I Russi a Bagni di Lucca
La famiglia Demidoff

Nella splendida cittadina termale di Bagni di Lucca troviamo ancora oggi un profondo legame tra la cultura russa e il territorio. Il Principe Russo Niccolò Demidoff, che all’inizio dell’Ottocento si era stabilito in Toscana, volle dotare Bagni di Lucca di un ospedale, nel quale potessero venire accolti anche i poveri bisognosi di cure termali. Oltre alla struttura di accoglienza, il Principe fece realizzare dall’architetto Giacomo Marracci intorno al 1825 anche una candida cappella che, nel suo impianto cilindrico cupolato, col suo pronao corinzio, ripropone le severe forme del Pantheon di Roma, debitamente miniaturizzate. Sempre a Bagni di Lucca troviamo un importante Casinò municipale edificato in quegli anni (1839) dall’architetto Giuseppe Pardini. Al centro lo stemma dei Borbone-Parma che, sempre in quegli anni, reggevano le sorti del Ducato. In questo caso furono due imprenditori francesi, Adrien Mathis ed Edouard Ginnestet, che ottennero dal Duca di Lucca Carlo Ludovico la privativa del gioco d’azzardo, in cambio della costruzione del Casinò. Qui si giocava al Faraone, alla Reale, al Biribisso (l’antica Roulette). Al Casinò si svolgevano anche feste da ballo, accademie letterarie e musicali. Qui si svolsero memorabili feste da ballo, litigi, sfide a duello fra nobili e avventurieri. Nel 1847 il Granduca Leopoldo II d’Asburgo-Lorena, che si impossessò del Ducato di Lucca, fece proibire il gioco d’azzardo. Vicino al Casinò c’è un villino a tre piani che fu vinto alla lotteria nel 1839 dal critico giornalista Jules Janin, nel quale soggiornarono nel 1825 il poeta e scrittore Alphonse de Lamartine e Gerolamo Bonaparte, principe di Montfort, figlio del fratello minore di Napoleone.

In questo clima generale fu progettato e realizzato l’ex ospedale Demidoff probabilmente dall’architetto Lorenzo Nottolini e iniziato intorno al 1825 grazie al contributo economico del conte Niccolò Demidoff (il titolo di principe fu dato in seguito dal Granduca).

Ospedale

L'ospedale Demidoff a Bagni di Lucca (Italia)

Cappella

La cappella dell'ospedale Demidoff a Bagni di Lucca (Italia)

Anche quando nel 1836 la piena del piccolo torrente Camaiore abbatté il ponte di legno che collegava l’edificio all’elegante cappella neoclassica, Anatolio Demidoff, figlio di Niccolò, fece ricostruire il nuovo ponte in mattoni e marmo, ancora oggi visibile, con un’arcata leggera, su progetto di Giuseppe Pardini.

Tanto amore per la Toscana e per Lucca nascevano anche dai legami profondi che i Demidoff ebbero con i Bonaparte, sin dai tempi della Campagna di Russia dell’Imperatore.

Questa dinastia è molto nota a Firenze. Famiglia di filantropi, mecenati e imprenditori, pose durante il secolo lungo forti e solidi legami tra la Russia e l’Italia.

I Demidoff sono originari di Tula, una città a 200 chilometri a Sud di Mosca. Il capostipite del casato si chiamava Demid Antuf’ev ed era un fabbro. Suo figlio Nikita (1656-1725) potenziò l’arte paterna, arrivando a costruire armi. Il suo talento notato dallo Zar Pietro il Grande gli permise di costruire l’arsenale di Tula, ovvero la prima fabbrica d’armi russa, divenendo così il fornitore ufficiale d’armi dell’Impero. A suo figlio Akinfy si deve la scoperta dell’argento sui monti Altay in Asia Centrale. Nel 1724 la famiglia assunse il nome Demidoff e il titolo nobiliare comitale.

Si dedicarono, ricchissimi imprenditori, al mecenatismo, aprendo anche numerose scuole tra Mosca e San Pietroburgo. A Nikolay Demidoff (1773-1828) è dedicata a Firenze la Piazza Demidoff. La città toscana è vera protagonista della storia dei Demidoff. Nikolay vi si trasferì definitivamente nel 1822 anche se da tempo la sua famiglia qui trascorreva lunghe vacanze.

I Demidoff crearono tra Settecento e Ottocento una corte intellettuale a Firenze che gravitava intorno alla loro magnifica residenza, Villa Demidoff (1822-1831), prima -Villa San Donato. Oggi rimane poco della sontuosa residenza perché danneggiata durante la Seconda Guerra Mondiale e il suo imponente giardino smembrato con l’edificazione qui di nuove costruzioni.

Anatoly Demidoff nel 1840 sposò Matilde Bonaparte (figlia di Girolamo, uno dei fratelli di Napoleone), unione burrascosa che sancì ancor più il legame tra le due famiglie. Anatoly rimase sempre profondamente bonapartista. Nel 1851 il principe Anatoly, che aveva acquisito il titolo dal Granduca di Toscana, acquistò la villa napoleonica elbana di San Martino e vi realizzò un museo. Protesse artisti come Lorenzo Bartolini e Giuseppe Bezzuoli.

Ritornando dunque ai territori di Bagni di Lucca, così cari ai Demidoff, che anche qui trascorrevano periodi di vacanza, ebbero uno speciale legame anche con personaggi del luogo.

In Benabbio, a pochi chilometri da Bagni di Luca, aveva una proprietà l’Ingegnere Rodolfo Pierotti (1836-1909), che qui è sepolto. Per sei volte Deputato al neonato Parlamento Italiano, era un eroe della Terza Guerra d’Indipendenza.

L’Ingegnere ebbe modo di visitare gli ambienti di Bagni e di viverci in simbiosi con un mondo fatto di frequentazioni internazionali, che già nel Settecento avevano avuto il loro apogeo.

Altro personaggio appartenente alla (medesima? Parrebbe di sì) famiglia o ambito familiare, fu il pittore Giuseppe Pierotti di Castelnuovo Garfagnana (1826-1884), allievo di Giuseppe Bezzuoli a Firenze. Quello stesso Bezzuoli, suo maestro, tanto caro al principe Demidoff, che lo protesse incessantemente.

E ancora altro personaggio non lontano da questi ambienti, l’Ingegnere Ermete Pierotti di Pieve Fasciana, a testimonianza dei profondi legami tra la Russia e questi luoghi.

Pare che quest’ultimo, con suoi risvolti internazionali sia politici che da ricercatore sin qui mai del tutto chiariti, frequentasse parecchio la Corte di Pietroburgo. Questo riporta una recente pubblicazione tedesca. Sintonia anche lui con i Demidoff? Se frequentava la Corte dei Romanov, sicuramente sì.

Certamente i Russi erano di casa ai Bagni di Lucca, vista la presenza della potentissima dinastia, che si diceva essere anche più ricca degli stessi Romanov. Questo non saprei appurare, ma la magnificenza di Bagni e dei luoghi vicini molto deve anche a loro.

(settembre 2020)

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