Stephen Grover Cleveland e sua sorella Rose
Il partito democratico americano ultra conservatore

Quando parliamo di democratici e repubblicani negli Stati Uniti descriviamo in realtà due costole di un unico Partito. Per dirla con Francois Furet, negli Stati Uniti non si è mai formata una classe borghese ma un popolo borghese. In alcune fasi della sua storia il partito democratico ha assunto connotazioni assai più conservatrici dello stesso partito repubblicano. È il caso del Presidente e della sua famiglia che sto per descrivere.

Un Presidente Americano non così celebrato, eppure che ricoprì due mandati: fu infatti il 22° e poi il 24° Presidente degli Stati Uniti: Stephen Grover Cleveland.

La particolarità di Cleveland è che è l’unico Presidente Statunitense eletto con due mandati non consecutivi (1885-1889 e successivamente 1893-1897). Si trattò inoltre dell’unico Presidente Democratico eletto tra il 1860 e il 1912.

Stephen Grover Cleveland è nato nel 1837 nel New Jersey. Famiglia di «pastori» protestanti la sua, di origine inglese. Il suo trisnonno paterno fu il più famoso. Grover Cleveland infatti morì a Filadelfia nella casa del suo carissimo amico Benjamin Franklin. Il suo bisnonno era Aaron Cleveland, membro del Parlamento del Connecticut, che propose una legge per eliminare la schiavitù. Il padre fu «pastore» presbiteriano. Stephen all’età di quattro anni si trasferì nello Stato di New York con la famiglia. Essendo comunque il salario familiare molto modesto, egli non poté seguire studi superiori e fu il padre in famiglia a educarlo. I principi con cui fu educato furono dunque tipicamente puritani: la disciplina e l’etica del lavoro in primo piano.

Per un breve periodo il padre ebbe modo di avere uno stipendio più alto che permise al figlio di frequentare a Grover l’Hamilton College. Ma la salute cagionevole del padre lo distolse dai suoi studi e dovette ripiegare prestandosi a lavorare in un negozio e mantenere con i soldi guadagnati la corposa famiglia paterna. Il decesso del genitore lo porterà, a soli sedici anni, a doversi occupare a pieno regime dell’intera famiglia. Dopo aver lavorato per un certo periodo anche a New York, grazie a uno zio, ricco proprietario terriero, poté seguire i corsi di legge.

Siamo intorno al 1856 quando Cleveland inizia la carriera politica sostenendo il partito democratico. Aveva scarse simpatie per i repubblicani Lincoln e Fremont. All’epoca il partito democratico era assai più conservatore del repubblicano. Fu proprio in quel 1856 che lavorò, nonostante fosse minorenne, alla campagna elettorale del democratico Presidente James Buchanan. Vinse infatti Buchanan le elezioni, ma fu l’ultimo democratico. Solo ventotto anni dopo lo stesso Cleveland riuscì nella medesima impresa. Non combatté nella Guerra di Secessione, preferendo seguire e sostenere la numerosa famiglia. Non ebbe sempre vita specchiabile. Una relazione con una vedova e un figlio illegittimo assillarono i suoi giorni. Fece addirittura internare l’ex amante, che però venne liberata perché ritenuta sana dai medici. Divenne sceriffo a più riprese. Divenne anche sindaco e Governatore. La vicenda privata fu liquidata occupandosi del bambino nel suo primo anno di vita e successivamente, essendo la madre un’alcolizzata, trovandogli un posto in orfanotrofio. Mai ne riconobbe la paternità. Ottenne il primo mandato con un margine di voti non troppo ampio.

Fu un grande Presidente. Ridusse drasticamente il debito pubblico. Aprì la Casa Bianca due giorni per settimana al pubblico per chi voleva discutere degli affari di Stato. Ridusse anche i costi del personale, e lui stesso ricevette gli ospiti.

Essendo egli scapolo, nei primi mesi del suo mandato il ruolo di First Lady fu assunto dalla sorella Rose. Si sposò nel 1886 con la ventunenne Francis Folson. Condusse una politica liberale e al tempo stesso conservativa, in linea con i principi jeffersoniani. Ridusse i dazi, non volle mai promuovere una classe sociale in specifico, e desiderò che il Governo non fosse promotore di paternalismo. Infatti quando in Texas si ebbe una forte siccità, mise il suo veto alla legge che stabiliva di inviare fondi governativi a quello Stato: viceversa promosse una raccolta fondi tra i cittadini che risultò ancor più nutrita di quanto il Governo avrebbe potuto stanziare.

Pur essendo stato contrario alla schiavitù, non vide di buon occhio impiegare la forza federale per far rispettare il XV emendamento. Tuttavia mantenne in cariche di responsabilità alcuni uomini di colore. Un conservatorismo, il suo, di antica estrazione, che includeva però l’idea di inglobare il senso più profondo del nuovo percorso giuridico intrapreso dagli Stati Uniti dopo l’abolizione della schiavitù.

Rose Cleveland, l’amata sorella del Presidente, che per un certo periodo ricoprì anche il ruolo di First Lady, riposa nel cimitero inglese di Bagni di Lucca. Frequentò a lungo la cittadina termale. E sicuramente non per caso.

Il Presidente Cleveland fu il primo Presidente Democratico eletto nella seconda metà del XIX secolo dopo il Presidente Buchanan, che aveva seguito politicamente.

Buchanan era intimo dell’ex spia murattiana di origini lucchesi Giuseppe Binda, che difese a spada tratta quando il Governo Italiano del neonato Stato Unitario nostrano, per sua opportunità politica, mise in un angolo. Buchanan fu dunque come il nostro Binda un mentore per Cleveland. Sicuramente la cittadina termale, conosciuta «urbi et orbi» all’epoca, venne segnalata anche da Joseph Agamemnon Binda, ormai cittadino americano, genero del Generale Sumter. Gli Stati Uniti dunque di casa nella cittadina termale, non solo la Gran Bretagna.

Un conservatorismo democratico, il loro, che aveva jeffersoniana memoria. Diritto all’uguaglianza, alla vita, alla libertà e alla ricerca della felicità. Questi i tratti salienti del suo e loro pensiero.

Per uguaglianza non si intendeva certamente un livellare la ricchezza sconfiggendo la povertà. L’uguaglianza era tale di fronte alla Legge e ancor più nella possibilità di costruire, nel caso in cui le capacità e le circostanze lo avessero concesso, l’opportunità di raggiungere la ricchezza. La vita era considerata inviolabile nella misura in cui non ledeva l’interesse generale. Infatti ancora oggi la pena di morte non è abolita del tutto negli Stati Uniti. La libertà era una libertà esplorativa, funzionale. Esplorativa in quanto consentiva a ognuno di appropriarsi del territorio, delle sue potenzialità. Il mitico West, per capire. Funzionale perché questo modo di concepire la libertà fungeva da traino all’intera economia nazionale. Era una molla, una spinta propulsiva, indubitabilmente. Ma è soprattutto nella ricerca della felicità che troviamo la massima espressione di quel popolo borghese di cui ci parla Furet. Il singolo individuo domina nella misura in cui la sua felicità è espressione della felicità di un intero Paese, di un sistema politico. Mai davvero riformato infatti, neppure sul piano giuridico, se non attraverso gli emendamenti. Quindi una sorta di «consuetutio» medievale allargata. In questo non si contemplano le minoranze, le fragilità. Sicuramente però il Parlamento è al centro del valore politico dello Stato. Il Parlamento è l’unico vero garante di tali principi, prima ancora del Presidente stesso. E in questo c’è il superamento di quello scoglio europeo del Sovrano che nella monarchica Inghilterra rappresentava ancora la Casta, l’Elité. Insomma, gli Stati Uniti erano un vero Stato etico.

Che mai fece a meno della vecchia Europa. Che dietro alle visite a Bagni di Lucca nascondeva il suo essere costola di un Mondo che era stato certamente superato.

(ottobre 2023)

Tag: Elena Pierotti, Stephen Grover Cleveland, Rose Cleveland, James Buchanan, Joseph Agamemnon Binda, Gioacchino Murat, Thomas Jefferson.