San Maurelio
Il Santo di Edessa

Come la città di Ragusa che ha due patroni, San Giorgio e San Giovanni, anche Ferrara ne ha due, San Giorgio e San Maurelio.

Mentre di San Giorgio si sa tutto, San Maurelio è molto meno noto e sarà l’argomento di questa nota.

Come anticipato, ben poco si sa di lui e della sua vita. Fino a noi è giunto solamente lo scritto di un anonimo, intitolato Legendario e vita et miracoli di Santo Maurelio, che dal latino è stato tradotto in italiano e pubblicato per la prima volta nel 1489, per essere poi ristampato nel 1544 e nel 1570. La lettura e l’interpretazione dello scritto hanno portato alla diffusione di notizie fra il vero e la fantasia, che non hanno fatto altro che mettere confusione sulla vita e sull’operato del Santo.

Secondo quanto riportato dal Legendario, Maurelio nacque – non è nota la data – a Edessa, un’antica città dell’Alta Mesopotamia; era, con Ippolito e Rivallo, nati quando lui era diciottenne, uno dei figli del Re Teobaldo di Mesopotamia. Quando raggiunse l’età di 30 anni, sentì il richiamo della fede cattolica e di Cristo, e avendo chiesto al padre pagano il permesso per seguire gli insegnamenti di Cristo, ebbe un netto rifiuto, seguito dall’ordine di interessarsi di problemi politici e della loro risoluzione, giacché era l’erede al trono.

Quando il padre morì, ne divenne il successore, ma il suo pensiero era da tutt’altra parte, tanto che decise di dedicarsi a Dio e, pertanto, rinunciò al trono a favore del fratello Ippolito. Dopodiché, contattò Teofilo, il Vescovo di Smirne, che gli fu da guida nel lungo percorso che lo portò al sacerdozio, dallo stesso consacrato.

Dopo qualche tempo, il Vescovo gli diede parere favorevole a un incontro con l’eretico Severino per discutere sulle fedi religiose, ma questi si tirò indietro. E allora Maurelio fu mandato a Roma con un gruppo di accompagnatori per avere indicazioni dal Papa Giovanni IV su come comportarsi con lui e come controbattere la sua dottrina di eretico, dopo avergli spiegata la situazione.

Risulta che Maurelio, durante il lungo viaggio che lo portò all’Urbe, abbia avuta la visione di un angelo, che gli comunicò che Severino era stato colpito da un fulmine che lo aveva ucciso. Egli si rese conto che la sua visita al Pontefice era divenuta inutile, per cui decise di ritornare a Smirne, ma una tempesta con vento impetuoso gli rese impossibile il viaggio per mare, tanto da costringerlo a riparare a Ostia, a una dozzina di chilometri da Roma. Così, il gruppo approfittò dell’occasione per andare a visitare la Basilica di San Pietro e di farsi benedire dal Papa. Durante l’udienza dal Pontefice, giunsero alcuni pellegrini provenienti dalla sede vescovile di Voghenza, nella Valle Padana, che avanzarono la richiesta di un sostituto, essendo da poco morto il titolare, il Vescovo Oldrado.

E anche il Papa ebbe una visione: San Giorgio gli consigliava di nominare Maurelio Vescovo di Voghenza. Il Papa fu d’accordo e fece la proposta a Maurelio, che accettò la consacrazione a Vescovo e si recò nella sua sede, dove fu accolto festosamente e iniziò la sua attività, celebrando una Messa nella cattedrale. E ci fu un’altra visione: si sentirono parole di elogio per non avere lui accettato di fare il Sovrano, scegliendo di seguire la fede cristiana, mentre una mano lo benediceva. Poi ci fu la guarigione di una ragazza cieca, un vero miracolo attribuito a lui, che gli attirò la venerazione dei fedeli. E una visione ancora lo avvisò che si stavano addensando su di lui gravi sofferenze.

Da quel momento in poi, cominciò a divergere ciò che si sapeva da ciò che si immaginava. Accettando come buono quanto riportato nel Legendario, Maurelio venne a sapere, da delegati inviatigli da Edessa, che il fratello Ippolito era stato ucciso dall’altro fratello; e la loro visita era puntata pure a riportarlo in patria per farlo salire sul trono al posto di Rivallo che, nel frattempo, aveva abiurato alla fede cristiana. Secondo un’altra versione, la notizia della morte del fratello Ippolito gli venne riferita da connazionali della Mesopotamia che erano giunti a Voghenza e fu per questo che decise di andare a Edessa, per rendersi conto personalmente di che cosa fosse successo. In ogni modo, Maurelio partì con la scorta di Feltrino Joculi (o Giocoli), appartenente a una delle famiglie di fede guelfa più importanti, influenti e in vista di Ferrara, e di un gruppo scelto di dodici cavalieri. Quando giunse alla reggia, non fece complimenti nello strigliare il fratello Rivallo, il quale gli rispose in malo modo e, per impedirgli di scombinare tutti i suoi progetti relativi all’ascesa al trono quale successore del Re Teobaldo di Mesopotamia, prima lo fece torturare e poi decapitare, rendendolo un martire della fede: era il 7 maggio 644. Indi, fece seppellire il corpo del fratello all’interno del palazzo reale. Per questo, più tardi, Maurelio fu dichiarato Santo dalla Chiesa Cattolica. Feltrino, che era stato costretto ad assistere alla sua morte, fu a sua volta ucciso. E anche dei restanti cavalieri, tre non fecero più ritorno a Ferrara.

Un’altra fonte racconta tutta un’altra storia. Secondo il suo racconto, Maurelio si trovò coinvolto in antipatiche diatribe fra Chiesa ed Esarcato di Ravenna a proposito del controllo dei territori sotto il dominio di quest’ultimo. Indispettiti dalla dichiarazione del Vescovo di essere fedele alla Chiesa di Roma, i funzionari dell’Esarcato non esitarono a farne un martire. E quel fatto increscioso successivamente lo fece dichiarare Santo dalla Chiesa Cattolica.

Si racconta che il 24 aprile 1106, l’Imperatore Enrico IV di Franconia abbia avuta una visione del Santo e, per questo, ne fece recuperare le spoglie e le fece trasferire nella Basilica di San Giorgio fuori le mura di Ferrara che, allora, era solamente un «castrum», cioè una fortificazione militare; qui restarono fino a quando, nel XII secolo, furono trasferite nella nuova cattedrale di Ferrara, sempre di nome San Giorgio, completata nel XII secolo e ufficialmente datata 1135. Questo atto, da parte dell’Imperatore, accrebbe la venerazione per il Santo, tanto da interessare gli artisti dei tempi successivi, che raccontarono di Maurelio in tante loro opere d’arte, fra cui emerse la figura di Cosmè Tura, Cosimo di Domenico di Bonaventura, che fu pittore, oltreché disegnatore, decoratore e affrescatore, nato nel pieno XV secolo; questi, nel 1470, dipinse il quadro denominato Cattura e decapitazione di San Maurelio per l’altare dedicato al Vescovo di San Giorgio e oggi conservato, per il piacere degli amatori, nella pinacoteca nazionale della città.

Poiché la sede episcopale di Voghenza dal IV al VII secolo fu trasferita alla chiesa di San Giorgio a Ferrara nel 657, sono in tanti gli studiosi che sono dell’avviso che Maurelio sia stato l’ultimo Vescovo dell’antica diocesi di Voghenza, che poi divenne un corpo unico con quella di Ferrara.

Andando indietro nel tempo, solamente a partire dal XII secolo si sa di testimonianze di culto per San Maurelio; ed esse coincidono con l’intervento dell’Imperatore Enrico IV, che ha riportato le reliquie del Santo alla devozione dei credenti ferraresi; quello fu l’inizio di tanti esempi dell’affetto nei suoi confronti: formazione di confraternite, costruzione di cappelle e chiese a lui dedicate, raffigurazioni statuarie e pittoriche come Santo. E, a partire dal 1463, negli Statuti del Ducato Estense si legge che Maurelio, insieme con San Giorgio e altri Santi, era un protettore della città. Il culto del Santo non ha avuto interruzioni sia nella prima chiesa di San Giorgio fuori le mura, sia nella cattedrale di San Giorgio nata nel 1135.

Nel 1612 fu costruita una chiesa, dal Marchese Enzo Bentivoglio, con l’appoggio del Cardinale Legato Orazio Spinola, con annesso un convento dei cappuccini per ospitare i frati, presenti ancora ai tempi di Ercole II d’Este, che erano stati sfrattati dal loro convento per far luogo alla fortezza papale. Questo luogo di culto, fino al 1944, quando la guerra fece molto vuoto, conteneva opere d’arte di autori famosi, fra i quali Camillo Ricci e Carlo Bononi; dal 1756 era esposta pure un’immagine della Beata Vergine del Buon Consiglio, insieme ad alcune formelle poste sulla facciata.

Voghenza è stata dedicata a San Maurelio che, con San Giorgio, è il compatrono e il coprotettore della città di Ferrara e del suo territorio, nel quale esiste una sola chiesa a lui dedicata: è quella parrocchiale, di recente costruzione, che si trova a Malborghetto di Boara con la denominazione di chiesa di San Maurelio e di Assunzione di Maria Santissima.

(novembre 2023)

Tag: Mario Zaniboni, San Maurelio, due patroni, Legendario, Edessa, Ippolito, Rivallo, Teobaldo di Mesopotamia, Papa Giovanni IV, Severino, Voghenza, martire e Santo, Giocoli, San Giorgio, Bentivoglio, Spinola.