscere la Presenza di Dio accanto a ogni creatura. Davanti al Signore che salva, che accompagna e che dona il Suo Amore, i membri dello scoutismo confermano una scelta di vita, un orientamento di passi legato a dei valori, e una volontà di partecipare alla costruzione di un Paese con i confini aperti a fratelli di ogni Nazione. In tal senso la promessa non rimane un atto isolato. Essa è preceduta da precedenti atti di fede (sacramenti dell’iniziazione cristiana) ed è seguita da ulteriori impegni (nella vita civile e in quella ecclesiale).

4) Un esempio di collegamento tra la Promessa scout e le scelte di vita lo si può trovare nella celebrazione del matrimonio di una guida e di uno scout. Lei era la Contessa Stéphanie de Lannoyle e lo sposo era Sua Altezza Reale il Grand-Duc Héritier de Luxembourg.

Matrimonio tra Stéphanie de Lannoyle e Héritier de Luxembourg

Celebrazione del matrimonio tra la Contessa Stéphanie de Lannoyle e Sua Altezza Reale il Grand-Duc Héritier de Luxembourg

Questa coppia si è sposata sabato 20 ottobre 2012 nella cattedrale dedicata a Notre-Dame de Luxembourg. In questo evento, il canto della Promessa, successivo alla benedizione e allo scambio delle fedi nuziali, ha avuto un significato particolare: è divenuto un’espressione di lode e di ringraziamento al Signore.

5) C’è ancora un altro dato da aggiungere alle precedenti annotazioni. Padre Sevin, negli anni della sua vita terrena, chiese di non eseguire la sua composizione al di fuori del mondo scout. Qualcuno ha rispettato tale volontà. Altri hanno cantato la melodia anche in ambienti non scout. In tale contesto, comunque, sono stati diversi i compositori che hanno preparato dei nuovi canti di promessa. Lo hanno fatto rispettando in tal modo i desideri di Sevin. Alcuni hanno seguito la linea offertoriale (per esempio, Marcello Giombini), altri quella della gratitudine (per esempio, Gen Rosso, 1978). Chi scrive, negli anni Settanta (XX secolo) ha messo in comune nella Chiesa un canto della Promessa dal titolo: Maria dei poveri (musica e parole). La caratteristica di questa composizione (utilizzata da congregazioni religiose femminili) è quella di «deporre» la propria promessa ai piedi della Vergine. A Lei si chiede l’aiuto necessario per compiere la volontà di Dio, specie nelle ore più difficili.


Alcune indicazioni bibliografiche

AA.VV., Canzoniere Scout, Casa Musicale Eco, Monza (MB) 2005

M. Bourcereau, Jacques Sevin. Fondateur et mystique (1882-1951), Salvator, Paris 2007

P. Dal Toso, Nascita e diffusione dell’ASCI: 1916-1928, Franco Angeli, Milano 2006

M. Sica, Cerimonie Scout, Nuova Fiordaliso, Roma 2000

M. Sica, Gli scout. Storia di una grande avventura iniziata con 22 ragazzi su un’isola, Il Mulino, Bologna 2002

J. S. Wilson, Scouting Round the World, first edition, Blandford Press, London 1959

Versione italiana del Canto della Promessa: https://www.youtube.com/watch?v=OT53QYQzb_c


Note

1 Jacques Sevin. Le scoutisme au coeur d’une vie, a cura delle Suore della Santa Croce di Gerusalemme, Les Presses d’Île-de-France, Paris 2018.

2 Sir Robert Stephenson Smyth Baden-Powell, primo Barone Baden-Powell di Gilwell (Londra, 22 febbraio 1857-Nyeri, 8 gennaio 1941). Generale. Educatore. Scrittore britannico. Fondatore, nel 1907, del movimento mondiale dello scoutismo (maschile) e subito dopo di quello delle guide (femminile).

3 J. Sevin, Le Scoutisme, étude documentaire et applications, 2º édition revue de 1930, Spes, Paris, Presses d’Ile de France, 1999.

4 Confronta anche: J. Sevin, Pour devenir Scout de France, tome I, 3º édition, Spes, Paris, 1931.

5 Canonico Antoine-Louis Cornette (1860-1936).

6 Professor Jean Corbisier (1869-1928).

7 Mario Gabrielli di Carpegna (1856-1924).

8 Benedetto XV (nato Giacomo Paolo Giovanni Battista della Chiesa; Genova, 21 novembre 1854-Roma, 22 gennaio 1922). Il suo Pontificato durò dal 1914 fino alla morte.

9 Monsignor Francis Alphonsus Bourne (Clapham, 23 marzo 1861-Londra, 1º gennaio 1935).

10 Jacqueline Brière (1907-1989).

11 Qui sommes-nous?, Soeurs de la Sainte Croix de Jérusalem, prieuré Allée Saint Martin 60820 Boran sur Oise (soeurs-scjboran.fr).

12 Benedetto XVI (nato Joseph Aloisius Ratzinger). Il suo Pontificato è durato dal 19 aprile 2005 al 28 febbraio 2013.

13 Monsignor Andrea Ghetti (Milano, 11 marzo 1912-Tours, 5 agosto 1980).

14 Vittorio Ghetti (1917-2000).

15 Don Tarcisio Beltrame Quattrocchi (1906-2003).

(novembre 2021)

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