Il Papato ad Avignone
Perché il Papa decise di spostare la sua sede fuori d’Italia

È il 1305, e da un anno sedici Cardinali sono riuniti in Conclave a Perugia. Il Papa Bonifacio VIII è morto; gli è successo, per otto mesi, Benedetto XI. Finalmente viene eletto Pontefice Bertrand de Got, Arcivescovo di Bordeaux, Francese di nascita e legato da amicizia al Re della sua terra; prende il nome di Clemente V. Come altri Papi, non si trasferisce subito a Roma, che è in preda alle lotte intestine.

Le famiglie nobili dell’Urbe si combattono infatti senza posa le une contro le altre, in un susseguirsi di omicidi, assassinii improvvisi, coltellate, agguati, tranelli. Le bande romane partono, a cavallo, per portare disordini e lutti nei quartieri degli avversari; dopo le incursioni, si rifugiano nelle proprie torri, disseminate per la città. I cittadini sono intimoriti, oppressi; di notte nessuno esce, e appena abbuia ciascuno si ritira nella propria casa.

I tradimenti sono all’ordine del giorno. Bande che fino a poco prima erano nemiche, si alleano fra di loro e fanno causa comune. Roma è lasciata allo sbaraglio, senza soldati, senza disciplina, e la legge che vi domina è quella del più forte. Il Papa non è mai riuscito a porre ordine; anzi, il più delle volte le potenti famiglie nobiliari sono intervenute negli affari della Chiesa, brigando perché fossero eletti Cardinali i loro parenti. Neppure l’elezione del Pontefice si è sottratta a questi brogli.

Finché, il Papa prende un’amara decisione: stabilire la sua sede fuori di Roma. Sceglie di risiedere, almeno temporaneamente, ad Avignone, in Provenza, settecento chilometri a Sud-Est di Parigi. Ma, a causa dell’arrendevolezza di Clemente V a Filippo IV, Re di Francia, Avignone diventerà la sede permanente del Papa. Così, un giorno, una lunga carovana di carrozze e di cavalli s’incammina verso la Francia, portandovi il Papa e i Cardinali, gli arredi sacri, casse, quadri, e un lunghissimo seguito. Da questo momento, Roma sarà lasciata in balìa di se stessa.

Ma c’è un’altra ragione che spiega Avignone. Da qualche tempo a questa parte, il collegio dei Cardinali è costituito in maggioranza di Francesi, e la Francia è la potenza principale d’Europa.

La scelta di Avignone, però, non si rivela felice. Per sfuggire ad un male, il Papato incorre in un male peggiore. Infatti il Re di Francia, influendo sui Cardinali Francesi e sullo stesso Papa, si intromette negli affari della Chiesa. Questo lungo periodo in cui i Papi abiteranno ad Avignone, verrà chiamato la «cattività avignonese» (cioè, la «prigionia di Avignone»).

La definizione di «cattività avignonese» si applica a perfezione: i Papi, più che ospiti, sono prigionieri. Clemente V, piuttosto debole anche di salute, a Filippo impedisce soltanto un processo postumo su Bonifacio VIII; aderisce invece al suo desiderio sopprimendo il fiorentissimo Ordine dei Templari (1312), il cui Gran Maestro Jacques de Molay due anni dopo viene condannato al rogo.

Nel 1348 Clemente VI compra con 80.000 scudi d’oro dalla Regina Giovanna di Napoli l’intera città di Avignone, che rimarrà proprietà dei Papi fino al 1791, all’epoca della Rivoluzione Francese. I Papi arricchiscono la città di un meraviglioso palazzo, fiancheggiato da grosse torri, poco distante dal vecchio ponte Saint-Benezet, del XII secolo, sul fiume Rodano; un palazzo dalle mura alte, possenti, invalicabili, più simile ad una fortezza. Tutti i Cardinali e i prelati si trasferiscono nella città provenzale, e Roma sprofonda nella povertà. Per quasi settant’anni, dal 1309 al 1377, Roma resterà senza il Papa. Sono Pontefici ad Avignone Clemente V, Giovanni XXII, Benedetto XII, Clemente VI, Innocenzo VI, Urbano V e Gregorio XI. Molti fedeli – scrittori, filosofi, poeti – invocano il Papa perché porti di nuovo la sede a Roma, ma chi sarà destinato a svolgere un ruolo essenziale in questo senso è una povera ragazza di Siena che oggi tutto il mondo cattolico venera: Santa Caterina!

Palazzo dei Papi

Il Palazzo dei Papi ad Avignone (Francia)
(novembre 2013)

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