Guerra del Vietnam 1955-1973, origini
Un argomento sul quale è presente molta confusione

La storia contemporanea è da lungo tempo soggetta a numerose omissioni e manipolazioni messe in atto dal mondo politico. In particolare sulla guerra del Vietnam e le sue origini, i luoghi comuni e le distorsioni sono decisamente notevoli. Vediamo dunque i fatti che portarono alla lunga tragedia.

Con la Conferenza di Ginevra del 1954 si crearono due stati, il Vietnam del Nord governato dai comunisti di Ho Chi Minh e il Vietnam del Sud governato dall’imperatore Bao Dai che essendo poco interessato alla politica delegò di fatto poco dopo i poteri al primo ministro Ngo Dinh Diem. Il Nord seguì la politica già intrapresa dalla Cina Popolare, eliminazione fisica dei proprietari terrieri compresi coloro che disponevano di un piccolo appezzamento di terra o quelli che avevano militato nelle formazioni contrarie alla dominazione francese, infine venne attuata la collettivizzazione forzata che comportò la morte di migliaia di contadini, la deportazione degli intellettuali e il ricorso ai lavori forzati di massa. Contemporaneamente si ebbe la fuga dal paese di quasi un milione di cattolici e infine con il sostegno dell’Unione Sovietica e della Cina Popolare una politica bellicosa verso i paesi vicini, poco dopo la creazione dello stato le truppe nordvietnamite occuparono vasti territori nel Laos e la Cambogia.

Una delle questioni presentate da coloro che erano contrari al governo americano erano le cosiddette Carte del Pentagono (Pentagon Papers) che avrebbero messo in luce azioni gravi compiute dagli americani. Il voluminoso materiale esponeva atti compiuti dai quattro presidenti precedenti a Richard Nixon (Truman, Eisenohwer, Kennedy, Johnson). In realtà questo documento metteva in luce prevalentemente le preoccupazioni dell’avanzata comunista in Indocina negli anni 1945-1967 e alcune azioni compiute in prevalenza dai nordvietnamiti contro il Laos e la Cambogia. Tale documento era meno segreto di quanto si pensasse, venne infatti pubblicato dal «New York Times» nel 1971.

La contesa fra Vietnam del Nord e Vietnam del Sud non era facile per quest’ultimo, i primi possedevano gran parte delle industrie e l’80% della produzione di carbone, mentre nel Sud erano presenti sette formalmente religiose ma mafiose di fatto che resero l’azione di governo più difficile. Nello stesso anno della costituzione dei due stati si ebbe nel Sud la formazione del Fronte di Liberazione Nazionale (formalmente creato nel 1960) meglio conosciuti come Vietcong sostenuti dai comunisti del Nord impegnati soprattutto in azioni terroristiche e nell’uccisione di funzionari di stato e capi villaggio ritenuti indipendenti. Per contenere tali azioni venne messo in atto un programma che prevedeva lo spostamento di interi villaggi in zone sicure, ma i terreni erano limitati e gestiti male, i contadini manifestarono il loro malcontento e molti preferirono spostarsi a Saigon (l’attuale Ho Chi Minh City) dando vita a enormi baraccopoli. Gli americani insistettero molto col governo sudvietnamita per introdurre riforme a favore dei contadini ma con scarsi risultati.

Nel 1959 si ebbe il primo attacco a soldati americani (ancora presenti in numero molto limitato) impegnati come consiglieri dei militari sudvietnamiti all’interno della base aerea di Bien Hoa, i morti furono solo due ma il fatto suscitò comunque un certo scalpore e fu seguito da altri attacchi simili. La situazione politica del Vietnam del Sud non era delle migliori, progressivamente Ngo Dinh Diem concentrò il potere su di sé, detronizzò l’imperatore, ma si fece molti nemici anche tra le forze armate che nel 1963 lo rovesciarono. I generali autori del colpo di stato non trovarono un accordo sul suo successore e per anni si contesero il potere. Nello stesso anno John Kennedy decise l’invio di 16.000 consiglieri militari sperando così anche di motivare il confuso esercito sudvietnamita.

L’anno successivo vide la situazione militare precipitare in un sanguinoso conflitto. Il Vietnam del Nord riuscì a infiltrare nel Sud diverse divisioni lanciando numerosi attacchi.

Nell’agosto si ebbe un evento molto dibattuto, «l’incidente del Golfo del Tonchino». Il 2 agosto il cacciatorpediniere statunitense Maddox venne attaccato da motosiluranti nordvietnamite in acque internazionali anche se si ritiene che in precedenza la nave si fosse avvicinata maggiormente alle coste del Vietnam del Nord per effettuare delle intercettazioni radio e altre operazioni di spionaggio. Due giorni dopo nella stessa zona il cacciatorpediniere ritenne di essere ancora sotto attacco secondo i rilevamenti sonar. Sulla base dei documenti desecretati nel 2005 il comando della nave interpretò erroneamente un segnale sonoro come un nuovo attacco. Tale ultimo episodio è stato presentato da coloro che erano contrari all’America come un falso intenzionale per giustificare un atto di guerra degli Stati Uniti contro il Vietnam del Nord, ma tale interpretazione risulta poco convincente considerando anche l’evento precedente e quelli successivi.

Come sappiamo nei giorni successivi il Congresso americano autorizzò il governo all’uso della forza contro il Vietnam del Nord. Il presidente Lyndon Johnson limitò la rappresaglia alle basi delle motosiluranti senza iniziare una guerra, ma si ebbero nuovi attacchi e fra questi si ebbe a dicembre l’attacco al Brinks Hotel di Saigon dove alloggiavano dei militari americani. L’attacco condotto con un’autobomba uccise un ufficiale e un sottufficiale americani e ferì 60 tra militari e civili vietnamiti. Lasciò sconcertata l’opinione pubblica che sapeva di attacchi dei Vietcong nelle zone rurali ma riteneva le grandi città sicure. Il presidente americano ritenne per il momento di non effettuare una risposta armata e venne criticato per questa scelta.

Due mesi dopo si ebbe un altro attacco a una base americana a Pleiku nella zona interna del Vietnam del Sud. Ancora una volta i Vietcong dimostrarono una certa abilità in tali azioni. Con 300 uomini penetrarono nella base, uccisero sette soldati e distrussero 10 aerei senza riportare perdite umane.

Il mese successivo si ebbe l’intervento americano massiccio con i Rolling Thunders, una campagna estesa di bombardamenti e l’intervento di oltre 30.000 marine in operazioni di combattimento. Diversamente da quanto sostenuto da alcuni, non erano previsti bombardamenti sui centri abitati.

Visto l’intervento dei nordvietnamiti e dei Vietcong locali, viene spontanea la domanda se la popolazione del Vietnam del Sud parteggiasse per i comunisti o meno. La fuga dei contadini verso le città dalle zone occupate dalle forze contrarie a Saigon, l’assoluta mancanza di sostegno da parte della popolazione urbana verso Vietcong e nordvietnamiti che avevano lanciato nel 1968 un massiccio attacco (il Thet) alle città sudvietnamite e infine la grande fuga di massa verso Sud del 1975 quando si ebbe il definitivo attacco del Vietnam del Nord al Vietnam del Sud, confermano che i vietnamiti vivevano nel terrore, desideravano la pace e vedevano come un pericoloso nemico il regime comunista del Nord.

(gennaio 2024)

Tag: Luciano Atticciati, guerra del Vietnam, Vietnam del Nord, Conferenza di Ginevra, Vietnam del Sud, Cambogia, Laos, Carte del Pentagono, Pentagon Papers, guerra vietnamita, incidente del golfo del Tonchino, intervento americano in Vietnam.