Pia de’ Tolomei
Una donna del suo tempo
Proiettiamoci nella Toscana del XIII secolo. Dante ci fa conoscere nel V canto del Purgatorio una donna singolare. Nobildonna senese, identificata con un membro della famiglia dei Tolomei di Siena andata in sposa e poi uccisa dal marito Nello dei Pannocchieschi, signore di Pietra Maremma, podestà di Volterra e di Lucca, capitano della Taglia guelfa nel 1284 e vissuto sicuramente almeno fino al 1322 (anno del suo testamento). Si documenta un secondo matrimonio dello stesso con Margherita Aldobrandeschi, contessa di Savana e Pitigliano. Quasi sicuramente un delitto per gelosia.
A questa prima ipotesi di identità del personaggio dantesco ne segue un’altra che vede Pia come una Malavolti, andata in sposa a Nello de’ Pannocchieschi con Tollo, signore di Prata, vassallo degli Aldobrandeschi, nel 1285 ucciso dai suoi stessi nipoti per aver stretto un patto con Siena. Sorte che coinvolse la stessa Pia.
Il personaggio resta indubitabilmente nella memoria collettiva. Il musicista Donizetti nel XIX secolo ne fece un’opera lirica. Molti i libri monografici che la riguardano, oltre a numerosi film sulla storia della donna. Nel XX secolo la cantante rock senese Gianna Nannini la ricorda in un suo pezzo. Considerata nelle opere a volte una autentica adultera, altre volte vittima di accuse infamanti. Donne che avevano un ruolo certamente subalterno, che nel ruolo di figlie, mogli e madri non potevano avere una loro identità personale.
Gavorrano, in Maremma. I resti di un castello tra rovi su una «rupe sinistra» talvolta inghiottita dalle nubi. Probabilmente qui si schiantò Pia de’ Tolomei. Castel di Pietra, questo il suo nome, definito dagli stessi Gavorrani il «Salto della contessa». Si trattò davvero di gelosia? Oppure la contessa era d’intralcio alle nozze con la contessa Aldobrandeschi che poi divenne moglie del di lei marito? Il testo rock di Gianna Nannini dal titolo Pia a modo mio fu scritto in collaborazione con una scrittrice toscana, lucchese per la precisione, Pia Pera, prematuramente scomparsa. Era la figlia della mia insegnante di filosofia alle superiori. E mi riporta con la memoria dai tempi remoti come quelli del 1297, anno del decesso di Pia de’ Tolomei, all’epoca più recente. E alla mia città dove in quel periodo proprio il marito di Pia, suo assassino, era podestà. Gli Aldobrandeschi, come ho ricordato in un altro articolo presente sul sito www.storico.org, avevano certamente legami profondi con Lucca. Visto che lo stesso Gregorio VII, il Pontefice, aveva tempo prima legato e familiarizzato con quella grande donna del Medioevo che fu la Grancontessa Matilde. Non stupisce, visto che in Lucca la Casata Longobarda dei Soffredinghi aveva dominato nel periodo aureo della Tuscia longobarda fino all’Alto Lazio, comprendendo quindi anche zone che erano pertinenza degli Aldobrandeschi. E le stesse vicende della Grancontessa si intrecciano con i Soffredinghi.
Gli stessi Della Gherardesca proprio in quel periodo si imparentarono con i Soffredinghi. Probabilmente il Volterrano Nello, peraltro guelfo, nella Volterra dei Della Gherardesca e nella Maremma aldobrandesca trovò i giusti sostegni per divenire quel podestà di Lucca con cui la Lucca medievale fu legata a doppio filo.
Un femminicidio che purtroppo, seppur in un contesto del tutto diverso sul piano storico, ci riporta con la memoria anche alla nostra epoca, fatta di femminicidi quotidiani. In questo la società attuale non è poi così diversa da quella medievale.