LXIII Giornata del Ricordo
Sacrario Nazionale di Roccaraso-Monte Zurrone
Onore ai 145.000 Caduti senza Croce e alle Ausiliarie (25 giugno 2023)

La memoria dei soldati d’Italia, con particolare riguardo a quanti scomparvero senza degna sepoltura durante il Secondo Conflitto Mondiale (1940-1945), si rinnova perpetuamente nel Sacrario di Roccaraso, sull’Appennino Abruzzese di Monte Zurrone, dove già dal 1961 l’Opera Nazionale per i Caduti senza Croce celebra il Ricordo delle Vittime, e di chi fece olocausto della vita nei tragici eventi successivi all’8 settembre 1943, nell’allucinante martirio delle Foibe, nei campi di prigionia, e nelle missioni umanitarie. Con lo scorrere del tempo, il Sacrario è diventato un punto di riferimento prioritario a livello nazionale, con particolare riguardo alla cerimonia in onore di tutti i Caduti che si svolge tradizionalmente in occasione della prima domenica d’estate.

Nel 2023, chiuso il periodo dell’emergenza sanitaria dovuta al Covid, che aveva visto presenze necessariamente circoscritte, la celebrazione è tornata a distinguersi per l’alto numero di partecipazioni, tra cui quelle istituzionali dei Comuni, delle Associazioni combattentistiche e delle Organizzazioni patriottiche e d’arma, per non dire del forte concorso di chi era giunto da ogni parte d’Italia, anche in virtù del commendevole impegno dell’Opera, e in primo luogo, del Presidente Nazionale Guido Costa.

Cerimonia 1

Autorità presenti al sacrario di Roccaraso; fotografia di Laura Brussi, 2023

La solenne cerimonia si è svolta, quindi, alla presenza di un ampio consesso commosso e consapevole, con riguardo prioritario al momento associativo militare e civile, e ha avuto inizio con l’accensione del tripode da parte di una staffetta di tedofori, e con la deposizione di corone d’alloro sui Monumenti in onore dei Caduti.

Cerimonia 2

Deposizione di una corona di alloro su un Monumento in onore dei Caduti; fotografia di Laura Brussi, 2023

Un momento assai toccante ha fatto seguito col canto dell’Inno Nazionale Italiano, le cui note hanno coinvolto tutti i presenti. Subito dopo, la commozione si è ripetuta nella Santa Messa di Suffragio celebrata da Don Ishaq Insan, Parroco di Roccaraso ed Esule dalla Siria, nelle cui parole il compianto per i troppi Caduti incolpevoli si è unito alla preghiera perché, accolti nella Gloria del Signore, possano intercedere per una «pace mondiale» sempre più necessaria, ma pur sempre lontana, sebbene viva nei cuori e nelle menti di una maggioranza particolarmente ampia, non soltanto in Italia.

Cerimonia 3

Un momento della cerimonia; fotografia di Laura Brussi, 2023

Analoghe speranze sono state espresse in tutti gli interventi, unanimi nell’esigenza di «trarre gli auspici» dal messaggio dei Caduti, per un mondo davvero migliore, con particolare riferimento a quelli del Sindaco di Roccaraso, Francesco Di Donato, dalle vibranti parole patriottiche, e del Presidente dell’Opera, cui si sono aggiunte le coinvolgenti letture della Preghiera del Caduto senza Croce, accompagnata dai rintocchi della Campana del Ricordo, e della Preghiera per i Caduti infoibati o diversamente massacrati nella tragica vicenda di Venezia Giulia, Istria e Dalmazia.

La cerimonia si è chiusa con un atto di particolare valore morale: la scopertura di una nuova lapide in onore delle Ausiliarie – non meno di 800 – scomparse in guerra e soprattutto nel dopoguerra (1943-1947), talvolta parimenti senza Croce, e sempre nel segno di Valori imprescrittibili. In buona parte erano molto giovani, tanto che l’età media delle Ausiliarie Cadute si ragguaglia a circa 25 anni, e parecchie di loro furono ritenute meritevoli di solenni encomi al Valore, a cominciare dalle tre Medaglie d’Oro riconosciute a Franca Barbier (Saluzzo 1923-Champorcher 1944), Maria Garzena (Torino 1908-Graglia 1944) e Angelina Milazzo (Aidone 1922-Garbagnate 1945).

Cerimonia 4

Scopertura della lapide in onore delle Ausiliarie; fotografia di Laura Brussi, 2023

Cerimonia 5

Ancora un momento della scopertura della lapide in onore delle Ausiliarie; fotografia di Laura Brussi, 2023

Cerimonia 6

La lapide in onore delle Ausiliarie (particolare); fotografia di Laura Brussi, 2023

Qui, basti ricordare che Franca Barbier, catturata da un nucleo di partigiani e condannata a morte seduta stante, dopo avere scritto una nobilissima lettera di commiato ottenne di volgere lo sguardo al plotone d’esecuzione, che – ammirato da tanto coraggio – disattese l’ordine del fuoco sparando in alto e costringendo il capo manipolo a provvedere con un colpo di rivoltella alla nuca. Non meno eletto fu il comportamento di Maria Garzena, che impegnò davanti a casa un impari confronto all’arma bianca, anch’essa con forze partigiane, onde consentire ai suoi familiari di porsi in salvo, salvo soccombere dopo breve tempo con l’arma in pugno. Altrettanto eroica, infine, fu la giovane maestra Angelina Milazzo, che si fece scudo a favore di una signora in stato di avanzata maternità in occasione di un attacco aereo degli Alleati al treno su cui viaggiavano nell’hinterland milanese, restando uccisa sul colpo ma salvando la futura mamma e la sua creatura. Ebbene, è facile comprendere che si tratta di pagine gloriose, troppo spesso ingiustamente dimenticate.

In buona sostanza, l’iniziativa di Roccaraso, momento essenziale del Ricordo annuo di ogni inizio dell’estate a Monte Zurrone, al cospetto di memorie eternate nel linguaggio scabro ma insostituibile della pietra quale proiezione verso l’Eterno, attesta ben oltre ogni ragionevole dubbio che la stagione dei Valori è sempre viva, e che «le vie dell’iniquità», come scrisse Monsignor Antonio Santin, il Vescovo di Trieste degli anni bui, «non possono essere eterne».

(agosto 2023)

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