Rocca Possente di Stellata
Opera militare di difesa contro Venezia

Secondo alcuni documenti, nell’XI secolo sulla sponda destra del fiume Po, esisteva una fortificazione al confine fra Ferrara e Mantova, a una trentina di chilometri dalla città, in una posizione altamente strategica per il controllo dell’intenso transito di natanti che dal Mare Adriatico risalivano il Po verso la Lombardia o lo discendevano in senso contrario, per scopi commerciali e militari.

Nel XII secolo, a seguito della «rotta di Ficarolo», il Po, che scendeva verso Sud e passava sotto la città di Ferrara, si aprì una nuova via verso il mare, biforcandosi; pertanto, al vecchio alveo del Po di Ferrara, si aggiunse il nuovo Po di Venezia, dal quale si avviò un nuovo assestamento del mai tranquillo delta. Indirettamente, il nuovo corso del fiume fu la causa della fine dell’importanza del porto della città quale centro commerciale che collegava il mare con l’entroterra, poiché lentamente ma costantemente diminuì il corso d’acqua, che fu quasi completamente interrato; oggi, il Po di Ferrara è ridotto a poco più di un grosso canale di scolo delle acque piovane. La posizione delle due roccaforti alla biforcazione divenne di fondamentale importanza quale punto di vigilanza, con una preoccupazione in più, quella del Po di Venezia, sempre per evitare che ci fossero tentativi di risalita verso le città lombarde di bellicosi malintenzionati.

Lo storico ferrarese Cittadella riportò che nel 1139 ci fu un tentativo da parte dei Veneziani che non lasciavano mai cadere l’idea di impossessarsi di territori ferraresi: in quell’occasione attaccarono la Rocca di Stellata, ma la strenua difesa opposta dagli assediati fu tale da ricacciarli e farli desistere dal loro intento.

Non si sa molto in merito a ciò che avvenne prima del 1362, però in quell’anno, com’è stato chiaramente documentato, c’era stato un efficace intervento da parte del Marchese Nicolò II d’Este, che aveva interessato tanto la Rocca Possente di Stellata quanto la Rocca Benedetta di Ficarolo. In corrispondenza della Rocca Benedetta era l’abitato di Ficarolo, come in quella della Rocca Possente era di Stellata, ciò perché era un’usanza consueta quella di disporre gli agglomerati abitativi l’uno di fronte all’altro sulle sponde opposte del fiume Po e di altri corsi d’acqua di pianura. E naturalmente, per compiere le operazioni di controllo, da entrambe le parti doveva esserci un punto di approdo, in un fiume che era la via percorsa dal traffico maggiore di uomini e di merci dell’intera Pianura Padana.

Nel 1385, il Marchese Nicolò II d’Este ordinò la costruzione del Castello di San Michele in città per difendersi dalla possibile reazione violenta da parte del popolo ferrarese, stanco delle tasse e delle angherie del Signore della città e, per mettere in sicurezza i confini, fece ripristinare la Rocca di Stellata, danneggiata dagli attacchi incendiari nel 1306 e nel 1309 da parte dei Veneziani, rinforzandone l’intera struttura. Questi non la smettevano di sognare di mettere i piedi sul suolo ferrarese e stabilirvisi saldamente. Con quelle due opere, comunque, egli si riteneva in una botte di ferro.

Come detto, i Veneziani erano incaponiti nel desiderio di occupare territori a Sud del Po, per cui nel 1433 il Marchese Nicolò III d’Este rinforzò ulteriormente il complesso strutturale, avendone riconosciuta e apprezzata l’importanza strategica.

Ancora una volta, però, nel 1482 ci fu uno scontro politico fra Venezia e Ferrara che sfociò nella cosiddetta «Guerra di Ferrara» o «Guerra del sale» (perché – guarda caso – c’era pure la mira di impossessarsi delle saline di Comacchio, che facevano concorrenza a quelle del Veneto), e la Serenissima tentò di entrare nei territori ferraresi, mettendo sotto assedio la Rocca Benedetta di Ficarolo che, dopo aver resistito per cinquanta giorni, cadde; dopodiché, il Generale Veneziano Roberto di San Saverino, unitamente all’Ammiraglio Moro, si dedicò alla Rocca Possente, appostandovi sotto un poderoso esercito, con l’appoggio di numerose galee. I difensori, bene addestrati, usarono tutto il materiale bellico che tenevano conservato per occasioni come quella che si era presentata, e fu loro possibile resistere finché non giunse l’aiuto da parte di Federico da Montefeltro, Duca di Urbino, comandante delle Lega che si era formata per difendere il Ducato dalle mire espansionistiche dei lagunari. Nonostante la difesa estrema, però, la Possente dovette cedere alla forza. A quel punto, ci fu l’intervento deciso del Papa, che nel 1483 lanciò il cosiddetto «interdetto», con il quale non solo bloccò l’avanzata veneziana, ma nel 1484 riuscì politicamente a far restituire la Rocca al Duca d’Este Ercole I.

Per impedire il passaggio di natanti indesiderati in transito dalla foce verso la Lombardia o in senso contrario, era stato steso un passa catena, lungo 600 metri, che collegava le due Rocche, di Stellata e di Ficarolo. Questo era sollevato fino al pelo dell’acqua, dopodiché, una volta eseguito il controllo obbligatorio, e se tutto era regolare, si abbassava. La dimostrazione pratica avvenne quando, nel 1509, alla Possente riuscì a bloccare alcune navi veneziane, che tentavano di raggiungere Polesella, dove le truppe lagunari una volta ancora tentavano di attraversare il Polesine, con meta la città di Ferrara. E agli Estensi andò bene, perché i difensori ebbero successo e l’attacco nemico fu bloccato.

Ma niente da fare: nel 1510, i Veneziani ritornarono alla carica e questa volta ebbero la meglio e il possesso della Rocca durò vent’anni, finché essi non la fecero abbattere.

Più tardi, dopo il 1521, il Duca Alfonso I, temendo che gli Spagnoli, a seguito della vittoria di San Quintino sui Francesi, cercassero di invadere i territori ferraresi, fece ricostruire la Rocca, dandole la forma «a stella» a quattro punte, inseribile in un quadrato, con bastioni obliqui, posti di sbieco, adatti – si disse – a resistere ai colpi di artiglieria.

Probabilmente, fu distrutta ancora, perché risulta che nel 1557 il Duca Ercole II, di comune accordo con il figlio Alfonso, la fece ricostruire, ma fu distrutta nel 1587, senza avere notizie in merito a una sua ricostruzione.

Insomma, si è trattato di un tira e molla, nel quale non è facile orientarsi.

Con il 1598, non essendoci eredi legittimi, lo Stato Pontificio con la devoluzione riprese il dominio del Ducato di Ferrara, che da allora divenne una provincia dimenticata nella sua periferia estrema, con conseguenze estremamente gravi. Quello che fa specie, è che sembra che l’Ariosto lo avesse presentito; a tale proposito, infatti, scrisse:

«Ferrara, Quando più i Duchi fra le mura tue Dimoreranno, decadrai e i tuoi Palazzi senza vita saranno. Che ruine sgretolate, e la ghirlanda Di un poeta sarà la tua corona Unica...»

Per quanto attiene alla Rocca di Stellata, il Papa Clemente VIII ritenne che fosse strategicamente molto importante, per cui la mantenne in piedi e la fece sistemare. Dello stesso parere fu Urbano VIII che, nel 1629, la fece a sua volta fortificare. Nel 1670 ci fu un’enorme piena del Po, seguita dalla disastrosa rotta degli argini, che causò la distruzione della Rocca Benedetta, mentre sulla sponda destra la Rocca Possente resistette, dimostrando che veramente possente lo era.

Nel 1708, nel periodo che a Roma era in fase di attuazione la successione del Papa, il Governo Austriaco consentì il mantenimento della Rocca, purché fossero eliminati tutti i bastioni difensivi.

Ora la Rocca ha l’aspetto che le era stato dato a suo tempo, mantenendo la sua pianta a stella a quattro punte, inscrivibile in un quadrato, che fa bella mostra di sé, attirando torme di turisti che amino ciò che il passato ci ha tramandato, e che possono rifocillarsi con la sana dieta della gastronomia locale nelle accoglienti locande aperte nell’abitato che, rispettando la forma della Rocca, si chiama – si conferma una volta di più – Stellata.

(giugno 2021)

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