Il movimento fascista sorto a sinistra e passato a destra 1919-1921
La strana evoluzione del fascismo che ebbe conseguenze anche sul futuro regime

È possibile che un movimento passi dall’estrema sinistra all’estrema destra? Viene da pensare che non sia facile, ma nei movimenti politici dove l’elemento emotivo è predominante effettivamente si possono avere tali passi. Ricordiamo che non solo i Fasci di Combattimento realizzarono tale inconsueto passaggio, ma in un periodo praticamente contemporaneo D’Annunzio a Fiume si scelse come suo principale collaboratore un nazionalista per poi preferire Alceste De Ambris, un sindacalista rivoluzionario, e avvicinarsi ai socialisti. Possiamo infine ricordare che come ha scritto lo storico Ernst Nolte il grande successo del fascismo in Italia come negli altri Paesi europei fu dovuto al Biennio Rosso, alle violenze di quella parte politica e al loro proposito di instaurare un regime totalitario spietato sul modello sovietico.

Mussolini socialista, Mussolini fascista, un personaggio che ha segnato un’epoca, ma il giudizio politico ha schiacciato spesso quello storico e molti aspetti rimangono confusi. Il futuro duce con un largo seguito di socialisti e di cosiddetti sindacalisti rivoluzionari passò dall’estrema sinistra (interventista) all’estrema destra, un evento così particolare è stato generalmente trattato con superficialità. Interessante quanto scritto dallo storico Emilio Gentile, al drastico cambiamento contribuì la simpatia dei socialisti per il regime oppressivo di Lenin che Mussolini riteneva sanguinario e totalmente contrario agli interessi di operai e contadini.

Terminata la guerra si ebbe un triste fenomeno, quello delle aggressioni a ufficiali e reduci di guerra da parte dei socialisti che sebbene solo in pochi casi si concludessero con l’uccisione dei malcapitati, suscitavano un senso di tremendo sdegno fra l’opinione pubblica più patriottica. Legate a tale situazione furono le vendette degli arditi contro i gruppi socialisti, sebbene il movimento degli ex militari successivamente si frazionò in gruppi diversi e contrapposti, dannunziani, fascisti, estremisti di sinistra.

Nei mesi successivi alla fine della guerra, nel marzo 1919 si ebbe la famosa riunione dei Fasci di Combattimento alla quale parteciparono i futuristi da alcuni anni impegnati in politica con un programma anarchicheggiante, anticlericale ma anche nazionalista, arditi molto vicini ai primi e sindacalisti rivoluzionari. In quell’occasione Mussolini affermò un «reverente pensiero ai figli d’Italia che sono caduti per la grandezza per la Patria e per la libertà del Mondo… l’adunata del 23 marzo dichiara di opporsi all’imperialismo degli altri popoli a danno dell’Italia e all’eventuale imperialismo italiano». Il programma approvato in quella sede è noto: giornata lavorativa di otto ore, «l’affidamento alle stesse organizzazioni proletarie (che ne siano degne moralmente e tecnicamente) della gestione di industrie o servizi pubblici… Una forte imposta straordinaria sul capitale a carattere progressivo, che abbia la forma di vera ESPROPRIAZIONE PARZIALE di tutte le ricchezze. b) — Il sequestro di tutti i beni delle Congregazioni religiose e l’abolizione di tutte le mense Vescovili, che costituiscono una enorme passività per la Nazione, e un privilegio di pochi. c) — La revisione di tutti i contratti di forniture di guerra, ed il sequestro dell’85% dei profitti di guerra. Espropriazione dei sovraprofitti di guerra», un programma decisamente molto vicino a quello dell’estrema sinistra. Non molto tempo dopo Mussolini indicò una nuova tendenza in contrasto con le sue precedenti opinioni, il produttivismo, un impegno e una collaborazione di tutte le classi sociali per il bene della nazione e scrisse: «Noi vogliamo l’elevazione materiale e spirituale dei cittadini italiani (non soltanto di quelli che si chiamano proletari)… conciliare sul terreno comune del maximum di produzione, capitale e lavoro».

Circa un mese dopo la nascita del movimento che inizialmente non sembra riscosse molto successo, anche perché i vari piccoli movimenti della sinistra interventista rimanevano divisi, ci fu l’episodio decisamente clamoroso dell’assalto dell’«Avanti» visto che fino allora le violenze erano state organizzate soprattutto dai socialisti. Il fatto non era del tutto nuovo, nello stesso periodo si erano avuti scontri fra repubblicani e socialisti. Il ruolo principale non fu tenuto dai fascisti (in minoranza) ma da nazionalisti e futuristi, nella stessa giornata si erano avuti incidenti (difficile stabilire gli aggressori) poi il variegato gruppo degli assalitori si diresse verso il giornale socialista difeso dalle forze dell’ordine e all’interno da uomini armati. Un socialista sparò su un militare, la truppa si sbandò e di ciò ne approfittarono gli assalitori per penetrare nel palazzo che devastarono mentre i militanti dell’estrema sinistra riuscirono a porsi in salvo fuggendo dal retro. Interessante notare comunque la prima collaborazione, abbastanza inusuale, fra nazionalisti e fascisti mentre nei giorni successivi l’episodio venne giustificato da quest’ultimi come un atto di difesa dal minaccioso bolscevismo.

Un altro gesto illegale e piuttosto inconsueto si ebbe nel luglio 1919. De Felice riporta che arditi e anarchici avevano assaltato il forte di Pietralata a Roma per cercare di indurre i soldati a unirsi a loro in un azzardato tentativo di colpo di stato. Non molto tempo dopo, quando D’Annunzio occupò Fiume a varie riprese si parlò di una marcia su Roma anche se avrebbe dovuto contare su un atteggiamento benevolo dell’esercito data l’esiguità effettiva delle sue forze.

Nell’agosto 1918 si ebbe un evento minore ma significativo, «Il Popolo d’Italia», il giornale di Mussolini cambiò il sottotitolo da quotidiano socialista a giornale dei combattenti e dei produttori, pur mantenendo una linea politica non molto diversa da quella precedente, nell’anno successivo sostenne infatti l’occupazione operaia della fabbrica di Dalmine (zona industriale di Bergamo) e il sostegno agli scioperi violenti contro il caro-vita. Poco prima delle elezioni del novembre 1919 si tenne il primo congresso dei Fasci di Combattimento. Gli interventi furono discordanti e poco realistici. Venne approvato l’ordine del giorno: «Il blocco preferibile [dovrebbe comprendere] repubblicani, socialisti interventisti, futuristi» mentre l’intervento di Mussolini si mantenne sul generico e Marinetti chiedeva addirittura l’espulsione del Papa dall’Italia. Nei giorni successivi Mussolini tentò effettivamente un approccio con i repubblicani e i sindacalisti rivoluzionari interventisti dell’Usi ma senza successo, la maggioranza dei Fasci finì per aderire in maniera singolare a liste liberali contrarie al capo di governo Nitti.

A causa di incidenti nei giorni precedenti alle elezioni di novembre Mussolini venne arrestato ma rimesso subito in libertà per favorire una politica di pacificazione nel Paese. Le elezioni furono un grave insuccesso per i fascisti nonostante alcuni nomi di spicco che avevano presentato, come Filippo Marinetti e Arturo Toscanini. Per un certo periodo i Fasci sembrarono sul punto di sparire, «su un binario morto» come ammesso dallo stesso futuro Duce, comunque nel maggio 1920 tennero il secondo congresso. Interessante un intervento in cui si affermava «collaborazione fra proletariato produttivo e borghesia produttiva… Non si deve mandare a picco la nave borghese ma entrarvi dentro per espellere gli elementi parassitari». In generale però si notò un certo spostamento a destra, un certo interesse per il liberismo economico e la difesa dei ceti medi. Tale cambiamento lo si può comprendere solo con le violenze socialiste nelle città e nelle campagne, territorio dove spadroneggiavano e le continue invocazioni anche su organi ufficiali di una dittatura del proletario sul modello sovietico russo.

I ceti medi che per un certo periodo avevano simpatizzato per i socialisti, ora temevano il loro estremismo. Si organizzarono Leghe Antibolsceviche e nel gennaio 1920 un certo numero di cittadini sostituì postelegrafonici e ferrovieri che con i loro scioperi avevano messo in ginocchio le città. Nell’autunno dello stesso anno si tennero le elezioni amministrative che furono un relativo successo per la sinistra (socialisti e comunisti), ma qualcosa stava cambiando. Nel luglio precedente a seguito dell’uccisione di alcuni marinai da parte di militanti slavi i fascisti assalirono l’hotel Balkan di Trieste sede delle loro associazioni, Mussolini nel settembre singolarmente prese una posizione di benevola neutralità verso la drammatica «Occupazione delle fabbriche», vero atto preinsurrezionale dell’estrema sinistra. Forse fu l’ultimo atto conciliativo verso i socialisti, il 21 novembre i fascisti assaltarono una manifestazione della sinistra a Palazzo d’Accursio a Bologna dove i dimostranti presi dal panico lanciarono delle bombe uccidendo dieci loro militanti, mentre all’interno del palazzo un consigliere della destra venne ucciso dalle Guardie Rosse. Poco dopo a Ferrara una manifestazione della destra venne presa a revolverate da esponenti socialisti provocando alcuni morti. Non fu solo l’inizio della dura reazione fascista, ma dello squadrismo in senso proprio.

Nel giro di breve tempo i fascisti distrussero le sedi sindacali e quelle del partito socialista, anche se si ebbero violenze ampiamente documentate da entrambe le parti. Lo storico Emilio Gentile ricorda che un certo numero di spedizioni punitive fasciste traeva origine dall’aggressione subita da un fascista isolato e che molti lavoratori dimostrarono soddisfazione per essersi liberati dalle imposizioni dei locali capi lega socialisti.

Nel maggio del 1921 si tennero per volontà del governo le elezioni anticipate. I fascisti compirono un enorme salto politico presentandosi con i Blocchi Nazionali di Giolitti (comprendenti liberali e nazionalisti), l’uomo che maggiormente si era impegnato per il neutralismo nella Grande Guerra. I socialisti non ebbero successo nelle zone dove vi erano state le maggiori lotte sociali (lo ebbero i cosiddetti sindacati fascisti) e la loro rottura con i fascisti non risultò più sanabile.

(giugno 2023)

Tag: Luciano Atticciati, storia del fascismo, Mussolini, Marinetti, D’Annunzio, socialisti, bolscevichi, L’Avanti, Il Popolo d’Italia, Giolitti, Alceste De Ambris, congresso Fasci di Combattimento, squadrismo, nazionalisti, futuristi, sindacalisti rivoluzionari, Emilio Gentile, Renzo De Felice, Blocchi Nazionali, Palazzo d’Accursio, hotel Balkan, elezioni 1919, elezioni 1921.