Introduzione alla storia dell’Europa Orientale
Un mondo in bilico fra Oriente e Occidente

La storia dell’Europa Orientale è stata sempre trascurata dagli storici nonostante che la regione abbia avuto città notevoli dal punto di vista delle arti come Praga, Cracovia e Buda. L’Europa Orientale costituisce una realtà molto composita, da una parte abbiamo il Sud che ha conosciuto l’influenza dello Stato autoritario bizantino e della severa Chiesa Ortodossa, per poi conoscere la dominazione oppressiva dei Turchi, dall’altra abbiamo il Nord che ha visto l’influenza germanica e maggiori contatti con il mondo occidentale. Tutta la vasta regione vede confini etnici e linguistici poco delineati, e frequente era il caso di una convivenza nel medesimo territorio di popolazioni diverse. In particolare un ruolo importante nelle vicende storiche fu la presenza di Tedeschi, Ebrei immigrati dai Paesi Occidentali e dotati di un livello culturale elevato, e Slavi che costituivano ovviamente la maggioranza della popolazione. Per il periodo più antico come in altre regioni le città e le zone più avanzate si attestarono lungo i grandi fiumi: la Vistola per i Polacchi, il Danubio per gli Ungheresi, considerando la vastità delle foreste, costituivano le principali vie di comunicazione.

Tutta la vasta regione dai Balcani all’attuale Ucraina, con l’esclusione della parte greca, si presentava povera, relativamente spopolata, sostanzialmente priva di città e quindi di scambi culturali con il resto del mondo europeo, mentre a lungo Cracovia e Buda furono gli avamposti a Est della cultura occidentale. In generale nell’Europa Orientale il clima è più severo rispetto a quello dell’Europa Occidentale e ciò influisce sull’agricoltura nonostante le terre siano piuttosto fertili.

Il termine «slavo» risulta analogo a quello di «schiavo» sia nel latino medievale che nel greco bizantino, e tale termine veniva adoperato dagli scrittori greci per indicare i popoli che giungevano da Nord nei Balcani nel VI secolo, anche se la maggiore caratteristica di quel popolo era l’organizzazione tribale. Le prime entità statali dell’Europa Orientale coincidono generalmente con l’affermazione della religione cristiana e l’aprirsi quindi al mondo occidentale. Sotto questo punto di vista gli Slavi Meridionali risultarono più progrediti, anche perché entrarono precocemente in contatto con lo Stato Bizantino. I Bulgari, popolo che parlava una lingua affine al turco successivamente slavizzata, si spostarono a Ovest e nel 681 sorse il primo Impero Bulgaro con capitale a Pliska a Sud del Danubio in prossimità del Mar Nero. Intorno all’860 i Bulgari si convertirono al Cristianesimo, nel periodo precedente Bulgari e Cazari dell’attuale Ucraina si ritiene fossero convertiti all’Ebraismo. Nel secolo successivo il principe bulgaro (ma istruito presso i Bizantini) Simeone I il Grande si proclamò Zar dei Bulgari e dei Greci ed estese il suo potere a buona parte dei Balcani, realizzando uno Stato potente e culturalmente avanzato. Negli stessi anni della conversione dei Bulgari, anche i Serbi adottarono il Cristianesimo ma non costituirono grandi entità statali, rimasero divisi in tribù costantemente in guerra fra loro. Anche i Croati seguirono lo stesso cammino, ma entrarono a far parte della Chiesa Cattolica di Roma e divennero presto subordinati alla Monarchia Ungherese. Nel Nord la Grande Moravia, l’altro grande Stato Slavo (comprendente l’attuale Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria, Polonia Meridionale) si convertì nell’863 ad opera di missionari cattolici e ortodossi, diede impulso alla creazione di diverse città e legò le sue vicende a quelle del vicino mondo germanico. Lo Stato Polacco con capitale Gniezno si convertì successivamente nel 962-966, l’Ungheria con la sedenterizzazione dei Magiari nel 975. Più a Est si formò il Granducato di Kiev ad opera di commercianti e guerrieri scandinavi, ma culturalmente molto più legato al mondo bizantino. Nel 989 il principe si convertì al Cristianesimo, negli anni successivi lo Stato raggiunse la sua massima estensione, comprensivo di larga parte della Russia Europea e Ucraina, e realizzò la costruzione di importanti chiese e diverse opere di letteratura, tutte di influenza greca. Dei tre grandi Stati Slavi, la Grande Moravia risultò quello più debole e cessò di esistere nel 907 a causa dell’invasione magiara. Lo Stato Bulgaro si ridimensionò notevolmente negli anni successivi a Simeone il Grande ma si mantenne vivo anche nelle sue attività architettoniche fino al Trecento. Il Granducato di Kiev scomparve progressivamente negli anni successivi al 1150, il Paese venne invaso dai Mongoli e praticamente non si ebbero entità statali fino alla costituzione del Gran Principato di Mosca nel Quattrocento.

Abbastanza particolare è la storia della Romania. Il Paese parla una lingua con il 60% di parole di origine latina, nonostante che la regione sia stata abbandonata dall’esercito romano precocemente. Nell’epoca successiva gli Stati Rumeni non godettero praticamente mai di indipendenza, incerto e comunque tardo è il periodo della conversione al Cristianesimo, il Paese costituì comunque una realtà decisamente marginale nel contesto europeo. Subì la dominazione ungherese e quella polacca, successivamente quella turca, ma la religione prevalente è quella ortodossa (e quindi prevalenza della cultura bizantina), sebbene non adottasse l’alfabeto cirillico. Lo stesso termine «Romania» è sostanzialmente dell’Ottocento, in precedenza si parlava di Valacchia, Moldavia e Transilvania.

Negli anni successivi l’Europa dell’Est beneficiò della ripresa economica e della crescita demografica dell’Europa Occidentale. A partire dal 1100 si insediarono comunità ebraiche, soprattutto nella zona compresa fra Polonia e Ucraina, che arrivarono a costituire oltre il 5% della popolazione. Gli Ebrei sono una popolazione molto attiva nel campo commerciale e in quello culturale, molti signori locali incentivarono la loro immigrazione e si formò addirittura una nuova lingua, lo «yiddish», una mescolanza di tedesco, ebraico e aramaico. Nel Duecento iniziò la colonizzazione tedesca, ad opera dei Cavalieri Teutonici nella zona del Baltico, e da parte di contadini, mercanti, artigiani, in Polonia, Boemia e Ungheria, Transilvania compresa. Molte città polacche divennero a prevalenza tedesca e fruirono della benevolenza dei signori locali che accordarono loro notevole autonomia. Si ritiene che l’apporto di Ebrei e Tedeschi sia stato molto positivo per lo sviluppo economico e culturale dei Paesi ospitanti.

Intorno al Mille i Magiari, popolazione di ceppo ugro-finnico, misero fine alle loro scorrerie che avevano terrorizzato l’Europa e si stabilirono nella Pianura Pannonica. Il periodo fra il 1000 e il 1100 fu un’epoca di sviluppo, l’Ungheria estese i suoi confini conquistando la Croazia e parte del territorio rumeno e slovacco, nel 1222 tuttavia i nobili imposero dei limiti al potere sovrano.

Il Trecento è stato un secolo di crisi economica e politica nell’Europa Occidentale ma invece positivo per quella Orientale. In Polonia cessò il periodo del disordine feudale e il potente Sovrano Casimiro il Grande Piast rafforzò lo Stato e diede il via ad una importante riforma del diritto civile e penale. Il Sovrano è soprattutto conosciuto come il fondatore dell’Università di Cracovia. Uno sguardo alla formazione delle più antiche università di studi può essere interessante per una valutazione sul diverso progresso culturale europeo. Italia, Francia, Inghilterra e Spagna precedevano gli altri Paesi. Le Università di Praga e Cracovia sono comunque più antiche di quelle di Germania e Paesi Scandinavi, un dato sicuramente interessante anche se l’Est Europeo è sempre stato subordinato culturalmente all’Occidente. Nello stesso periodo la Boemia, quasi sempre soggetta ai principi tedeschi, divenne sede degli Imperatori Tedeschi e conobbe un grande sviluppo architettonico e culturale. Anche nel Sud si ebbe un certo sviluppo, la Serbia conobbe il suo periodo d’oro con lo Zar Stefan Dusan che ampliò lo Stato e lo rese per la prima volta unito e potente, anche se la sua opera politica non durò a lungo. Nel periodo successivo tutti i Balcani passarono sotto la dominazione turca che influì anche sui costumi di quei popoli.

Alla morte di Casimiro il Grande, la Polonia conobbe una particolare forma di organizzazione statale. Dopo un breve periodo di Sovrani Angioini, con la unione della Lituania si ebbe la costituzione di un Stato molto vasto. La Lituania era un Paese particolarmente arretrato che aveva conosciuto come primo contatto con l’Occidente lo Stato dei Cavalieri Teutonici. La diffusione del Cristianesimo si ebbe in un periodo compreso fra il 1250 e il 1380, comunque il Paese si ampliò in maniera eccezionale, arrivando a comprendere anche Bielorussia e Ucraina, approfittando del vuoto di potere creatosi al ritiro dei Mongoli. I Sovrani erano Lituani ma lingua ufficiale era il bielorusso, e anche nel periodo successivo il lituano fu sempre un idioma minoritario. Nel 1385 il Granduca Lituano Jogaila divenne Re della Polonia a seguito di un matrimonio con una discendente dei Sovrani Polacchi e diede origine all’Unione Polacco-Lituana durata fino al 1569 e successivamente continuata con l’Unione di Lublino. Nonostante la situazione dinastica la Polonia ebbe un ruolo progressivamente prevalente, lo scarso potere centrale rese tuttavia il Paese instabile e a partire dal Seicento venne progressivamente eroso dallo Stato Russo e successivamente da quello Prussiano fino alla sua completa scomparsa nel 1795.

Come negli altri Paesi in Ungheria si succedettero diverse dinastie, fra le quali quella angioina che attraverso una valida politica aveva preso possesso di diversi territori dell’Europa Orientale, seguirono altre casate come quella dei Lussemburgo e gli Asburgo. Nel 1458 i nobili ungheresi scelsero come Re Mattia Corvino della dinastia di origine cumana (popolo simile ai Turchi) Hunyadi. Il suo regno costituì il momento di maggiore potenza del Paese. Non solo ampliò notevolmente i confini ma fu anche candidato al titolo imperiale germanico. Centralizzò il potere, e introdusse la cultura rinascimentale italiana, ma la sua opera non ebbe seguito, e dopo un periodo difficile nel 1541 il Paese venne invaso dai Turchi che dominarono gran parte del Paese per oltre un secolo e mezzo. La dominazione ottomana fu solo indiretta e nel Paese si alternarono diverse dinastie, finché nel 1699 sconfitti i Turchi l’Ungheria passò definitivamente agli Asburgo.

Nel Quattrocento con Ivan III e nel secolo successivo con Ivan il Terribile si affermò lo Stato Russo, anch’esso non riuscì a darsi solide istituzioni e per un lungo periodo il Paese conobbe una situazione di instabilità. Con Pietro il Grande nel 1682 la Russia divenne definitivamente una grande potenza a livello europeo. Gli altri Paesi Slavi non conobbero invece periodi di rilievo, e mentre nel mondo occidentale tendeva a sparire la servitù della gleba, questa si rafforzò nel mondo orientale. Tuttavia si può ricordare che la Polonia prima di soccombere definitivamente sotto le spartizioni fra Russia, Prussia e Austria adottò nel 1791 una costituzione avanzata che costituì decisamente una innovazione importante nel panorama europeo.

La cultura slava ha sempre vissuto di riflesso a quella occidentale. In alcune manifestazioni artistiche minori comunque ha presentato un certo grado di originalità. Il prodotto più caratteristico dell’arte slava è rappresentato dalle icone, oggetto di culto non solo del mondo ortodosso ma anche di quello cattolico polacco. L’arte delle icone sorse nel V secolo e raggiunse la massima attività nel Quattrocento e Cinquecento, mentre negli anni successivi adottò canoni occidentali. L’arte slava in generale risentiva notevolmente dell’influsso bizantino e come questa si presentava con canoni rigidi e una notevole severità di stile rispetto a quella contemporanea italiana e occidentale in genere.

(luglio 2013)

Tag: Luciano Atticciati, Europa Orientale, Medioevo, Chiesa Ortodossa, Slavi, Balcani, Cracovia, Buda, Praga, Bulgaria, Polonia, Moravia, Kiev, Romania, Cavalieri Teutonici, Magiari, Boemia, Casimiro il Grande, Ungheria.