Contro stereotipi e fondamentalismi. L’eurocentrismo non è un disvalore
Per un riconoscimento civile e sociale dei valori europei condivisi

Oggi ci sentiamo particolarmente vulnerabili perché la nostra civiltà viene ripetutamente messa in discussione da sedicenti appartenenti al Califfato, che rivendicano per parte loro una purezza dei costumi peraltro mai conosciuta sia dal mondo islamico che da quello occidentale. Utopia o interessi in gioco?

Se Cristo ripeteva che chi era senza peccato doveva scagliare la prima pietra, viene fatto di pensare che qualcuno non abbia compreso il messaggio.

E qui voglio davvero soffermarmi non sul mondo islamico in quanto tale, che conosco solo parzialmente per studi intrapresi molto tempo fa ed ormai datati, ma sull’eurocentrismo, descrivendo un’Europa che conosco più da vicino.

È colpa dell’Occidente se oggi esistono queste sperequazioni sociali planetarie e dunque frange estremiste, questo spesso sentiamo ripetere da più parti. Ma è davvero così?

Esaminando alcune situazioni che ci caratterizzano si è portati a ritenere il contrario.

Sovente ci siamo auto inflitti giudizi poco lusinghieri sul nostro conto.

La Chiesa, sia essa cattolica o protestante, spesso nel corso della sua storia è a sua volta stata attaccata e si è auto inflitta pene ed ammende per aver praticato al suo interno pedofilia, sodomia, ma anche usura, crimini e quant’altro. Quest’attribuzione di responsabilità, ieri come oggi, è avvenuta, io ritengo, talvolta in modo piuttosto informe ed inconsistente. Spesso decontestualizzato rispetto al periodo storico di riferimento, ma soprattutto non tenendo nella giusta considerazione i rapporti di forza con cui anche l’Occidente ha dovuto misurarsi in ambito internazionale, che non sempre gli sono stati favorevoli.

Se vogliamo analizzare da vicino alcuni parametri della civiltà occidentale, ci accorgiamo che in varie occasioni queste stesse auto accuse, simili a quelle praticate dalle frange estremiste dell’Islam verso di noi, fondate o infondate, non voglio entrare nel merito, celano la reale portata della nostra civiltà, che si è costituita, nel corso del tempo. Libertaria? No, Libera.

«Freedom», questa la parola che può fare davvero paura a chi si sente di oscurare lo spirito più autentico dell’uomo.

Non esistono civiltà superiori o inferiori, voglio chiarire il concetto. Esiste la Civiltà, che nei valori di Libertà e Giustizia Sociale deve riconoscersi. Ciò significa non utopie, come anche l’Occidente ha conosciuto, ma equilibri, in nome della non violenza. In questo Ghandi è stato maestro. E forse l’Occidente deve molto anche a lui. Essere sinergici, prendere il meglio da ognuno in vista del bene comune che non deve rappresentare la sopraffazione dell’altro. Ogni Civiltà ha le sue pecche. L’Europa in primis Ma i valori oggi condivisi sono indubitabilmente il frutto di un lungo cammino cui i testi Sacri come Bibbia e Vangelo non sono estranei. Lettura che ha costituito nella laicità come traguardo finale la sua espressione più alta. Lo stato di diritto di ormai antica memoria per noi docet. Certamente, Napoleone ha dovuto «rinnegare Dio» con le sue battaglie ed i suoi traguardi giuridici. Ma in ultimo è ritornato a Dio e lo ha fatto anche in nome di Dio, perché mai più nessuna affermazione non laicista potesse interferire con la società nel suo insieme. In questo anche la Massoneria, ritengo, ha un grandissimo merito sociale.

Mi sento di ritenere che la civiltà occidentale sia davvero «freedom», non solo a parole, ma nei fatti, seppur con i suoi limiti. Quando mi alzo la mattina e vado a lavorare so di essere una privilegiata. E di godere di questa Libertà che deve ad ogni costo venir difesa, in nome dei valori più autentici della società europea ed occidentale nel suo insieme. Una Libertà che comunque parte da lontano.

Breve excursus storico. I Greci ed i Romani, ossia la civiltà classica occidentale, che precede l’avvento del Cristianesimo, ha visto al suo interno valori di libertà garantiti, almeno nei costumi. Pensiamo al ruolo ricoperto dalle donne (nei clan dominanti, penso alle varie «gens» romane) che in casa loro avevano un potere pressoché totale. Certo, la donna non aveva alcun diritto civile ed era relegata ad un ruolo di sudditanza rispetto al padre ed al marito.

Ma in casa le cose andavano diversamente, era la donna che governava. Tant’è che i Longobardi qualche secolo dopo, quando incorporarono il diritto romano, ne fecero modello. Ed ampliarono tali «libertà femminili» introducendo il matronimico, peraltro già conosciuto all’interno della loro stessa cultura.

Per matronimico intendiamo l’attribuzione del cognome materno al neonato.

Le donne longobarde, e non solo la celebre Matilde di Canossa, quando gli uomini erano impegnati nei conflitti e si assentavano, li sostituivano anche in ruoli di governo.

La civiltà occidentale con le sue libertà attuali, si riconosce in questi suoi ancestrali costumi.

Pensiamo poi al Cristianesimo, col ruolo assunto da Maria, la madre di Gesù, che ha posto ancor più l’accento, come ben sostiene Papa Francesco, sul ruolo guida nella Chiesa, della figura femminile.

Solo apparentemente sottomessa, la Donna viene ad assumere nella storia della Chiesa un valore sociale e culturale prioritario.

Possiamo rammentare in proposito Giovanna d’Arco o Caterina da Siena come figure guida, che combattono a capo di eserciti in nome dei valori cristiani.

La Santità diventa così valore aggiunto, sia al maschile che al femminile, estinguendo ogni differenza di Genere.

Del resto il Genere nella storia del Cristianesimo è particolarmente neutro, se pensiamo allo stesso ruolo degli Angeli, le figure celesti più rappresentative nella vita di ognuno, angelo custode in testa. Non voglio fare qui affatto una disamina teologica che certamente non mi compete. Dico però che, per quanto il contesto terreno possa apparentemente rappresentare un limite nei conflitti di Genere, poiché «la carne è debole», di fatto non esiste mai una scissione tra terra e cielo nel mondo cristiano. Mai un limite definito.

Gli esseri umani sono anima e corpo, sono soprattutto esseri umani in quanto figli di Dio, e solo per questo, tramite il battesimo, destinati alla salvezza. Corpo ed anima di ognuno si riuniranno alla fine dei tempi ed il nostro corpo è ad immagine e somiglianza di Dio.

Pensiamo alla tradizione cattolica con al suo interno due grandi donne, la Regina Cristina di Svezia insieme con Matilde di Canossa, entrambe simbolicamente sepolte in Vaticano.

Circa le abitudini sessuali, e non intendo anche in questo caso sostituirmi a sociologi o teologi, discipline che non mi appartengono, ma solo esprimere un mio pensiero, posso osservare che la civiltà cristiana ha sempre ampiamente tollerato ogni pratica. Le condanne ci sono e ci sono state nella forma, ma mai nel profondo. Sono state davvero sostanziali?

L’Ordine Templare venne sciolto da Filippo il Bello in Francia con l’accusa di sodomia, ma si trattava solo di un escamotage per celare interessi in gioco ben diversi. Nessuno può negare gli estremismi anche in Occidente, i suoi punti di debolezza. Ma qui voglio sottolineare ripetutamente i punti di forza che ne hanno costituito l’humus ideale.

Sappiamo perfettamente che la pratica sessuale della sodomia ad esempio era ampiamente praticata in tutto l’Occidente Cristiano e nulla era cambiato rispetto a ciò che accadeva nel mondo occidentale dell’Antichità, quando tale pratica non aveva neppure in via ufficiale alcuna riprovazione sociale. Tra Antichità Classica e Cristianesimo non ci sono tutte le fratture che nel corso del tempo anche la storiografia ha voluto proporre.

Durante tutto il Medioevo tali pratiche erano ampiamente seguite in ogni dove. Nessuno ufficiosamente si scandalizzava. Poteva esserci, ieri come oggi, una qualche ipocrisia nell’ammetterlo pubblicamente, ma la realtà dei fatti si mostrava molto diversa ed affatto perseguita, neppure sul piano legale. Se Dante nella Divina Commedia ricalca certi parametri «ufficiali», ufficiosamente sa bene che le cose andavano nella pratica in modo del tutto diverso. Nessuno ne provava vergogna o riprovazione. Del resto lo stesso Sommo Poeta non era, con tutte le sue amanti, «di facili costumi»?

In proposito invito a leggere, per chi non lo avesse ami fatto, la celebre Vita di Benvenuto Cellini, scritta e pubblicata dallo stesso Cellini a cavallo tra Quattrocento e Cinquecento, opera molto accattivante e di grande valore artistico e sociale, ampiamente diffusa come tiratura a partire dalla sua prima pubblicazione.

Troviamo qui descritto minuziosamente lo stile di vita non solo del celebre protagonista, artista all’epoca di fama internazionale, ma di tutto il mondo conosciuto di quei tempi. Uomini e donne erano e si sentivano liberi, liberi di praticare almeno in privato le pratiche sessuali a loro più confacenti, gli stili di vita che più gradivano. Senza neppure nascondersi poi molto. Cellini aveva rapporti sessuali ripetutamente con uomini e con donne, ma anche con animali, e non era affatto, come lui stesso descrive, un caso isolato. Non intendo scandalizzare nessuno con queste frasi, ma mettere l’accento su quanto ciò fosse praticato e condiviso da tutti, come lo stesso Cellini ricorda, in via uffciale. Di più, quando si sapeva che il grande artista avrebbe transitato in un certo luogo, ci si augurava di poter avere con lui rapporti, di natura mercenaria, perché ciò era largamente vantaggioso sul piano economico. Nonché la possibilità di ricavarne prestigio sociale, e perché no, anche piacere individuale, viste le «buone pratiche» dello stesso Cellini.

Qualcuno potrebbe obiettare che questo accadeva tra gli uomini colti e ricchi, che la frase di Lorenzo il Magnifico «chi vuol esser lieto sia / del doman non v’è certezza» appartenesse a chi, come lui, possedeva un livello culturale molto elevato e non al popolo. Nella Vita che ho citato però i riferimenti prioritari sono al popolo minuto, non agli ambienti del Cellini e dei suoi amici artisti e uomini di mondo. Ed investe uomini e donne, indistintamente.

Il mondo cattolico, che spesso viene accusato ancora oggi di aver avuto nei confronti della morale comune un atteggiamento oscurantista, nei fatti concreti, mi sento di dire, ha praticato poco l’oscurantismo. Non dimentichiamo che il Cristianesimo conosceva la Confessione come Sacramento, ossia quello strumento che riavvicinava la purezza di Dio alla purezza dell’anima dei singoli mortali, la cui pratica, riconosciuta come strumento valido per superare le difficoltà della carne, consentiva e naturalmente consente di avvicinarsi a Dio riprendendosi quella purezza che la carne di per se stessa, causa il peccato originale, non consente agli uomini. Benvenuto Cellini si considera ed era considerato «un buon Cristiano».

La frase contenuta nel Vangelo: «Dio perdona tutto per un gesto di Misericordia» ha fatto parte e fa parte del bagaglio culturale del mondo cristiano. La Misericordia di Dio non è affatto dissimile dalla Misericordia dell’Uomo, che si ama quando ama.

Qualcuno potrebbe anche qui obiettare che il mondo rinascimentale, in cui di fatto Benvenuto Cellini può venir inserito, non deve venir confuso con l’epoca medioevale.

Il Medioevo storico è in verità molto meno oscurantista di quanto si possa immaginare. Semmai è vero il contrario. Il Medioevo storico occidentale, soprattutto italiano, ma non solo, ha conosciuto un ulteriore potenziamento delle grandi Libertà che l’Occidente ha affinato nel corso del tempo. La mia città, Lucca, ne è fulgido esempio.

Ripetutamente Comune, poi Repubblica Oligarchica, porta sulle sue millenarie porte cittadine la scritta «Libertas», che i miei avi hanno contribuito ampiamente a tutelare e di cui, mi si permetta una digressione, vado ampiamente fiera ogni volta che la leggo.

La mia città non è, precisiamolo, un caso isolato in Occidente.

Dove mettiamo le Repubbliche Marinare Italiane, piuttosto che le grandi città del Nord Europeo dedite ai commerci nel Medioevo?

Nel 900 dopo Cristo, quindi durante l’Alto Medioevo, la mia città (suggerisco in proposito i magistrali studi di Maria Pia Branchi, docente di storia dell’arte presso l’Università di Parma, ma che a lungo ha trattato per la mia città tali temi che si intersecano con i suoi studi in ambito artistico) era gemellata con l’Auvergne ed i cavalierati medievali avevano le loro splendide autostrade del tempo, ancora oggi celebri vie di transito, che li collegavano alla Francia e che permettano loro di portare oltralpe non solo merci ma cultura, civiltà e Libertà. E qui, in Auvergne, trovavano altrettanta civiltà e Libertà. Penso poi a Bruges, Anversa, tanto per fare due nomi. Oppure alla Lega Anseatica nel suo insieme. Forse non erano altrettanti porti sicuri per i traffici e le Libertà? Questo durante il corso di tutto il Medioevo. La mia città, perché è per me un riferimento vicino e certo, quando ci fu la Riforma Protestante, vide la fuga verso la Svizzera di uomini, donne e capitali. Ma l’intelligenza ed oserei dire forza di volontà permise di non scindere mai i legami parentali e commerciali tra le due realtà politiche e geografiche, quella lucchese e quella elvetica, e di trasformare un evento di per se stesso complesso e drammatico come la Riforma Protestante in motivo di forza anziché di debolezza.

Il Risorgimento Italiano vede in questa prova di forza larga parte della sua nascita e concretizzazione. La Chiesa Cattolica fece da scudo ed ostacolo? Niente affatto, la Chiesa Cattolica difese i suoi interessi, ma i Cattolici e la stessa Istituzione ebbero sempre un occhio di riguardo verso la storia comune e si mossero spesso combattendo a favore e non contro l’Europa. Mi sento di dire, ed in questo senso ho pubblicato sul sito www.storico.org diversi contributi, che la storiografia ufficiale non sempre ha teso a definire a tutt’oggi in maniera compiuta questi rapporti di forza. Che sono un punto di riferimento per tutti, ciò non solo in Italia ma nell’intera Europa. In questo senso mi sento di dire con orgoglio che l’essere Europei ed Europeisti è un valore aggiunto. Molte pagine storiografiche, questo sì, andrebbero rilette attentamente.

Oggi finalmente l’Europa sta raggiungendo un traguardo bellissimo, quello di riconoscere prioritariamente ogni differenza di Genere, ogni cultura religiosa, come valori aggiunti, creando fluidità e autentiche Libertà condivise. Questo però deve significare, io credo, la più ampia tutela di ciò che ha permesso il raggiungimento a fatica di tali traguardi. Ossia assoluta reciprocità. È essenziale per combattere ogni estremismo e fondamentalismo, non solo a parole ma nei fatti. Dimenticare dunque un finto buonismo utilizzato come arma per nascondere altre ipocrisie che spesso celano interessi economici e politici non limpidi.

In Occidente come altrove. Ultimamente cerco nella musica, grandissimo bagaglio culturale dell’Occidente, vero specchio di ricerca e libertà, quei valori condivisi che si sono affermati prima nell’arte e poi a seguire nel bagaglio politico del nostro vecchio continente. Quando parlo di musica intendo la buona musica, anche nel genere pop, che talvolta viene descritto come esclusivamente commerciale. Cosa non vera.

Parlo infatti di Musica nella sua interezza, capace di scavalcare ogni frattura, soprattutto di natura commerciale, per farci assaporare i suoi valori autentici che ci contraddistinguono.

I fatti di Manchester o del Bataclan testimoniano quanto questa affermazione, ossia il valore culturale e politico della buona musica, siano specchio dell’anima dei valori condivisi dall’Occidente. Ed ogni fondamentalismo tende infatti a rinnegarne, non casualmente, con manifestazioni violente, il ruolo guida sia in ambito sociale che culturale. Se ci accingiamo a leggere qualcosa sulla storia della musica in Occidente ci accorgiamo subito di quanto le Libertà artistiche che ne contraddistinguono il percorso coincidano con quelle umane e politiche. L’Occidente ha conosciuto guerre, carestie, abusi e violenze di ogni sorta. Ma grazie allo spirito guida dei valori – mi sento di definirli – dell’anima, che l’arte rappresenta, ha saputo elevarsi, permettendo alle varie espressioni artistiche di illuminarne il cammino, rendendo questo lungo processo costruttivo più fluido ed armonioso.

(luglio 2017)

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