San Michele: solo un Arcangelo?
Alla ricerca dei simboli assoluti della nostra civiltà cristiana

In Piemonte abbiamo una Sacra prestigiosa, la Sacra di San Michele. Si tratta di una delle più interessanti architetture religiose del territorio alpino, compreso tra l’Italia e la Francia. È situata sulla vetta del monte Pincheriano, e si tratta di una Sacra che sprigiona un alone magico, dominante la Val di Susa.

Sacra di San Michele 1

La Sacra di San Michele (Italia)

Sacra di San Michele 2

Un'altra suggestiva immagine della Sacra di San Michele (Italia)

La data di costruzione di questo edifico è incerta. Si pensa sia stata costruito tra il 996 e il 1003.

Questo complesso architettonico ha al suo interno l’Abbazia, la foresteria, il Monastero Nuovo, la Nuova Chiesa e la torre della Bell’Alda. La foresteria risale alla fine dell’XI secolo e aveva come funzione quella di accogliere i pellegrini che arrivavano sul monte.

I monaci della Sacra si mostrarono sempre molto ospitali. Di questa foresteria originaria poco è rimasto; fu interamente ricostruita tra il 1800 e il 1900.

Il Monastero Nuovo fu edificato tra il XII e il XIV secolo. È posizionato sul lato Nord della Sacra. Questo edificio ospitava i monaci e qui essi vivevano. Conteneva al suo interno le celle, la biblioteca, la cucina, il refettorio e le officine.

Oggi sono visibili solo le rovine del Monastero; trattasi di mura e archi medievali.

La Nuova Chiesa è stata costruita tra il 1148 e il 1170. È un santuario prettamente gotico-romanico e oggi accoglie i visitatori e i pellegrini.

La torre della Bell’Alda si trova nella zona più isolata del Nuovo Monastero e deve il suo nome al mito popolare della bell’Alda, una ragazza del luogo che si gettò dalla torre per sfuggire ai soldati di ventura e rimase illesa. Successivamente, sempre la stessa ragazza, per vanità e per denaro, si gettò dalla torre e morì sulle rocce sotto presenti.

La Sacra di San Michele è avvolta in un alone di mistero e di magia. Il riferimento in questo caso è alla linea magica di San Michele, una linea che unisce tre abbazie dedicate all’Arcangelo Michele. Le altre due chiese di questa linea sono il Mont Saint Michel, nella regione della Normandia, in Francia, e il Monte Sant’Angelo, in Puglia. Secondo gli studiosi delle scienze esoteriche, l’energia che promana da questa linea sarebbe concentrata in una piccola piastrella del pavimento della Sacra. Qui il punto è stato indicato sulla sinistra della Chiesa, immediatamente dopo l’entrata.

Esoterismo a parte, è interessante sottolineare che per la Sacra passava la famosissima Via Francigena, strada di pellegrinaggio che unisce Mont Saint Michel in Francia proprio al Santuario di San Michele Arcangelo, in provincia di Foggia.

A questo punto mi permetto di aggiungere notizie particolari sulla mia città, Lucca, anch’essa posta lungo il tragitto della Via Francigena. Le mie osservazioni riguardano sempre la figura dell’Arcangelo Michele. Credo in questo modo di poter incuriosire il lettore sulle varie assonanze presenti nel percorso complessivo della Via Francigena, tali da far pensare proprio a una linea comune che investiva figure chiave del mondo cristiano, tra cui quella certamente dell’Arcangelo Michele.

In Lucca è posta una bellissima chiesa dedicata proprio all’Arcangelo, sita nell’antica piazza che conteneva il Foro Romano. La figura dell’Arcangelo anche qui sovrasta la città, e la cittadinanza è particolarmente devota alla simbologia cristiana della sconfitta del Demonio, che l’Arcangelo stesso rappresenta. Mi sono sempre chiesta come questa essenziale figura religiosa sia assurta nella mia città a tanta magnificenza, e sicuramente, ho pensato, ebbe in questo un ruolo determinante proprio la Via Francigena, non solo sul piano religioso, ma ancor più su quello economico e politico, che ne furono elementi trainanti.

Il Foro Romano infatti, e poi la piazza San Michele in Lucca, antistante la chiesa, erano luoghi di mercato, di passaggio di merci e non solo di pellegrini. Ma anche ben presenti erano qui le truppe cavalleresche, simbolo di Fede e Potere.

Ho perciò voluto visitare e osservare piuttosto dettagliatamente zone limitrofe alla città, su cui la stessa Francigena è posizionata, che corrono in particolare nella Media Valle del fiume Serchio, in direzione della meta francese. Qui troviamo ad esempio un borgo molto interessante, considerato uno dei borghi più belli d’Italia. Si tratta di Castiglione di Garfagnana.

Questo meraviglioso borgo, peraltro perfettamente conservato, ha al suo interno due chiese principali: la più antica costruita intorno all’anno 1000, dedicata a San Pietro. L’altra risalente al XIII secolo e dedicata proprio a San Michele. Al suo interno troviamo una magnifica statua dell’Arcangelo, e posso assicurare che è davvero bellissima, luminosa come si conviene alla magnificenza del personaggio.

Castiglione di Garfagnana, luogo celebre per un importante museo di Arte Sacra che qui veniva prodotta, e per la tradizione sacra musicale, si trova in direzione di San Pellegrino in Alpe, il paese più alto dell’intero Appennino e meta prediletta non solo dei pellegrini della Francigena, ma anche di personaggi eminenti del Medioevo come Matilde di Canossa e Federico II, che qui spesso soggiornarono. Castiglione aveva un ruolo strategico essenziale sia sul piano economico che civile.

Un’altra celebre cittadina, sempre situata in Garfagnana, ma in altra direzione, via Passo dei Carpinelli, posta dunque verso il Mar Tirreno, è Piazza al Serchio. Ha anch’essa un eminente riferimento all’Arcangelo Michele. Dobbiamo precisare al riguardo che la Via Francigena aveva dei percorsi alternativi, anche perché era talvolta un po’ «trafficata» visti i numerosi passaggi dei pellegrini provenienti da tutta Europa.

Se studiamo il percorso della via, ci accorgiamo subito che questi passaggi alternativi erano frequenti. E Piazza al Serchio è uno di questi, luogo chiave sin dall’antichità dell’intera valle.

Qui il fiume il Serchio inizia il suo percorso principale e più corposo, e la cittadina, rivolta verso il Mar Tirreno, quasi vuol abbracciare geograficamente quei territori orientati in direzione della Francia.

Si tratta a ben vedere quasi di una costola della Via Francigena stessa. Ad appena cinquecento metri dal centro di Piazza al Serchio c’è un vero e proprio incastellamento, dedicato all’Arcangelo Michele, perfettamente conservato e abitato ancora oggi, così come Castiglione di Garfagnana.

San Michele di Piazza al Serchio fu di proprietà dei Gherardinghi, una schiatta longobarda che si vide contrapposta ai vicini Malaspina, anch’essi di origine longobarda, nel possesso del castello medesimo.

I cavalierati medievali, e naturalmente i loro spostamenti sul territorio, prima ancora di quelli dei pellegrini, rappresentarono la spina dorsale dell’economia e della politica medievale cristiana. I cavalierati dirigevano gli stessi traffici, ed ebbero un ruolo essenziale.

Chi più di tali cavalierati ebbe motivo di curare tali passaggi di merci e persone e con essi i simboli decisivi della cultura cristiana che ne erano parte integrante?

A Castiglione di Garfagnana la famiglia che a lungo ebbe importanti proprietà in zona fu quella dei De’ Nobili, con origini longobarde.

Nel corso del tempo i De’ Nobili ebbero politiche matrimoniali con la schiatta importantissima lucchese dei Ronaldinghi, anche questa tra quei gruppi parentali che costruirono, a partire dall’epoca longobarda, le sorti del ducato lucchese prima, del successivo comune lucchese poi, e a seguire della nascente signoria della cittadina toscana.

Assolutamente necessario dunque associare tali particolari storici al ruolo chiave sia della Francigena che dei simboli religiosi che lungo la stessa Francigena si espressero nel cuore e nella mente dei pellegrini per comprendere realmente il ruolo che rivestì l’unione e/o contrapposizione, nonché il senso medesimo dei cavalierati, della Fede cristiana che questi esprimevano e degli spostamenti commerciali e politici che ne scaturirono.

Visitare questi luoghi ricompone lo spirito ma certamente ci porta a vedere con occhi più smaliziati le circostanze che li vollero in Europa ricoprire un ruolo privilegiato nella costruzione di quella che sarà ed è la società occidentale. Solo così la simbologia cristiana dell’Arcangelo Michele assurge al suo massimo splendore e rinnova ogni giorno lo splendore che ne caratterizzò i fasti di un tempo passato.

(novembre 2018)

Tag: Elena Pierotti, Italia, Medioevo, Piemonte, Toscana, Sacra di San Michele, monte Pincheriano, Val di Susa, torre della Bell’Alda, Arcangelo Michele, Mont Saint Michel, Via Francigena, Puglia, Valle del Serchio, Monte Sant’Angelo, Lucca, piazza San Michele, Castiglione di Garfagnana, San Pellegrino in Alpe, Matilde di Canossa, Federico II, Piazza al Serchio, Gherardinghi, Malaspina, De' Nobili, cavalierati medievali, Ronaldinghi.