Warren Harding
Un Presidente Americano emblema del suo Paese

Warren Gamaliel Harding nacque a in Ohio nel 1865 e morì a San Francisco nel 1923. 29° Presidente degli Stati Uniti per soli due anni, dal 1921 al 1923, anno del suo decesso.

Proveniva da un’umile famiglia. Il padre era un medico di campagna che faceva anche il contadino, come in modo fluido si presentava la società americana. La madre un’ostetrica che aveva la licenza statale. Il padre nel 1870 acquisì nella cittadina dell’Ohio dove si erano trasferiti un quotidiano locale. Fu qui che a partire dall’età di 11 anni il futuro Presidente acquisì le basi del giornalismo. Per tale ragione egli non condusse studi regolari perché, appassionato di giornalismo, si dedicò a questo mestiere e a soli 17 anni entrò a far parte di un giornale locale, il «Marion Star». Giornale che acquistò qualche anno dopo. Ciò quando il giornale era prossimo al fallimento e lui con una vincita a poker, sua passione, lo rilevò. Per ovviare alla concorrenza locale sposò per l’occasione a 23 anni la figlia del boss locale che era divorziata e aveva cinque anni più di lui. Tale scelta si rivelò vincente sul piano pratico perché la donna era ambiziosa e capace. Servendosi del suo giornale, Harding prese a far propaganda per i membri repubblicani e iniziò a servire questo partito. Nel 1899 si candidò alla carica di Senatore nel suo Stato. Venne eletto e riconfermato per un secondo mandato. Siamo nel 1901. Fu nel 1914 che decise di concorrere per il Senato Federale, quando ormai la sua carriera politica era decollata. Si schierò apertamente contro l’allora Presidente Woodrow Wilson, ricordato per aver costituito la Società delle Nazioni. Harding era fortemente isolazionista ma votò a favore dell’entrata in guerra. Contrario a Wilson nel dopoguerra, si oppose alla ratifica del trattato di Versailles e votò contro la Società delle Nazioni.

Come il Presidente Clinton, anche Harding fu un musicista. Se Clinton suonava il sassofono, Harding suonava il corno e si esibiva in pubblico. Utilizzava sempre frasi pompose in modo spregiudicato ed era considerato un grande affabulatore.

Con i suoi modi che sapevano come conquistare il consenso (pacche sulle spalle, sorrisi e sempre impeccabile) venne prima eletto Senatore in Ohio, poi Senatore a Washington.

Fu alle presidenziali del 1920 che i repubblicani, divisi al loro interno, dopo una difficile «convention» nominarono Harding a sorpresa, un Harding che aveva saputo conquistare i più prestigiosi membri del partito.

Le donne vennero in suo soccorso perché il nostro aveva sostenuto le suffragette. Fu del tutto incapace di risolvere la pesante crisi del dopoguerra e si affidò totalmente ai membri più influenti del partito.

Fu nonostante questo molto amato e anziché condannare il suo stile di vita che lo vedeva impegnato nel gioco d’azzardo e nelle bevute di whisky in barba al proibizionismo, l’opinione pubblica se la prendeva col cerchio magico che lo sosteneva.

Seppe porre attenzione ai diritti civili, in particolare alle otto ore di lavoro che lui introdusse e ampliò la rete stradale in tutto il Paese per incentivare la vendita di auto.

Quando alcuni suoi Ministri vennero accusati per le loro malefatte, Harding (siamo nell’estate del 1923) per rinsaldare il consenso iniziò a viaggiare nei vari Stati e si ammalò gravemente morendo quell’anno a San Francisco a soli 57 anni. La sua popolarità era in quel momento comunque ancora alle stelle. Fu sua moglie, per fare in modo che non si venisse a conoscenza delle malefatte del Presidente medesimo, a voler bruciare le sue carte. Ma alcuni suoi Ministri finirono in carcere ugualmente e una sua presunta amante lo diffamò.

Per la sua morte voci di corridoio accusarono anche la moglie e il suo medico curante. Un anno più tardi ripresero tali voci quando anche il medico venne meno. Dopo altri sei mesi ci fu il decesso della moglie a causa dei suoi problemi di salute.

Chi erano stati i suoi grandi elettori? Uno era il futuro Presidente Hoover, che fu nel Governo di Harding il suo Segretario del Commercio. Il suo Segretario del Tesoro, il ricchissimo Andrew Mellon, fondatore della Mellon National Bank e magnate dell’alluminio. Harding era stato raccomandato al partito per la sua candidatura nel 1920 da Harry Dougherty, affarista dell’Ohio, che all’epoca era rappresentante dei grandi magnati del petrolio. Fu lui a curarne la campagna elettorale. Harding fu incapace, ribadiamolo, di governare la grande crisi americana. Era uomo di partito, era uomo politico di razza, ma al tempo stesso il suo carisma non fu a servizio del Paese ma di chi lo aveva eletto.

Un affabulatore capace, un giornalista e poi un uomo politico vincente.

D’altra parte l’epoca e la società americana, così fluida, lo consentirono. Gli Stati Uniti sono una grande democrazia e al loro interno hanno sempre alternato figure di grande spessore ad altre meno rappresentative di per se stesse, ma che contemporaneamente ben rappresentano i gangli vitali del sistema politico nazionale. Pare che Harding fosse affiliato alla Massoneria raggiungendo il 33° grado di rito scozzese. Ciò potrebbe non stupire. La sua carriera fu sicuramente in perenne ascesa e l’uomo era molto capace anche nell’intrattenere rapporti proficui in società.

I successivi due Presidenti che seguiranno il 29°, ossia Coolidge e Hoover, entrambi repubblicani, non governarono la grave crisi in corso.

Dobbiamo attendere il mandato democratico di Franklin Delano Roosevelt per una virata decisa. Del resto lo stesso Hoover come i predecessori, durante la crisi del 1929 credette ciecamente in un liberismo classico che non poneva le basi solide per governare una società così complessa e in continuo cambiamento.

Eppure Hoover, che ne fece le spese, rimase un personaggio presente in tutte le successive amministrazioni e dette lustro alle successive presidenze morendo nel 1964 e sopravvivendo anche a Kennedy, di cui era stato Consigliere. Perché negli Stati Uniti la contrapposizione democratici/repubblicani almeno in alcuni periodi della storia non è mai stata così netta. E in molti hanno offerto il loro contributo anche nel campo avverso. Lo stesso Kissinger fu consigliere sia di Kennedy che dei successivi Presidenti Repubblicani.

Negli anni Venti del XX secolo governare la crisi era una scommessa che solo un rinnovamento vigoroso dello stesso partito democratico nella figura di Franklin Delano Roosevelt seppe realizzare. Dunque Harding era di fatto figlio del suo tempo, figlio di una fiducia solida degli stessi Americani verso il loro Paese che era uscito vittorioso dal Primo Conflitto Mondiale. Un Paese in perenne crescita, che credette di poter governare in quel frangente il presente partendo dalla passata esperienza isolazionista e da dinamiche sociali ancorate al passato, a un sociale più semplice e oltremodo governabile. La flessibilità delle stesse istituzioni americane, che hanno sempre saputo al di là del centralismo adattare il sistema ai cambiamenti strutturali, permise una rinascita dopo il 1929. Le istituzioni fulcro dell’intero baricentro politico. I Presidenti passano, le istituzioni restano.

(gennaio 2024)

Tag: Elena Pierotti, Warren Harding, Ohio, Stati Uniti, Presidente Americano, Marion Star, Società delle Nazioni, partito repubblicano, suffragette, crisi del dopoguerra, Presidente Hoover, Andrew Mellon, Harry Dougherty, Massoneria, Franklin Delano Roosevelt, crisi del 1929, Primo Conflitto Mondiale.