Un nuovo messaggio cristiano dal Colosseo?
Saggio pubblicato dal Professor Pier Luigi Guiducci presso EDUCatt (Ente per il Diritto allo Studio Universitario dell’Università Cattolica del Sacro Cuore), Milano 2021

Nel 2021, in occasione del centenario dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, il Professor Guiducci ha pubblicato il suo saggio Un nuovo messaggio cristiano dal Colosseo?, risultato e sintesi di una scoperta che si potrebbe dire «casuale», ma non per questo di poco conto. Tutt’altro.

Dal 2013 al 2016, e poi dal 2018 al 2021, si è svolta una ripulitura del Colosseo, con interventi di restauro. Da questa azione sulle pareti dell’anfiteatro sono riaffiorate tracce di intonaco rivestito di affreschi e iscrizioni, resti di antiche decorazioni con motivi floreali e figure simboliche, a volte fatte per scacciare la cattiva sorte. In una galleria di servizio, un passaggio secondario dal quale si accede al terzo livello, si sono individuate decorazioni pittoriche. Osservando l’immagine di un lacerto d’intonaco, il Professor Guiducci ha individuato una croce.

Questo è interessante, dato che alcuni storici continuano a negare nel Colosseo una presenza cristiana. Ma desta anche alcune domande: chi ha disegnato quella croce? E perché?

A queste, e ad altre questioni, ha tentato di fornire una ipotesi il saggio del Professor Guiducci, libro di piccole dimensioni (57 pagine) che unisce un preciso linguaggio scientifico a una lettura agevole, aperta non solo agli «specialisti» della materia ma a chiunque abbia «sete di conoscenza».

La prima parte del saggio si intitola Persecuzioni cristiane e Colosseo. Il Professore rimodula l’orientamento degli autori che negano il martirio dei Cristiani nel Colosseo (le condanne alle pene capitali venivano eseguite in altri luoghi e i cittadini romani subivano la decapitazione) dato che esiste una letteratura che attesta le condanne «ad bestias» di diversi Cristiani in vari circhi, Colosseo compreso (significativi, in particolare, l’Apologeticum di Tertulliano, la Storia Ecclesiastica di Eusebio di Cesarea, e i rapporti di Prefetti delle Province). Alcuni, come Ignazio di Antiochia, subirono la loro sorte con coraggio; altri non ebbero la forza di sopportare il pensiero di un martirio doloroso, e preferirono rinnegare la propria fede (nel Martyrium Polycarpi c’è il riferimento a un certo Quintus, che sacrificò agli dèi per evitare di essere sbranato dai leoni).

La seconda parte è dedicata in modo più specifico a La Chiesa e il Colosseo: tra le iniziative di cui dovette occuparsi la Chiesa di Roma al termine del periodo delle persecuzioni, ci fu quella di tramandare memoria della testimonianza dei martiri e di preparare un martirologio, ovvero un testo coi nomi di coloro che avevano testimoniato la propria fede in Cristo fino allo spargimento del sangue. Ma non esisteva una documentazione sistematica con dati storicamente accurati; la maggioranza dei Cristiani uccisi durante le persecuzioni rimaneva anonima. Inoltre, nella divulgazione di storie edificanti, l’obiettivo principale era quello di fornire degli «esempi», prima di singoli «atti di eroismo», poi di un coerente vissuto quotidiano nella fede: la volontà di evidenziare il passaggio tra la croce segno di morte e la Croce della Redenzione portò diversi fedeli a segnare delle croci nei luoghi che videro la tragica morte di molti condannati Cristiani.

Su un totale di 55 graffiti trovati nel Colosseo, 13 rappresentano croci: esse rimandano alle prove della vita e alla comunione con i defunti attraverso la Persona del Redentore. Oltre alle croci, sono state ritrovate nel Colosseo anche delle iscrizioni, che riportano di solito i nomi di frequentatori del luogo e alcune date.

La terza parte riguarda, più nel dettaglio, I lavori conservativi nel Colosseo citati in precedenza. Il disegno della croce è stato studiato anche «in loco» dal Professor Guiducci. E si è osservato il disegno di due lettere, una «T» e una «S», tracciato in rosso: le lettere sono unite da un tratto di linea. L’ipotesi: un’esclamazione, un grido in uso durante le «venationes» (le «cacce» che si tenevano nell’anfiteatro in epoca romana): la parola completa potrebbe essere «taurus» («toro»). È da ricordare in proposito che a Roma erano diffusi i culti di Mitra e Cybele, con sacrificio di tori sacri.

La quarta parte ha per titolo: La «crux» ritrovata. Si tratta di una piccola croce latina, semplice, tracciata tra le lettere «T» ed «S», con un probabile intento. Ci si potrebbe chiedere per quale motivo disegnare una croce in un ambiente marginale, poco illuminato e vicino a degli urinatoi: un luogo che non favorisce la preghiera o la meditazione.

Nell’ultima parte, Qualche nota di sintesi, il Professor Guiducci ritiene che la croce non sia stata tracciata da qualcuno per «passatempo», in un momento di inattività. L’Autore presenta un’ipotesi: poiché si trova come una «risposta» aggiunta a chi in precedenza aveva disegnato frettolosamente le due lettere «T» ed «S», essa vuole forse diffondere un messaggio di «pietas» e di affidamento in un luogo ove morirono centinaia di prigionieri (anche Cristiani). Lì dove le due lettere paiono esaltare la forza, il sangue, la dominanza, la piccola croce sembra richiamare un’altra realtà, dolorosa ma salvifica.

Lo studio del Professor Guiducci – presentato come ipotesi in attesa di altri contributi di ricercatori – si è rivelato molto utile perché ha «smosso» la direzione del monumento che ha programmato un esame scientifico «in loco» con tecniche moderne. In tale occasione è stato anche effettuato il prelievo di una minuscola parte del disegno della croce. Secondo i tecnici che hanno eseguito il test, la datazione si avvicina all’epoca moderna. Non è stato però possibile promuovere un incontro con il ricercatore che ha realizzato l’indagine «in loco». In tal senso rimane a tutt’oggi assente un confronto tra studiosi.

Rimangono comunque dei dati non deboli. Da una parte, l’iniziativa di uno storico della Chiesa ha fatto concentrare l’attenzione anche verso il disegno di una piccola croce. E dall’altra, la presenza nel Colosseo di incisioni e di disegni di più croci suggerisce l’utilità di non interrompere le ricerche, studiando anche i reperti trovati nell’ultimo livello dell’anfiteatro.

(aprile 2023)

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