Un minuto della storia italiana
1945: la scoperta delle foibe

Anni or sono nacque la commendevole idea di dedicare «un minuto di storia» agli eventi di maggiore rilievo nella lunga vicenda italiana, in un’ottica di ovvia sintesi massima, che peraltro era motivata dal ritmo accelerato della vita e degli impegni quotidiani, e quindi, dall’opportunità di offrire qualche abbozzo di prima informazione a chi non ha tempo per gli approfondimenti altrimenti necessari (confronta Gianni Bisiach, Un minuto di storia, Oscar Mondadori, Milano 2010).

Il testo comprendeva una pagina per ogni fatto, ivi compresa la tragedia delle foibe, cui si dedicavano, come nel caso di specie, non più di cinque capoversi, sufficienti a far sapere che in quei «profondi crepacci carsici» migliaia di Italiani incolpevoli avevano trovato una morte atroce. Il loro numero preciso, rileva Bisiach, non si potrà mai conoscere, ma aggiunge che quei caduti furono circa 6.000, limitatamente – ben s’intende – a quanti conobbero il tremendo destino della foiba dove la fine, non sempre immediata, poteva sopraggiungere dopo diversi giorni di terribili sofferenze.

Bisiach informa che non si trattava solo di «fascisti o militari della Repubblica Sociale Italiana, ma di chi poteva rappresentare un pericolo per il programma di annessione alla Jugoslavia di Trieste e Gorizia». Per maggior precisione, bisogna aggiungere che le vittime infoibate non avevano nemmeno questa possibilità, essendo persone appartenenti al mondo civile con la sola colpa di essere Italiani, e di contribuire al perfido disegno titoista di ucciderne uno per «educarne» cento, e destinarle al «tristo esilio».

Dettagli a parte, ciò che conta in questo «flash» di prima informazione è che «le foibe rappresentano una delle stragi più efferate» tra quelle della Seconda Guerra Mondiale, e soprattutto, avere riportato la motivazione della Medaglia d’Oro conferita dal Presidente della Repubblica alla città di Trieste «nuovamente sottoposta a durissima occupazione straniera», per la fierezza dimostrata nell’affrontare il martirio e nel manifestare «il suo attaccamento alla Patria».

Oggettivamente, si tratta di un minuto oltremodo importante da proporre, in primo luogo, alla conoscenza dei troppi ignari, e quindi, alle necessarie riflessioni che è cosa buona e giusta promuovere in ossequio alla verità storica. Ivi comprese quelle di chi, pur essendo già informato, voglia perseverare nel Ricordo per dovere morale, per interesse comune, e per «trarre gli auspici».

(marzo 2024)

Tag: Carlo Cesare Montani, un minuto di storia, Gianni Bisiach, tragedia delle foibe, Repubblica Sociale Italiana, Trieste e Gorizia, vittime infoibate, Seconda Guerra Mondiale, Giorno del Ricordo.